TM   Marzo 2024

Concretizzare il potenziale dei dati

Di dati se ne generano, raccolgono ed elaborano sempre di più, ma aiutare le aziende a sbloccarne pienamente il valore, oltre alle competenze tecniche, richiede una visione olistica per offrire soluzioni che garantiscano un effettivo beneficio economico e strategico. In soli cinque anni leader del settore in Svizzera, Visium è pronta a scrivere un nuovo capitolo, come racconta il co-fondatore e Ceo Alen Arslanagic.

di Susanna Cattaneo

Giornalista

Intelligenza artificiale

Rendere tangibile a un’azienda, piccola o multinazionale che sia, quali vantaggi competitivi possa apportare l’adozione dell’Intelligenza artificiale (Ai) al suo business non è immediato quando si ha a che fare con un argomento tanto impalpabile e astratto. Se la consacrazione di ChatGpt ha contribuito a dare ampia popolarità a una tecnologia che prima restava appannaggio di ricercatori e sviluppatori, la democratizzazione favorita da OpenAi non ha però sgombrato il campo da una certa confusione, caricandolo semmai di aspettative poco realistiche, fra entusiastiche previsioni e timori immotivati.

«Essere una data-driven company concretamente significa basare le decisioni aziendali sui dati anziché sull’intuito o su esperienze personali, il che non vuol dire sostituirla al giudizio umano o sminuire l’importanza delle relazioni personali. Si tratta però di un approccio in grado di portare vantaggi determinanti, come una maggiore oggettività nelle decisioni, una migliore comprensione del mercato e dei clienti, la capacità di anticipare le tendenze e adattarsi rapidamente ai cambiamenti. L’analisi dei dati esistenti può infatti aiutare le aziende a identificare aree di inefficienza, a ottimizzare i processi e accelerare il time-to-market, o rivelare opportunità nascoste, per poi capire come e dove sia più vantaggioso integrare strategicamente l’Intelligenza artificiale nel proprio modello operativo, massimizzando performance e competitività», spiega Alen Arslanagic, Ceo di Visium.

Consentire alle aziende di sfruttare appieno il potenziale dei loro dati e dell’adozione dell’Ai è stato l’obiettivo con cui nel 2018 ha fondato la start up insieme a Timon Zimmermann. “Una grande idea nata in una piccola stanza” solo pochi mesi prima, mentre discutevano del divario fra gli sviluppi accademici di Intelligenza artificiale e Machine learning e l’adozione da parte delle aziende. Hanno così unito le rispettive competenze: business per Alen, cresciuto nel Locarnese con il pallino dell’imprenditoria sin da quando a 19 anni si lanciava nella sua prima avventura con Almax Home Solutions (servizi per la ristrutturazione di appartamenti), per poi mettersi in tasca un Master in Innovazione, Imprenditorialità e Management presso l’Imperial College Business School; tecnologia per il neocastellano Timon, all’epoca impegnato nella specializzazione in Data science all’Epfl. Ad aggiungere il terzo ingrediente indispensabile, l’arrivo a stretto giro di un altro ticinese, Matteo Togninalli, che stava concludendo un dottorato in Machine learning all’Eth di Zurigo. Una ‘visione’, la loro, che cinque anni più tardi dimostra tutta la sua lungimiranza, tanto che nel 2023 Visium è stata classificata dal Financial Times e da Statista come la seconda “fastest-growing company” in Svizzera e la 72ma sulle prime mille europee.

«Se all’inizio eravamo molto più concentrati sull’ingegneria Ai, ascoltando i nostri clienti abbiamo compreso l’importanza di offrire servizi su tutta la catena di valore, dalla consulenza iniziale all’operazionalizzazione dei modelli e alla loro implementazione, monitorandone l’efficacia durante l’intero ciclo di vita. Ci siamo infatti resi conto che cercavano qualcosa di più di una semplice competenza tecnica: volevano un partner in grado di comprendere le loro peculiarità e di navigare nelle complessità delle strategie di Ai e dei dati in linea con i loro obiettivi. Questa consapevolezza ha definito il nostro approccio, portandoci a dare priorità ai servizi end-to-end incentrati sull’utilizzatore finale e sul beneficio economico e strategico aziendale, piuttosto che su semplici soluzioni tecniche», sottolinea Alen Arslanagic.

