Il 1 gennaio del 2022 è entrata in vigore in Svizzera una nuova legge, (art. 964 a-c Co), che comporta per le grandi aziende pubbliche e gli istituti finanziari con più di 500 equivalenti a tempo pieno l’obbligo di diligenza e l’obbligo di pubblicare un rapporto sulle questioni ambientali, sociali e del personale, sul rispetto dei diritti umani e sulla lotta alla corruzione per l’intera attività e catena del valore in Svizzera e all’estero. Sulla base di questa legge, i primi rapporti dovranno essere pubblicati entro giugno 2024 per gli esercizi finanziari che terminano il 31 dicembre 2023. Sebbene a prima vista gli obblighi previsti dall’articolo 964 Co sembrino applicarsi solo a un numero limitato di grandi aziende, questa legge avrà in realtà un impatto importante sulla maggior parte delle imprese svizzere.
L’obbligo di diligenza che la legge impone ai diretti interessati vale infatti indirettamente anche per tutti i loro fornitori, di ogni ordine e grado, risalendo l’intera catena di fornitura. Oltre alle imprese sopra citate, la legge impone gli obblighi di relazione (art.964j-l Co) anche alle aziende che mettono in circolazione in Svizzera minerali o metalli contenenti stagno, tantalio, tungsteno o oro provenienti da zone di conflitto. L’industria orologiera dovrebbe quindi essere direttamente interessata dalla normativa.
Infine, ma non da ultimo, gli stessi obblighi si applicano anche alle grandi aziende che offrono beni o servizi in Svizzera o all’estero dove c’è un fondato sospetto di ricorso al lavoro minorile. Potrebbero quindi essere particolarmente colpite le aziende che offrono beni o servizi provenienti dall’Asia, dall’Africa o dalle Americhe, come quelle che operano nel settore delle commodities, degli alimenti o del tessile. Leggi simili sono state approvate in Europa e negli Stati Uniti, talvolta con effetti extraterritoriali.
Al di là degli obblighi imposti alle aziende, l’adozione di misure di diligenza nelle aree Esg viene ormai considerata come standard di buona Governance. Alcune aziende, ad esempio, già ora si rifiutano di collaborare con imprese che non hanno adottato questi stessi standard
Da considerare, poi, le pene per il Consiglio di Amministrazione. Questo può essere infatti multato fino a 100mila franchi in caso di omissione di pubblicazione del rapporto, come pure se è o avrebbe dovuto essere a conoscenza della pubblicazione di aspetti extrafinanziari falsi. Al di là, comunque, degli obblighi diretti o indiretti imposti alle aziende, l’adozione di misure di diligenza nelle aree Esg viene ormai considerata come standard di buona Governance. Alcune aziende, ad esempio, già ora si rifiutano di collaborare con imprese che non hanno adottato questi stessi standard.
Il compito che attende le aziende interessate è quindi enorme. Le aspettative della società sono elevate. Le normative si sviluppano rapidamente e in maniera sempre più complessa, richiedendo alle imprese di controllare la catena di approvvigionamento, che spesso non è chiara né lineare e rispetto alla quale hanno poca influenza.
In questo contesto diventa indispensabile che le aziende prendano consapevolezza in tempi brevi dei potenziali rischi legati alla qualità e continuità dell’approvvigionamento e all’impatto ambientale. L’implementazione di misure di diligenza e di reporting richiede tempo e investimenti significativi. Le aziende che non agiscono immediatamente rischiano di danneggiare o addirittura perdere ciò che hanno dedicato tanto tempo a sviluppare: la loro reputazione.
L’invito, perciò, è volto a non sottovalutare l’impatto di questa legge. Occorre strutturarsi per tempo, per garantire la continuità aziendale, proteggendo la reputazione della propria impresa e assicurarle un futuro sostenibile e responsabile.
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