TM   Ottobre 2023

Un binomio vincente

Perché banche, gestori e FinTech si alleano per innovare il processo d’investimento? Mai come oggi è l’Intelligenza Artificiale a riscrivere la geometria della finanza. Un’analisi di Tommaso Migliore, Ceo & co-fondatore di MdotM.

Tommaso Migliore

di Tommaso Migliore

Ceo di MdotM

L’Ia non si ferma a ChatGpt. Ma il suo successo parla chiaro: è ormai una tecnologia matura, non più riservata ai soli addetti ai lavori. Al punto che il suo ingresso nel mondo degli investimenti è un segnale che non può passare inosservato. Chi vive i mercati lo sa bene, la crescita esponenziale dei dati negli ultimi anni ha reso sempre più difficile orientarsi nella complessità. E le nuove tecnologie, tra cui le piattaforme Ai, hanno permesso di superare questi ostacoli: più elasticità, potenza di calcolo e capacità di adattarsi ai mutamenti del mercato sono i motivi per cui i gestori oggi scelgono l’Ia per migliorare le decisioni d’investimento.

Questa svolta non arriva certo all’improvviso. Al contrario, prima che l’Ia si affermasse in un mondo dove gli errori costano caro, come quello degli investimenti, ha affrontato un lungo percorso durante il quale ha affinato le tecniche e i casi d’uso più rilevanti. È il caso dei moderni indicatori di asset allocation, dell’analisi dei regimi di mercato e dei ribilanciamenti di portafoglio assistiti dalle reti neurali per sintetizzare l’andamento di rischio, rendimento e correlazioni. Ancora una volta, il progresso tecnico permette di sbloccare opportunità prima invisibili per tenere il passo con l’evoluzione dei mercati. Segnali che emergevano già nelle indagini del Cfa Institute sul sentiment dei gestori riguardo l’adozione dell’Ia. A metà 2022, 8 su 10 si dichiaravano favorevoli ad avvalersene quale supporto delle loro decisioni d’investimento.

Arriva l'IA

Quota di gestori favorevoli a coinvolgere l'Ia nel processo d'investimento (Cfa)

Ia Processo investimento
Fonte: Cfa institute. L’accettazione dell’Ia da parte dei gestori sta crescendo in fretta, o almeno questo dichiarano.

Il successo di una nuova tecnologia comincia prima di tutto dal definirne il ruolo all’interno del processo d’investimento. Quando si parla di Ia, infatti, si possono a oggi identificare due macro famiglie che si distinguono per le loro finalità di utilizzo.

La prima (e la più utilizzata in finanza) è comunemente chiamata ‘Intelligenza Artificiale Analitica’, ossia quell’insieme di strumenti, come le reti neurali profonde, che permettono di estrarre e gestire le strutture complesse nascoste nei dati finanziari, risolvere milioni di equazioni matematiche contemporaneamente e fornire previsioni più accurate dei tradizionali metodi statistici per guidare le decisioni d’investimento.

La seconda è conosciuta con il nome di ‘Ia Generativa’: si tratta di strumenti per assemblare, simulare e ricreare, sulla base di milioni di esempi, una nuova immagine o un nuovo testo sulla base di alcune istruzioni, chiamate prompt. Questo è il caso ad esempio di MidJourney per la generazione di immagini e di ChatGpt per scrivere testo a partire da una serie di istruzioni di partenza. L’utilizzo migliore in ambito finanziario? Scrivere, ad esempio commentari, outlook, spiegazioni che aiutano l’utente finale a comprendere la complessità numerica sottostante.

Per i gestori cambiano le risposte ma non cambiano le domande. E costruire un buon portafoglio sarà sempre una partita che si vince con disciplina, costanza e lungimiranza. E non c’è dubbio che, specialmente oggi, per navigare l’incertezza dei mercati sia indispensabile incrociare i dati, intelligenza (umana) e intuito per rispondere colpo su colpo a una complessità che aumenta di giorno in giorno.

Per questo l’Ia viene adottata così frequentemente: perché è una nuova lente con la quale diventa possibile mettere a fuoco simultaneamente i singoli tasselli e l’intero mosaico senza ricorrere ad approssimazioni. E alle domande su se valga o meno la pena di usare l’Ia negli investimenti, si dovrebbero sostituire i dubbi su che cosa si perde a non usarla. Come recita un vecchio proverbio: “Il pessimista si lamenta del vento. L’ottimista aspetta che cambi. Il realista aggiusta le vele”.

 

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