Tra i più illustri esempi di “villa di delizia” del patriziato milanese, Villa Arconati vanta un fascino senza tempo, valorizzato grazie al lavoro di recupero e riconversione culturale di Fondazione Augusto Rancilio.
Quest’anno regala ai suoi visitatori anche la sua prima mostra fotografica, conducendoli in un viaggio alla scoperta delle montagne catturate dalla maestria di Marco D’Anna. Un percorso di 34 fotografie che presentano le cime svizzere dell’Engadina, ri-scoperta durante la pandemia. Un luogo caro non solo al fotografo ma anche al maestro divisionista Giovanni Segantini, a cui D’Anna si ispira per la tecnica di riproduzione. Immagini digitali che vengono sovrapposte creando nuove realtà in cui ognuno può ritrovare il suo luogo ideale, la vetta della memoria.
Un percorso visivo ed emozionale che si inscrive negli spazi della Villa, le cui sale non perdono mai la loro personalità e il loro racconto, ma entrano in dialogo con le nuove suggestioni portate dagli artisti che con progetti personali e irripetibili, continuano un racconto che si scrive ormai da quattro secoli.
I tesori della “Regia Villa” di Castellazzo
Situata a soli 10 km dal centro di Milano, Villa Arconati ha mantenuto miracolosamente intatta la propria identità senza essere inglobata nel tessuto urbano, grazie al fatto di essere nel cuore verde del Parco delle Groane. Tra i più illustri esempi di “villa di delizia” del patriziato milanese, vanta un fascino senza tempo, arricchito da quattro secoli di storia.
Il progetto di ampliamento e ingentilimento del sito, iniziato dal conte Galeazzo Arconati nel 1610, portò il Castellazzo a trasformarsi da semplice casamento di campagna in una delle più ricche e imponenti residenze nobiliari del patriziato, tanto da vantare l’appellativo di “regia villa” già nel Seicento, poiché poteva rivaleggiare in splendore con le residenze dei reali. Un lavoro imponente, durato quasi 150 anni, che portò la residenza a trasformarsi da semplice “casamento di campagna” in una reggia che nelle guide turistiche settecentesche veniva definita “la piccola Versailles di Milano”.
La Villa da sempre, per la sua stessa natura, è un luogo vivo, in cui godere del bello in tutte le sue forme: un luogo che per secoli è stato precluso a molti e aperto a soli pochi privilegiati. Oggi, invece – grazie al lavoro di recupero e riconversione culturale di Fondazione Augusto Rancilio – spalanca le sue porte a tutti coloro che desiderano godere del suo fascino senza tempo.
Tra i suoi tesori, l’imponente scultura classica di Tiberio, del I secolo d.C., un tempo creduta Pompeo Magno – la statua ai piedi della quale, secondo la leggenda fu versato il sangue di Giulio Cesare. Villa Arconati è l’unica residenza del nord-Italia che può vantare una statua romana originale in marmo di queste dimensioni (la scultura è alta quasi tre metri) all’interno delle proprie mura.
Tra le meraviglie conservate nella residenza ancora oggi si possono ammirare la Sala di Fetonte con il bellissimo affresco dei Fratelli Galliari, gli scenografi che inaugurarono La Scala di Milano, la Sala da Ballo frutto del più fine barocchetto lombardo, la Sala della Caccia che conserva dodici tele datate 1705 del maestro Crivellone, realizzate ad hoc per la committenza Arconati.
Villa Arconati vanta inoltre un parco monumentale di ben dodici ettari, uno dei pochissimi esempi di giardino all’italiana e alla francese conservati in tutta la Lombardia, non avendo subito un ammodernamento “all’inglese” nell’Ottocento, come invece accadde a moltissimi parchi della zona. Un luogo incantato con statue classiche, berceaux, fontane i cui giochi d’acqua sono stati realizzati partendo dallo studio diretto del Codice Atlantico di Leonardo, che era un tempo di proprietà di Galeazzo Arconati, il quale lo donò nel 1637 alla Biblioteca Ambrosiana, dove oggi è gelosamente conservato. Notevole è anche il grande parterre, il giardino alla francese sul fronte sud, che grazie al recente restauro è tornato all’elegante aspetto settecentesco testimoniato nelle incisioni delle “Ville di Delizia” di Marc’Antonio Dal Re.
