Onore ai vini svizzeri
Con circa 250 varietà di uve coltivate (168 denominazione AOC) su una superficie che non raggiunge nemmeno 15mila ettari – l’equivalente dell’Alsazia dove però di varietà se producono 10 – la Svizzera con le sue sei regioni vitivinicole rappresenta un unicum. Malgrado una produzione ridotta e costi elevati non ne facciano, per usare un eufemismo, una forte esportatrice, con una quota inferiore all’1% (che peraltro include anche il vino che da qui transita come hub commerciale), ciò non impedisce alle sue etichette di raggiungere una qualità che nei concorsi internazionali si guadagna le medaglie più prestigiose. Merito del clima particolare, di un terroir dove la vigna è una tradizione millenaria e della capacità di produttori tenaci e visionari di innovare nel solco della tradizione, portando al vertice le loro tenute.
A far faville la Petite Arvine del Vallese: soltanto il 2% della superficie vinicola, ma senza rivali quando si tratta di premi, tanto da esser stata anche la prima a portare in Svizzera un 100/100 dalla classifica di Robert Parker. Anche i rossi, che rappresentano ben il 56% dei vitigni coltivati, raccolgono ottimi risultati. È la stessa Svizzera, a gestire il concorso enologico internazionale dedicato al Pinot Nero, dal momento che, in relazione alla sua superficie viticola, è il paese a vantarne la maggior produzione, come pure organizza il Mondiale dello Chasselas, seconda varietà più diffusa, ad Aigle, e quello del Merlot & Assemblages. Nelle prossime pagine, un poker di bottiglie premiate, presentate dai loro stessi produttori.