L’attenzione va sempre anche alla scelta di progetti, approvati dal Comitato etico interno affinché, oltre a creare vantaggi per il cliente, abbiano anche un più ampio impatto positivo, come accade ad esempio accelerando gli sviluppi di sanità e pharma, ma anche in tanti altri settori dove si va a incidere sulla sostenibilità.

Se all’inizio eravamo molto più concentrati sull’ingegneria Ai, ascoltando i nostri clienti abbiamo compreso l’importanza di offrire servizi su tutta la catena di valore. Oltre alla competenza tecnica, cercano infatti un partner in grado di comprendere le loro peculiarità e di navigare nelle complessità delle strategie di Ai e dei dati, in linea con i loro obiettivi

Alen Arslanagic

Alen Arslanagic

Co-fondatore e Ceo di Visium

Se fino a poco tempo fa, con l’eccezione di realtà già dotate di uno spirito pionieristico o stimolate da un leader digitale, era difficile che le aziende considerassero l’Ai come una capacità critica e intraprendessero il percorso, spesso impegnativo, per adottarla, oggi le resistenze interne cedono il posto all’interesse. Prima però di poter arrivare alla creazione di modelli basati su reti neuronali, ad esempio per consentire di fare previsioni, accelerare o automatizzare processi, proporre nuovi prodotti, rimuovere l’incertezza dal processo decisionale – altrimenti detto di poter creare valore economico a partire dai dati – di quei dati occorre disporre e, soprattutto, bisogna che siano di qualità. «Si stima che in generale oltre il 70% del lavoro necessario per sviluppare una soluzione Ai riguardi la raccolta e la preparazione dei dati. Uno dei principi che aiutiamo i nostri clienti ad adottare è di rendere i loro dati ‘Fair’: Findable, Accessible, Interoperable and Reusable. Ossia Trovabili, Accessibili, Interoperabili e Riutilizzabili. Il che può richiedere un notevole sforzo d’ingegneria di dati, purtroppo spesso ancora sottovalutato dalle controparti business», osserva Alen Arslanagic.

Al quinto anniversario, Visium conta ormai una sessantina di collaboratori fra ingegneri dati e cloud, data scientist e consulenti gestionali, distribuiti fra la sede principale nel Campus Unlimitrust (il nuovissimo centro dedicato alle tecnologie a supporto di un’ “economia della fiducia” promosso da Sicpa, società vodese specializzata in sistemi di sicurezza e inchiostri utilizzati nella maggioranza delle banconote nel mondo, in cui Visium si è trasferita dalla sua sede originaria presso l’Epfl) e quella al Technopark di Zurigo, aperta nel 2019, con uffici anche a Skopje, a Sarajevo e, dall’anno scorso, a Valencia, mossa strategica per rafforzare ulteriormente la posizione in Europa.

 

Dal mercato svizzero verso l'Europa

Le cinque sedi di Visium

Cinque sedi Visium
Fonte: Visium.

La crescita del team

2018-2023 e previsione* fino al 2026, Etp

Fonte: Visium.

La Svizzera rappresenta il mercato chiave, ma si può dire che, lavorando soprattutto con grandi aziende, dal mezzo miliardo in su di giro d’affari, si sviluppano di fatto soluzioni per multinazionali le cui applicazioni non conoscono frontiera. Ma come si spiega che anche queste grandi realtà, che hanno già in-house i loro reparti di Ia, preferiscano esternalizzare questa tipologia di progetti? «In realtà l’obiettivo non è esternalizzare, bensì accelerare la loro capacità di appropriarsi con successo delle opportunità dell’Intelligenza artificiale. Lavoriamo spesso proprio insieme ai loro team dedicati, trasferendo loro le conoscenze e aiutandoli a formare internamente le competenze necessarie a soddisfare le loro ambizioni. Va anche detto che per queste aziende attirare talenti è paradossalmente molto più difficile che per una start up come la nostra. Se il salario non è in questione, spesso ingegneri e data scientist che vanno a lavorare per i dipartimenti R&D di queste grandi realtà si scontrano con la frustrazione di dover aspettare anche diversi mesi prima di poter metter mano ai dati, mentre da noi possono subito cimentarsi e assumere responsabilità che accelerano la loro crescita, professionale e personale», rileva il Ceo di Visium.

