TM   Settembre 2024

Rischio ipermetropia

Concentrarsi troppo sulle tematiche di breve periodo può portare a più d’un problema anche in termini di rendimento. Il più grande nemico? L’irrazionalità dei comportamenti. Un’analisi di Matteo Ramenghi, Cio di Ubs Wealth Management Italia.

Matteo Ramenghi

di Matteo Ramenghi

Cio di Ubs Wealth Management Italia

Nell’ipermetropia, gli occhi vedono meglio gli oggetti distanti piuttosto che quelli vicini, che appaiono invece sfocati. Lo stesso può capitare quando si investe: la tendenza è di concentrarsi sul breve termine, trascurando il lungo. Questo comportamento può portare a decisioni impulsive e rendimenti inferiori.

Ogni anno sembra speciale e diverso dagli altri, caratterizzato da eventi che si sovrappongono e spesso hanno effetti controversi sui mercati. Questo flusso incessante di notizie e informazioni mette alla prova gli investitori, talvolta inducendoli in errore. È così che è nata la disciplina della finanza comportamentale.

Sebbene la tattica sia importante, è irrealistico pensare di poter sistematicamente entrare sui minimi e vendere prima delle correzioni. L’esperienza e le statistiche dimostrano che rimanere investiti è spesso la strategia più premiante. Il ‘market timing’ può portare infatti a cristallizzare perdite o a ottenere ritorni non ottimali.

Dal 1988 a oggi, rimanere fuori dal mercato (l’indice S&P 500) durante la giornata migliore (nel mezzo della crisi del 2008) ha significato perdere l’11% della performance, mentre disinvestire durante la migliore settimana (nella primavera 2020) ha avuto un costo del 12%. Insomma, la tattica è quindi importante, ma la strategia lo è ancora di più.

A lungo termine il mercato azionario produce i ritorni più elevati (secondo le attese circa l’8% per quello globale) nonostante una maggiore volatilità. Se questi ritorni vengono costantemente reinvestiti, producono a loro volta nuovo capitale – il cosiddetto effetto composto.

Come discusso da Morgan Housel nel libro La psicologia dei soldi, la crescita che si genera negli anni è esponenziale, ma spesso non se ne ha percezione perché la logica umana è lineare, il che aiuta a gestire la quotidianità, ma induce in errore in presenza di fenomeni esponenziali, come tecnologia ed effetto composto.

Tuttavia, un portafoglio deve includere anche posizioni meno cicliche e mantenere sempre una liquidità sufficiente a far fronte agli impegni senza dover smobilizzare gli investimenti in essere, il che richiede un’attenta pianificazione.

È importante seguire una strategia basata su propri obiettivi e specificità. Avere un progetto chiaro per organizzare il proprio patrimonio e definire una strategia che consenta di orientarsi anche in presenza di forte incertezza è essenziale per mantenere la rotta

L’inflazione erode il valore reale della liquidità: al momento i tassi d’interesse sono elevati, ma destinati a scendere rapidamente. Se bloccare rendimenti interessanti su obbligazioni a medio-lungo termine ha sicuramente senso in questa fase, detenere troppa liquidità espone invece al rischio di rendimenti decrescenti e, molto probabilmente, inferiori all’inflazione.

È dunque importante seguire una strategia basata su propri obiettivi e specificità. Avere un progetto chiaro per organizzare il proprio patrimonio e definire una strategia che consenta di orientarsi anche in presenza di forte incertezza è essenziale per mantenere la rotta.

Incrociando diverse tecniche, alcune sviluppate negli Stati Uniti per investitori privati e altre mutuate dall’asset liability management di banche e assicurazioni, nasce il concetto di Wealth Way, che organizza il patrimonio in tre diverse dimensioni: Liquidità, Longevità e Lascito. A ciascuna è associata una missione diversa, in modo da strutturare il patrimonio sulla base degli obiettivi degli investitori.

Liquidità: coprire le spese previste in un orizzonte di tre-cinque anni o di altri impegni finanziari legati alla propria attività. La liquidità e gli investimenti di questa strategia devono essere stabili per evitare oscillazioni, dato un orizzonte breve.

Longevità: pensare a quanto sarà necessario per il resto della propria vita, includendo portafogli orientati alla crescita, patrimoni previdenziali e immobili utilizzati direttamente.

Lascito: il patrimonio eccedente il capitale necessario. Guardando al lungo periodo, questi portafogli possono avere un profilo più aggressivo e includere una quota maggiore di azioni e investimenti illiquidi, arte e immobili.

Avere la possibilità di lasciare investita in modo diversificato una parte del portafoglio, mantenendo una liquidità sufficiente a far fronte ai propri bisogni senza smobilizzare il capitale, dovrebbe consentire nel tempo di registrare performance migliori. Un approccio di questo tipo può inoltre aiutare a evitare i classici errori comportamentali, come il troppo ottimismo nelle fasi positive e l’eccessiva avversione al rischio in quelle burrascose. Ma consente anche di valutare in modo olistico il patrimonio di un investitore, evitando la duplicazione di rischi.

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