TM   Maggio/Giugno 2023

Segnali di ripresa

Dopo un inizio d’anno piatto, tornano ad accendersi i fari sull’Healthcare. Se è ancora prematuro ipotizzare una inversione di tendenza, non mancano i segnali positivi.

di Roberto Cerratti

Responsabile Investment Consulting di Credit Suisse (Svizzera)

Con una performance assoluta vicina allo zero, nel 2023 l’indice Msci World Healthcare ha ampiamento sottoperformato gli indici globali. La performance relativa del settore è una delle peggiori degli ultimi anni ed è imputabile a una serie di fattori tra i quali la riduzione dei finanziamenti di capitale di rischio, il declino dei ricavi post pandemia e i possibili ostacoli regolatori all’attività di M&A, storicamente un motore importante di crescita per il settore.

Contrazione dei finanziamenti. Il fallimento della Silicon Valley Bank a metà marzo così come le successive pressioni che hanno toccato il sistema bancario hanno avuto conseguenze indirette anche per il settore healthcare. Svb era principalmente attiva nella zona della baia di San Francisco, un’area nota per la forte concentrazione di società del settore tecnologico ma dove sono presenti anche numerose società BioTech, di tecnologia medicale e, più in generale, di scienze della vita. Molte di queste società erano clienti di Svb e anche se l’estensione delle garanzie ai depositi ha di fatto evitato un impatto diretto, la scomparsa di un importante fornitore di servizi bancari nonché elargitore di finanziamenti non è stata senza conseguenze.

La FdA americana

(Fonte: Food&Drug Administration) Approvazioni di nuovi farmaci

Tempo di matrimoni?

(Fonte: Bloomberg) L’attività di M&A nel BioTech

Senza contare che quanto successo ha senz’altro portato a una maggiore consapevolezza dei rischi e, potenzialmente, raffreddato l’interesse per gli investimenti di capitale a rischio (venture capital).

I primi segnali si sono intravvisti nelle pubblicazioni delle trimestrali dove alcune società farmaceutiche attive nella produzione per conto terzi (Cdmo) hanno evidenziato una riduzione dell’attività di ricerca e sviluppo. A breve termine, l’impatto a livello commerciale è limitato, la produzione di farmaci in fase sperimentale rappresenta una quota marginale dei ricavi di queste aziende, ma qualora la contrazione dei finanziamenti dovesse protrarsi nel tempo le conseguenze potrebbero essere importanti perché di fatto andrebbe a frenare il potenziale di sviluppo di nuovi farmaci.

Le difficoltà delle banche regionali americane potrebbero anch’esse avere un impatto sui produttori di apparecchiature mediche o robot chirurgici. Dato il costo elevato di questi strumenti, le banche regionali sono spesso coinvolte nel finanziamento di questi investimenti da parte degli ospedali e criteri più restrittivi nella concessione dei crediti potrebbero rappresentare un ostacolo.

Effetto Covid-19. Il settore healthcare ha beneficiato in maniera importante dello scoppio della pandemia grazie alla vendita di vaccini e trattamenti nonché alle attività di diagnostica. Con la pandemia ormai alle spalle, la tendenza si è invertita e, anno su anno, si osserva inevitabilmente un calo di ricavi e utili.

Nel 2022, i ricavi per vaccini e trattamenti legati al Covid hanno generato ricavi per quasi 90 miliardi di dollari, una cifra che nel 2023 si ridurrà di due terzi con forti ripercussioni negative sulla redditività. L’effetto è particolarmente marcato nei primi due trimestri dove la base di confronto è più elevata e potrà essere difficilmente compensato, a breve termine, dal lancio di nuovi prodotti. Si tratta comunque di una questione nota e ampiamente scontata dagli investitori.

Rotazione intra-settoriale. Non tutto il settore si è comportato allo stesso modo. Biotecnologici e farmaceutici sono stati maggiormente impattati da queste tendenze negative, alle quali si sono aggiunti ulteriori venti contrari quali valutazioni relative non più attrattive, costi di finanziamento più elevati, impatto negativo sui multipli dei rialzi dei tassi d’interesse e le potenziali pressioni sui prezzi dei farmaci causate dall’Inflation Reduction Act.

