TM   Dicembre 2023

Svizzera avanti, buona la Spagna

Accomunati dalla volontà di promuovere e sostenere l’innovazione, entrambi i Paesi prevedono incentivi con un’attenzione particolare alle start up e alle Pmi, articolati a livello nazionale, regionale, comunale. Se quattro regioni spagnole, inclusa Madrid, sono state considerate a livello europeo ‘strong innovator’, la Svizzera è stata classificata come innovator leader.

David Mülchi

di David Mülchi

Avvocato e Socio dello Studio Mülchi & Asociados

Corsa innovazione

Presentato al Gran Consiglio lo scorso luglio, il Messaggio 8295 sul Sostegno all’innovazione e politica economica regionale: misure per il periodo 2024-2027 si inserisce nel filone di un interesse per il tema che il nostro Cantone ha cominciato ad esprimere già dal 2015, con la pubblicazione della Legge per l’innovazione economica (LInn), con i programmi quadriennali (2016-2019 e 2020-2023) approvati attraverso le relative modifiche della legge.

Nel 2019, il Messaggio 7768 corrispondente al periodo che sta per scadere menzionava come “L’innovazione riveste un’importanza crescente nella strategia e nell’operatività delle imprese, grandi o piccole che siano. Lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi, l’adozione di nuove tecnologie e l’innovazione dei modelli d’affari garantiscono la competitività delle imprese e, in definitiva, assicurano il benessere della popolazione e uno sviluppo sostenibile ed equilibrato. Un territorio che sa posizionarsi nella distribuzione internazionale del sapere e delle competenze investendo in formazione, ricerca e innovazione, può costruirsi migliori condizioni di vita presenti e maggiori opportunità di sviluppo future”. Ebbene, è interessate rilevare come il nuovo Messaggio innesti, nella visione più tradizionale del sostegno allo sviluppo economico cantonale e regionale, un punto di vista decisamente più globale e internazionale menzionando espressamente gli “obiettivi 8, 9 e 12 dell’agenda Onu 2030 dello sviluppo sostenibile, ossia, rispettivamente ‘Lavoro dignitoso e crescita economica’, ‘Industria, innovazione e infrastrutture’ e “Consumo e produzione responsabili’ e manifestando che “è pertanto con questo intento di rafforzare anche la sostenibilità che il Consiglio di Stato intende perseguire i suoi obiettivi di politica dell’innovazione anche nel quadriennio 2024-2027, continuando a sostenere la formazione, la ricerca e l’innovazione quali capisaldi di una politica di sviluppo economico oculata e lungimirante”.

In effetti, gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sdgs), stabiliti dalle Nazioni Unite nel quadro dell’Agenda 2030, sono un invito universale all’azione per proteggere il pianeta e migliorare la vita e le prospettive delle persone in tutto il mondo. Questa serie di 17 obiettivi affronta le sfide globali più urgenti del nostro tempo, dalla creazione di posti di lavoro dignitosi alla lotta al cambiamento climatico e alla promozione dell’uguaglianza di genere. In tale contesto, il ruolo fondamentale svolto dall’ecosistema imprenditoriale svolge un ruolo importante nella costruzione di un futuro sostenibile e prospero. Il Global Startup Ecosystem Report 2021, pubblicato da Startup Genome in collaborazione con la Commissione Europea, sottolinea che le start up hanno grande potenziale per generare occupazione, promuovere l’innovazione e anche lo sviluppo economico sostenibile. Dunque il Ticino si manifesta in totale sintonia con quanto accade sul piano internazionale,  il che è decisamente degno di lode.

Anche in Spagna si assiste, non solo al crescente impegno politico per il raggiungimento degli Sdg, ma anche ad una sempre maggiore sensibilità verso le nuove start up. Secondo uno studio di PwC che analizza mille aziende con sede in Spagna, il 78% delle aziende spagnole menziona gli Sdg nei propri report e il 71% fa riferimento a obiettivi specifici, numeri superiori alla media globale rispettivamente del 72% e del 65%.

Un documento elaborato da CaixaBank con la Iese Business School a maggio 2023, suddivide le start up della classifica Top 100 secondo il loro contributo agli Sdg, riuscendo a coprire tutti i 17 obiettivi. Come prospettato dal nostro Gran Consiglio, a far la parte del leone sono gli obiettivi 9 (35%), 8 (20%) e 12 (20%), ma sono da segnalare anche le start up che perseguono gli obiettivi 3, ‘salute e benessere’ (23%) e 11, ‘città e comunità sostenibili’ (17%). In questo clima a priori favorevole agli incentivi per l’innovazione, in particolare alle start up, in attesa dell’approvazione in Ticino delle misure previste per il periodo 2024-2027, colgo l’occasione per dare qualche informazione, anche se solo sommaria, circa le misure finora prese in Spagna. Naturalmente i numeri sono altri (nel 2022 erano attive in Spagna circa 11mila start up, secondo i dati pubblicati da Invest Spain), ma è pur vero che le statistiche sono più affidabili con un campione di rilevamento più sostanzioso. Come in Svizzera, in Spagna gli incentivi all’innovazione in generale ed alle start up e Pmi in particolare, si articolano a livello nazionale, a livello regionale ed a livello comunale. È interessante osservare come in Spagna vi sia una concentrazione, di start up e Pmi innovatrici, principalmente nelle regioni di Madrid e della Catalogna. Secondo i dati della European Innovation Scoreboard 2023 and Regional Innovation Scoreboard 2023, queste regioni cosí come le regioni dei Paesi Baschi e di Navarra, sono considerate ‘strong innovator’ (un grado al di sotto della Svizzera, classificata come ‘innovator leader’). Osserviamo dunque, come esempio, le misure prese a livello nazionale e, rispettivamente, dalla regione e municipio di Madrid.

