TM   Settembre Sostenibilità 2024

Crederci, sino in fondo

La sostenibilità può conoscere diverse dimensioni, quella meno nota, ma più diffusa, è certamente la sociale, radicata nel territorio, da cui trae anche origine. Al tempo stesso è anche quella più soggetta al fenomeno del Greenwashing.

di Giulio De Biase

Redattore di finanza

Sostenibilità è il mantra del nuovo decennio, tutti ne parlano, tutti la chiedono, tutti la vendono, come se dall’oggi al domani tutto potesse essere divenuto incredibilmente verde, e virtuoso rispettando almeno le principali delle mille possibili sfumature che questo concetto assorbe.

Una vera e propria definizione, quanto meno condivisa, all’atto pratico non esiste. I ben pensanti la declinano alla loro maniera, e riescono a vederla nella maggior parte di quanto millantato da coloro, aziende e privati, che invece di sostenibile si ammantano quale nuovo asset strategico di una proposta che è rimasta identica negli anni, e oggi qualche problema competitivo potrebbe presentarlo. Dunque, arma di distrazione di massa? Vocazione pleistocenica coltivata nell’ombra sino a oggi da pressoché chiunque? O semplicemente una nuova parola che riassume concetti vecchi?

Sostenibilità

Prima che si iniziasse a parlarne, soprattutto, e scriverne la sostenibilità era già nata, e alcune realtà, evidentemente una netta minoranza del mercato, già la praticavano. Trattandosi per l’appunto di un concetto molto estensivo di quello che con un minimo di lungimiranza potrebbe essere definito quale semplice buon senso, non dovrebbe sorprendere che alcuni, i più virtuosi, già lo avessero fatto loro, vi credessero, e dunque per certi versi vi investissero. È molto spesso il caso di realtà familiari, di più generazioni, radicate da illo tempore nello stesso territorio, che negli anni l’hanno mano mano iniziato a considerare ‘casa’, e come è noto a casa propria si fanno cose che non si farebbero altrove, evidentemente nel bene.

Per quanto generalizzare sia sempre sbagliato, e spesso inconcludente, la sostenibilità vera assorbe inevitabilmente risorse, che dunque per definizione bisogna avere, siano esse umane, siano finanziarie. Un’azienda che non abbia buoni margini è sistematicamente impossibile possa aver fatto in passato miracoli sostenibili, in tutte le tre dimensioni, quindi E, S, e G.

Se la E è di gran lunga la più intuitiva delle dimensioni, e la più consumata in termini di progetti e iniziative che promettono faville (e lo fanno da oltre vent’anni, ricordansi il buco dell’ozono), la G è anche quella che normativamente è più cresciuta, complici anche i disastri della Crisi del 2008. La cronaca dello scorso anno sembra in parte circoscrivere i millantati successi di questa estensiva campagna regolamentare, ma è indubbio che siano stati compiuti passi avanti.

A rimanere avvolta nel mistero è invece la S, la più sociale delle dimensioni, quella che istintivamente farebbe propria il ‘buon padre di famiglia’, e dunque un imprenditore illuminato, attaccato alle sue radici, o un’impresa, laddove anche in cerca di una qualche forma di ritorno, in termini di immagine, di semplice riconoscenza e gratitudine da parte della propria comunità. Quali che ne siano gli obiettivi, a contare sono sempre i fatti, e dunque il ‘bene’ che i progetti e le iniziative promosse hanno portato.

È la più difficile da capire, la più difficile da associare al termine ‘sostenibilità’, ma molto probabilmente la più importante e impattante, la più accertabile, ma al tempo stesso la più difficile da rendicontare. Non tutto quello che conta può essere contato, e non tutto quello che è contato conta.

Ancora per il momento lo Stato ha fatto molto perché il concetto di sostenibilità passasse, a suon di incentivi di ogni tipo, a dipendenza delle circostanze c’è anche stata un’ottima accoglienza. La vera domanda è cosa succederà quando gli incentivi finiranno e diventeranno invece sanzioni: il generale trasporto e convincimento per un mondo più verde e sostenibile sopravvivranno, o la sostenibilità incapperà in un primo grande inverno?

© Riproduzione riservata