Ormai sono oltre 200 i progetti all’attivo, accreditandosi in breve presso nomi quali Novartis, Roche, Nestlé, Sbb, P&G, Reckitt … A farsi notare Visium ha iniziato già nel 2019, permettendo, quando ancora nessuno si immaginava il potenziale dell’intelligenza generativa, al leader mondiale nel settore delle fragranze e degli aromi, Firmenich (attualmente dsm-firmenich, in seguito alla fusione con l’olandese Dms) di fregiarsi del primo aroma al mondo realizzato con l’Ai: «Abbiamo creato un modello in grado di generare automaticamente nuove formule chimiche che corrispondono a un gusto o a un profumo specifico, a partire dalla conoscenza di oltre 4mila ingredienti con le loro proprietà individuali, tenendo conto naturalmente conto del risultato desiderato in termini di percezione sensoriale e di vincoli di costo e prodotto di applicazione», racconta il Ceo di Visium. Integrando questo strumento nel processo di creazione dei profumieri e degli aromatieri, è stato possibile ottenere molto più rapidamente le formulazioni rispondenti alle richieste dei clienti che, una volta testate e rilasciate, hanno ricevuto valutazioni eccellenti da parte dei consumatori. Grazie alla comprensione delle differenze olfattive regionali, il modello di Ai migliora la creatività degli specialisti e garantisce un elevato livello di novità e precisione. A conferma del valore, il progetto si è poi portato a casa nel 2021 il premio di innovazione svizzera dell’anno», ricorda Alen.

Team Visium
Determinante per il successo di Visium, il suo team, che ormai conta una settantina di collaboratori. Per assicurarsi talenti, fondamentale la possibilità offerta di cimentarsi subito in progetti di ricerca e assumere responsabilità che accelerano la crescita professionale e personale.

Tante altre sono le prospettive che apre la GenAi, non solo nella più nota creazione automatica di contenuti. Le applicazioni più interessanti per le aziende, secondo le previsioni di Visium, includeranno l’automazione della generazione di rapporti, la personalizzazione delle esperienze di acquisto, lo sviluppo di assistenti virtuali avanzati e l’utilizzo dell’Ai per prevedere tendenze di mercato e comportamenti dei consumatori. L’intelligenza artificiale generativa potrà anche favorire l’innovazione nei processi decisionali e nella strategia aziendale, offrendo nuove modalità per analizzare dati complessi e generare insight azionabili.

Se per Visium il successo è arrivato quasi subito, è stata una bella sfida gestire la crescita rapidissima organica partendo da zero, senza investitori: «Abbiamo iniziato offrendo servizi a piccole e medie imprese al fine di poter presentare un portafoglio di soluzioni di successo al mercato rapidamente. Il primo anno è stato dunque a salario zero. Anche a livello personale è stata una bella sfida trovare maniere creative per riuscire a vivere con una spesa mensile che non superava di molto il migliaio di franchi. Ma da lì, grandi aziende hanno iniziato a credere in noi e a firmare contratti a lungo termine che ci hanno permesso di moltiplicare il numero di collaboratori ogni anno», ricorda il Ceo. Da una cifra di affari di 180mila franchi nel 2018 tre anni dopo si era già a 3,8 milioni.

visium Lucas Nottaris Vuk Vegezz Alen Arslanagic Pascal Rodriguez
Dopo il recente management buyout, i nuovi soci alla guida di Visium, sempre riuniti attorno al co-fondatore e Ceo Alen Arslanagic, sono pronti per un ulteriore salto di categoria: da sinistra, Lucas Nottaris, Commercial Lead, Vuk Vegezzi, Consulting Practice Lead, il Ceo Alen Arslanagic e Pascal Rodriguez, Engineering Director.

