Nell’ipermetropia, gli occhi vedono meglio gli oggetti distanti piuttosto che quelli vicini, che appaiono invece sfocati. Lo stesso può capitare quando si investe: la tendenza è di concentrarsi sul breve termine, trascurando il lungo. Questo comportamento può portare a decisioni impulsive e rendimenti inferiori.
Ogni anno sembra speciale e diverso dagli altri, caratterizzato da eventi che si sovrappongono e spesso hanno effetti controversi sui mercati. Questo flusso incessante di notizie e informazioni mette alla prova gli investitori, talvolta inducendoli in errore. È così che è nata la disciplina della finanza comportamentale.
Sebbene la tattica sia importante, è irrealistico pensare di poter sistematicamente entrare sui minimi e vendere prima delle correzioni. L’esperienza e le statistiche dimostrano che rimanere investiti è spesso la strategia più premiante. Il ‘market timing’ può portare infatti a cristallizzare perdite o a ottenere ritorni non ottimali.
Dal 1988 a oggi, rimanere fuori dal mercato (l’indice S&P 500) durante la giornata migliore (nel mezzo della crisi del 2008) ha significato perdere l’11% della performance, mentre disinvestire durante la migliore settimana (nella primavera 2020) ha avuto un costo del 12%. Insomma, la tattica è quindi importante, ma la strategia lo è ancora di più.
A lungo termine il mercato azionario produce i ritorni più elevati (secondo le attese circa l’8% per quello globale) nonostante una maggiore volatilità. Se questi ritorni vengono costantemente reinvestiti, producono a loro volta nuovo capitale – il cosiddetto effetto composto.
Come discusso da Morgan Housel nel libro La psicologia dei soldi, la crescita che si genera negli anni è esponenziale, ma spesso non se ne ha percezione perché la logica umana è lineare, il che aiuta a gestire la quotidianità, ma induce in errore in presenza di fenomeni esponenziali, come tecnologia ed effetto composto.
Tuttavia, un portafoglio deve includere anche posizioni meno cicliche e mantenere sempre una liquidità sufficiente a far fronte agli impegni senza dover smobilizzare gli investimenti in essere, il che richiede un’attenta pianificazione.
È importante seguire una strategia basata su propri obiettivi e specificità. Avere un progetto chiaro per organizzare il proprio patrimonio e definire una strategia che consenta di orientarsi anche in presenza di forte incertezza è essenziale per mantenere la rotta
L’inflazione erode il valore reale della liquidità: al momento i tassi d’interesse sono elevati, ma destinati a scendere rapidamente. Se bloccare rendimenti interessanti su obbligazioni a medio-lungo termine ha sicuramente senso in questa fase, detenere troppa liquidità espone invece al rischio di rendimenti decrescenti e, molto probabilmente, inferiori all’inflazione.
È dunque importante seguire una strategia basata su propri obiettivi e specificità. Avere un progetto chiaro per organizzare il proprio patrimonio e definire una strategia che consenta di orientarsi anche in presenza di forte incertezza è essenziale per mantenere la rotta.
Incrociando diverse tecniche, alcune sviluppate negli Stati Uniti per investitori privati e altre mutuate dall’asset liability management di banche e assicurazioni, nasce il concetto di Wealth Way, che organizza il patrimonio in tre diverse dimensioni: Liquidità, Longevità e Lascito. A ciascuna è associata una missione diversa, in modo da strutturare il patrimonio sulla base degli obiettivi degli investitori.
Liquidità: coprire le spese previste in un orizzonte di tre-cinque anni o di altri impegni finanziari legati alla propria attività. La liquidità e gli investimenti di questa strategia devono essere stabili per evitare oscillazioni, dato un orizzonte breve.
Longevità: pensare a quanto sarà necessario per il resto della propria vita, includendo portafogli orientati alla crescita, patrimoni previdenziali e immobili utilizzati direttamente.
Lascito: il patrimonio eccedente il capitale necessario. Guardando al lungo periodo, questi portafogli possono avere un profilo più aggressivo e includere una quota maggiore di azioni e investimenti illiquidi, arte e immobili.
Avere la possibilità di lasciare investita in modo diversificato una parte del portafoglio, mantenendo una liquidità sufficiente a far fronte ai propri bisogni senza smobilizzare il capitale, dovrebbe consentire nel tempo di registrare performance migliori. Un approccio di questo tipo può inoltre aiutare a evitare i classici errori comportamentali, come il troppo ottimismo nelle fasi positive e l’eccessiva avversione al rischio in quelle burrascose. Ma consente anche di valutare in modo olistico il patrimonio di un investitore, evitando la duplicazione di rischi.
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