Orologio = Svizzera. Un’equazione entrata nel senso comune e, a maggior ragione, evidente per chi fra movimenti, sfere, casse e quadranti è cresciuto, nel laboratorio artigianale di assemblaggio avviato da papà negli anni Sessanta, però dall’altra parte della frontiera. Una realtà che si è nel frattempo evoluta ed è ancora attiva, oggi a Cernobbio. Ma la tentazione di compiere il passo inverso a quello di molti frontalieri e insediarsi nella patria della loro arte è stata tanto forte da spingere Matteo Cavadini al grande passo. «Negli anni avevamo cominciato a occuparci anche di assemblaggio del prodotto finito conto terzi e sempre più spesso ci trovavamo a dar mandato a produttori esterni perché i nostri clienti richiedevano lo Swiss made. A un certo punto abbiamo capito che avremmo potuto farlo direttamente noi e così, nel 2006, abbiamo fondato Montrelux a Chiasso: anche se in Ticino non mancano i competitor, è stata una mossa vincente perché, oltre alla swissness, le condizioni quadro favorevoli ci hanno aiutati a crescere», afferma Matteo Cavadini, che dirige l’azienda.
Dai 25 metri quadri del primo ufficio, oggi si è passati a poco più di 1.000: un aumento di superficie che riflette lo sviluppo delle competenze, dall’assemblaggio conto terzi a creazione del design e gestione della progettazione tecnica, in direzione di un’assistenza al cliente a 360 gradi, incluso confezionamento, logistica e magazzino, garantendo alta specializzazione e flessibilità. «I nostri sono ovviamente piccoli numeri rispetto ai grandi produttori Oem, ma la proporzione dello scorso anno, con 70mila pezzi assemblati conto terzi e 30mila disegnati e prodotti da noi, conferma come la parte creativa e di ingegneria del prodotto stia diventando sempre più rilevante per Montrelux. Il 90% sono clienti svizzeri, sia brand insediati in Ticino che della Svizzera romanda. Principalmente si rivolgono a noi indipendenti che per creare il loro modello hanno bisogno di chi sappia supportarli in ogni passaggio con un servizio personalizzato, portando dal mondo delle idee al mercato l’orologio che hanno in mente, sulla base delle loro specifiche esigenze. A volte rimane un progetto unico, altre si rivela un microbrand destinato a crescere, come anche abbiamo marchi già più affermati e con la loro rete di distribuzione, ma senza una produzione interna, che periodicamente tornano per un nuovo progetto. Ci muoviamo fra i prodotti più commerciali, con un prezzo alla vendita di 400-500 franchi, a orologi con movimenti meccanici o automatici multifunzione che arrivano a 12-13mila franchi», illustra Matteo Cavadini.
Per essere in linea con le normative svizzere, grande cura è dedicata al controllo della qualità: dalle verifiche incrociate sulla documentazione e l’ispezione visiva dei componenti in entrata fino ai test funzionali e le verifiche estetiche finali. Tutto ciò passando da progettazione e prototipazione interna, come richiede la normativa della swissness per garantire l’eccellenza orologiera Swiss made.
Le sfide del momento ovviamente si sentono, ma Matteo Cavadini rimane positivo: «Il 2024 è stato il nostro miglior anno e anche il 2025 è iniziato bene. Andremo soprattutto a raccogliere gli investimenti fatti lo scorso anno, ci sono molti progetti in calendario e abbiamo acquisito anche nuovi clienti. Ovviamente i dazi statunitensi pongono degli interrogativi, ma abbiamo la forte consapevolezza di aver lavorato bene e la fortuna di essere una realtà familiare molto unita e in sintonia, in azienda come nel privato insieme a mio fratello e nostra sorella che fa parte del servizio di qualità», conclude il Ceo di Montrelux. Una realtà che contribuisce a dare dinamismo al tessuto orologiero ticinese, quasi interamente fatto da aziende presenti già da generazioni e che dimostra come lo spazio e le opportunità non manchino per chi ha spirito di iniziativa e sa interpretare la qualità svizzera, perché no, portando anche creatività e stile italiani nel suo Dna.
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