A livello nazionale, la norma più rilevante è la recente Ley 28/2022, de 21 de diciembre, de fomento del ecosistema de las empresas emergentes (o semplicemente Legge delle Start up). Questa legge, focalizzata solo sulle start up, ha la particolarità di essere stata proposta da un governo di coalizione di sinistra ed estrema sinistra ed approvata da un parlamento con una maggioranza dello stesso spettro politico. Sinceramente, in vista delle altre attività legislative dello stesso governo, questa norma rappresenta una sorprendente ‘rara avis’. Fondamentalmente, la legge promuove misure volte a incentivare le start up che possono essere riassunte in: a) misure fiscali rivolte non solo alle start up stesse, ma anche ai lavoratori (trattamento delle ‘stock options’), ai gestori di ‘venture capital’ (con una riduzione del 50% della base imponibile relativa ai ‘carried interests’, in generale alle persone fisiche che si stabiliscono in Spagna provenienti dall’estero assoggettate a un regime fiscale speciale conosciuto come Ley Beckham), deduzioni fiscali a favore degli investimenti in start up; b) misure amministrative come una maggiore flessibilità nella concessione di permessi di residenza, ‘regulatory sandboxes’, riduzione dei requisiti burocratici per gli investitori esteri; c) finanziarie, a favore dei fondatori di start up ed in generale con la gestione di fondi destinati a finanziarle.

A livello regionale, la ‘Comunidad de Madrid’ offre, tra l’altro, aiuti allo sviluppo di giovani imprese innovative basate sulla tecnologia (start up) e Pmi ad alta intensità innovativa, principalmente attraverso sovvenzioni che possono arrivare a coprire il 100% dei costi per le piccole imprese nuove (fino al limite di 80mila euro) e giovani (fino al limite di 150mila euro).

A livello municipale l’offerta è molto variata e un esempio di buona gestione amministrativa. L’ente municipale ‘Madrid Emprende’ ha come sue principali competenze la promozione, l’incoraggiamento e il sostegno dello spirito imprenditoriale dei cittadini di Madrid e la creazione e la crescita delle Pmi, rafforzando la competitività delle imprese di nuova costituzione. Le sue competenze sono: a) progettare strategie e azioni per promuovere lo spirito imprenditoriale dei cittadini di Madrid e sostenere idee che possano portare alla generazione di posti di lavoro e di nuove attività economiche; b) sviluppare relazioni nel campo dell’imprenditorialità con altre amministrazioni pubbliche, nonché istituzioni e organizzazioni, e proposte di collaborazione volte a migliorare l’attività imprenditoriale nella città di Madrid; c) promuovere la competitività nelle imprese di nuova costituzione come strumento per rafforzare l’imprenditorialità, con particolare attenzione all’innovazione tecnologica; d) promuovere e gestire la rete di incubatori d’impresa per la promozione di iniziative imprenditoriali; e) sviluppare tutte le altre funzioni che contribuiscono a generare attività che promuovano l’imprenditorialità e la creazione e la crescita di Pmi in città.

In concreto a Madrid ci sono sette centri di incubatori di impresa, dove si offrono spazi di coworking gratuiti, combinati con l’offerta di servizi comuni, con l’accompagnamento e la consulenza nella gestione imprenditoriale. Molto interessante è il recente progetto di ‘Madrid Food Innovation Hub’, spazio di incubazione d’imprese dedicate all’innovazione nell’alimentazione che dispone, tra l’altro, di laboratori sofisticati e cucine per la ricerca e sviluppo. In un Paese dove storicamente la burocrazia è stata in genere un incubo, l’iniziativa – a Madrid – di aprire uno sportello unico per gli imprenditori (Ventanila Unica Emprendedor) merita sicuramente un plauso, così come la scommessa nella digitalizzazione di servizi e pratiche amministrative.

Buon esempio è il portale ‘Madrid Emprende’, che offre a una comunità virtuale la possibilità di sviluppare sinergie tra imprenditori. Originale è l’iniziativa ‘Coffee Break’ che viene pubblicizzata sul sito del Municipio con la formula: “ Vi invitiamo a prendere un caffè! Se hai voglia di passare per un caffè e incontrare persone rilevanti e interessanti per l’imprenditorialità e altre discipline, vieni al #CoffeeBreak! Leadership, gestione del team, impegno, miglioramento continuo, motivazione… Sono tutti fattori chiave quando si tratta di raggiungere il successo professionale, sia in ambienti imprenditoriali che in altri, come l’istruzione, le arti, le istituzioni pubbliche, la scienza o lo sport (…)”.

Allora, a quando un ‘biciarin da vin-Break’ per gli imprenditori ticinesi??’

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