Adesso che il service-market-fit è stato ottimizzato stabilendo una solida base di competenze e costruendo relazioni di fiducia e a lungo termine con i clienti, Visium è pronta a scrivere un nuovo capitolo: «Il nostro obiettivo diventa crescere su grande scala. Ci proponiamo di consolidare ulteriormente la nostra leadership nel settore, attraversando nuovi orizzonti geografici e settoriali, e di intensificare le partnership strategiche per rimanere all’avanguardia dell’innovazione. La nostra ‘visione’ è quella di trasformare le aziende attraverso soluzioni Ai, data e cloud, sempre guidati da un ethos di responsabilità e sostenibilità», dichiara Alen Arslanagic.In questa direzione è da leggere il Management Buyout appena completato con successo. «Con la partenza di Timon e Matteo, che sono stati determinanti per costruire solide fondamenta, entrano ora nell’azionariato tre dipendenti interni già parte della squadra da anni, Vuk Vegezzi, Consulting Practice Lead, Lucas Nottaris, Commercial Lead, e Pascal Rodriguez, Engineering Director», illustra Alen Arslanagic, che conserva il suo ruolo di Ceo. Visium ha inoltre accolto investitori strategici e diversi consulenti di alto profilo per continuare ad accelerare la sua crescita e il suo successo nel mercato svizzero ed europeo. Un nuovo impulso per sfruttare al meglio anche il proprio di potenziale, in un settore dai fulminei progressi che richiede la costante disponibilità ad adottare nuovi approcci alle stesse sfide, sbloccando soluzioni sempre più potenti.

Sanità, chimica, servizi finanziari, retail, beni di consumo confezionati e lusso sono i principali settori con cui Visium collabora: un’eterogeneità che rispecchia la trasversalità di Data science e Ai. Ecco qualche case study emblematico.

Pharma. Collaborando con Roche, Visium ha aiutato ad accelerare gli studi preclinici, semi-automatizzando la detezione di lesioni in esami tossicologici. I patologi erano chiamati a trovare e classificare lesioni sottili su circa 1.600 vetrini, ognuno dei quali misura 100mila x 100mila pixel. «Abbiamo sviluppato un modello di apprendimento automatico che identifica i vetrini negativi (circa il 70%), utilizzando le più recenti tecniche di computer vision e i dati della patologia digitale. Il modello fornisce mappe di calore sui vetrini per evidenziare le aree a rischio di lesioni, rendendo più accurata ed efficiente l’analisi dei patologi. Si può così ridurre del 50% il numero di vetrini da esaminare e il rischio di falsi positivi. Vantaggi che possono potenzialmente accelerare gli studi clinici e ridurre il time-to-market», evidenzia il Ceo di Visium.

Fashion industry. Un altro esempio è la predizione dei bisogni d’inventario di un’azienda nell’industria della moda. La soluzione sviluppata per un importante nome del settore, con un fatturato di circa mezzo miliardo, ha permesso di generare un impatto economico di 16 milioni di franchi. «Basandoci su dati storici di vendita dell’azienda e dati macro come la stagionalità, abbiamo aiutato a predire i bisogni d’inventario a livello di singolo articolo e di ogni negozio a livello mondiale, cosa che avrebbe altrimenti richiesto una lunga serie di incontri regionali. Grazie all’Ai, l’errore è stato ridotto del 55%, riflettendo più accuratamente i bisogni di mercato, quindi generando meno inventario in eccesso e producendo più modelli di quelli effettivamente richiesti, contenendo di conseguenza anche i costi logistici», racconta Alen Arslanagic.

Servizi finanziari. Le applicazioni vanno dalla semplificazione del processo di onboarding allo sviluppo di strategie di pricing intelligenti. I modelli Ml possono aiutare il Risk management a migliorare il rilevamento e la prevenzione di frodi, supportando i team di compliance. Una soluzione appositamente sviluppata da Visium fa oggi parte delle core-banking solutions di una banca privata ginevrina.

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