Dal 2015, grazie alla Fondazione Augusto Rancilio la Villa è aperta al Pubblico con visite libere e guidate, attività artistiche e di intrattenimento, conferenze e convegni, esposizioni d’arte, un bookshop con prodotti realizzati a mano da artigiani locali e cooperative sociali, e un delizioso Caffè intitolato a Carlo Goldoni (che fu ospite del conte Giuseppe Antonio Arconati a Castellazzo nell’estate del 1750 e a lui dedicò la pièce La putta onorata), così da godere di questo luogo attraverso tutti i sensi: come ai tempi d’oro alla corte degli Arconati, chi entra in Villa deve sentirsi Ospite e godere di un incanto fatto di tante cose diverse, dal sorbetto al limone agli scherzi d’acqua, dalle opere d’arte alle prospettive di verzura, dalle nobili sale ai teatri del giardino.
La Villa ancora oggi stupisce e incanta, raccontando a ognuno una storia fatta di sogno e realtà. Una curiosità: è possibile ammirarla anche nel videoclip della hit “Torna a casa” dei Måneskin, di cui è perfetta e suggestiva location.
Nato nel 1964, inizia giovanissimo l’attività di fotoreporter a Lugano. Consegue il Diploma Federale di fotografo nel 1984 e in seguito si forma seguendo importanti fotografi, tra i quali Gabriele Basilico, René Burri, Gianni Berengo Gardin, René Groebli e Mario De Biasi. Nel 1986 apre il suo studio a Lugano e intraprende svariate collaborazioni in diversi ambiti, come con Mario Botta nell’architettura e Franco Maria Ricci per la riproduzione d’oggetti d’arte. Dal 2004 al 2018 viaggia per il mondo con lo scrittore Marco Steiner visitando i luoghi che hanno ispirato Hugo Pratt per le ambientazioni della saga di Corto Maltese. Nel 2011, al Festival del Film di Locarno, si tiene la prima mondiale di Projet corrida, il suo primo lavoro di video e foto, realizzato insieme al fotografo svizzero René Burri, della prestigiosa agenzia Magnum. Nel 2011- 2013 Projet Corrida viene presentato in vari contesti tra i quali: Cult TV (RSI); Centro Culturale Svizzero a Parigi; Solothurn Film Festival (Svizzera); Festival International du Film sur l’Art (FIFA), Montréal; Nuit des images, Musée de l’Elysée, Losanna; Musée des Suisses dans le Monde, Ginevra; Fondazione Donetta, Corzoneso (Svizzera). Fra il 2013 e il 2014 sviluppa il progetto fotografico intitolato Alle radici dell’innovazione agro-alimentare, commissionata dal Dipartimento Federale degli Affari Esteri (DFAE) come l’immagine ufficiale della Svizzera per l’Expo 2015 a Milano. Nel 2018 vince il prestigioso premio King of Photography e partecipa alla mostra “The Power of the Image” nell’ambito dell’International Photography Culture Exhibition, Datong (Cina).
Vive e lavora a Lugano.
I suoi lavori più recenti sono stati esposti al Museo d’Arte della città di Lugano (2011), al Musée des Suisses dans le Monde a Ginevra (2012), all’Expo a Milano (2015), a Roma e a Torino (2014), all’Hôtel de Ville de Paris (2015).
Le sue opere sono state incluse nelle mostre Swiss Press Photo 16 al LAC di Lugano (2016) e Sulle vie dell’Illuminazione al MASI Lugano (2017). I suoi ultimi lavori sono stati esposti all’International Photography Culture Exhibition a Datong (2018); ad Art Genève, Centre de la photographie Genève (2020); a Space, Scenery & Sentiment, mostra itinerante, organizzata dall’Ambasciata Svizzera a Pechino, Lv Lang Art Center, Nantong Jiangsu; Art Museum Normal University, Guizhou; Kuanzhai Art Museum, Chengdu (2021); Black mountain ad Art021 Shanghai (2021); a OLTREREALE, La realtà immaginata. Frammenti di memoria infinitamente mutabili, presso l’Atelier Segantini a Maloja (2022). WEF Davos Annual Meeting 2022, Casa Svizzera (2022).
I suoi lavori fanno parte di collezioni quali la Collezione della Fondazione Svizzera della Fotografia, la Collezione dello Stato del Canton Ticino, la Collezione del museo Civico Villa dei Cedri a Bellinzona, la Collezione del Musée des Suisses dans le Monde a Ginevra, l’American Polaroid Collection, la Collezione De Pietri Artphilein Foundation e la Collezione del MASI di Lugano.
Villa Arconati
Apertura: Domenica, 11-19
L’accesso alla mostra è libero, previo acquisto del biglietto d’ingresso a Villa Arconati
Fino al 29 ottobre
© Riproduzione riservata