Nel 2022, i ricavi per vaccini e trattamenti legati al Covid hanno generato ricavi per quasi 90 miliardi di dollari, una cifra che nel 2023 si ridurrà di due terzi con forti ripercussioni negative sulla redditività. L’effetto è particolarmente marcato nei primi due trimestri dove la base di confronto è più elevata e potrà essere difficilmente compensato, a breve termine, dal lancio di nuovi prodotti.

L’accumulo di notizie negative ha di fatto allontanato gli investitori da questi sotto-settori, a favore di altri comparti come quello delle tecnologie mediche che per contro ha beneficiato del ritorno alla normalità dell’attività ospedaliera, e continuerà a farlo vista la mole di procedure mediche e interventi a tuttora ancora arretrati. Le prospettive per questo sotto-settore restano promettenti e dovrebbero tradursi in tassi di crescita organica e profitti sopra la media.

Innovazione. Malgrado i primi timidi segnali di rallentamento lanciati dalle Cdmo, l’attività di ricerca e sviluppo continua, per il momento, a ritmo elevato.

Negli ultimi mesi sono stati annunciati importanti sviluppi con risvolti significativi per il settore. Tra questi la pubblicazione di un secondo studio positivo di fase-3 su un trattamento contro l’Alzheimer che sebbene non abbia dissipato del tutto il dibattito sull’efficacia clinica dovrebbe aumentare la pressione sulla presa a carico del costo del trattamento e la raccomandazione positiva da parte dell’Fda Advisory Committee riguardante una terapia genica contro la distrofia muscolare che potrebbe aprire la porta a ulteriori trattamenti basati su questa tecnologia.

L’innovazione resta la chiave di sviluppo del settore e non sorprendono quindi le reazioni negative su notizie che potrebbero in qualche modo frenarla o rallentarla.

Attività M&A. Le attività di fusione/acquisizione hanno storicamente rappresentato una via d’uscita importante per le società emergenti in ambito biotecnologico che non disponevano di una struttura commerciale oltre che un’importante fonte di finanziamento.

La recente decisione delle autorità antitrust americane (“Us Federal Trade Commission – Ftc) di bloccare l’acquisizione di Horizon Therapeutics da parte di Amgen ha sorpreso molti in quanto non giustificata da sovrapposizioni delle attività delle due società. La Ftc ha di fatto bloccato la transazione sulla base della teoria del raggruppamento, ovvero sul fatto che Amgen possa fare pressione su compagnie assicurative e/o altri attori del settore affinché vengano favoriti i prodotti di Horizon precludendo lo sviluppo di alternative da parte della concorrenza.

La salute nel post pandemia

(Fonte: DrugAnalyst) Andamento dei ricavi nell’Healthcare per segmento (in mld usd)

Al di là della questione specifica, che potrebbe essere impugnata e portata dinanzi alla Corte Suprema, il rischio maggiore è che lo stesso argomento possa essere utilizzato per bloccare altre operazioni di M&A ponendo ostacoli importanti (con i relativi costi) per le società nelle prime fasi di sviluppo e limitandone il potenziale di innovazione che la stessa Ftc cerca di proteggere. Le attività di M&A hanno rappresentato un importante fattore di crescita per il settore farmaceutico. Solo negli ultimi 6 anni, le principali società farmaceutiche hanno generato 1,3 trilioni di dollari di flussi di cassa (pre-spese per ricerca e sviluppo), dei quali circa 350 miliardi sono stati reinvestiti in operazioni di finanza straordinaria. Nei prossimi 6 anni ci si aspetta che le principali aziende farmaceutiche europee generino 900 miliardi di cash flow dei quali il 20% a disposizione per attività di M&A, mentre negli Stati Uniti i cash flow dovrebbero superare gli 1,2 trilioni dei quali circa il 38% potrebbe essere utilizzato per M&A.

Le nubi sul settore healthcare non si sono ancora dissipate. Le difficoltà e i costi di finanziamento continuano a rappresentare uno scoglio importante, in particolare per le società biotecnologiche a piccola capitalizzazione.

Opportunità più interessanti le si trovano tra le società farmaceutiche più importanti grazie a dividendi attrattivi e valutazioni più convenienti rispetto al settore e nel comparto delle tecnologie mediche che beneficia delle tendenze positive post-Covid.

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