TM   Marzo 2024

Di rischi geopolitici

I prossimi mesi si segnalano per un calendario elettorale particolarmente denso, e la persistenza di conflitti importanti. Cosa è lecito aspettarsi in termini di mercati finanziari? Un’analisi di Luca Henzen, Derivatives Analyst Chief Investment Office di Ubs Global Wealth Management.

Luca Henzen

di Luca Henzen

Derivatives Analyst Cio di Ubs Global Wealth Management

Dalla fine del 2023, i mercati finanziari sono stati guidati dalla crescente convinzione che la Federal Reserve taglierà i tassi in modo più o meno aggressivo nel corso del 2024. Le aspettative di molti investitori si sono infatti orientate ad uno scenario di ‘atterraggio morbido’ per l’economia americana. Sebbene questo scenario dovrebbe supportare i mercati nei prossimi mesi, non si possono però escludere altri esiti.

Gli appuntamenti alle urne, le tensioni geopolitiche, nuovi progressi delle applicazioni di intelligenza artificiale e improvvisi dietrofront di politica monetaria potrebbero infatti avere un impatto significativo sui mercati in una direzione o nell’altra. E proprio gli sviluppi politici dovrebbero svolgere un ruolo di primo piano. Tra questi le elezioni presidenziali americane, le guerre in corso tra Israele e Hamas e tra Russia e Ucraina e la rivalità tra Stati Uniti e Cina.

Tensioni in Medio Oriente. La guerra a Gaza, iniziata dopo l’attacco di Hamas contro Israele del 7 ottobre, non accenna a finire. Israele è ancora oggetto di attacchi giornalieri, anche da parte delle milizie libanesi di Hezbollah lungo il confine settentrionale. A fronte delle forti pressioni internazionali per porre fine alle ostilità e alla crisi umanitaria nella Striscia di Gaza, proseguono i negoziati per un cessate il fuoco e uno scambio di ostaggi.

Secondo alcuni mezzi d’informazione le due parti starebbero esaminando delle proposte di tregua, ma le loro posizioni sembrerebbero ancora distanti. Il conflitto tra Israele e Hamas ha dato inizio ad ulteriori episodi nella regione. Gli attacchi dei gruppi filo-iraniani a basi israeliane e statunitensi nella regione si sono moltiplicati, provocando interventi ritorsivi. A causa degli attacchi degli Houthi nel Mar Rosso ora le navi mercantili devono optare per rotte alternative.

Tutto lascia quindi pensare che scontri e tensioni perdurino nei mesi a venire. È probabile che gli attacchi contro le navi in transito nel Mar Rosso continuino malgrado le contromisure adottate principalmente dagli Stati Uniti.

Le rotte di navigazione diventeranno di conseguenza più lunghe, ma le forniture di greggio e di merci non si interromperanno. L’amministrazione Biden ha indicato che non ha intenzione di impegnarsi in una guerra contro l’Iran, ma gli scontri tra Israele e i suoi alleati e i gruppi filo-iraniani sembrerebbero destinati a continuare. Il perdurare delle interruzioni dei traffici commerciali terrà alto il costo dei trasporti, ma le conseguenze per l’inflazione globale dovrebbero rivelarsi limitate. Malgrado la recente impennata, i costi di trasporto rappresentano infatti solo una piccola parte degli indici dei prezzi al consumo.

La guerra tra Russia e Ucraina. L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia nel febbraio 2022 ha inizialmente scosso i mercati globali in un contesto economico già difficile. La guerra ha sconvolto le convinzioni ben radicate sulla situazione della sicurezza in Europa, ha portato a una riorganizzazione dei flussi commerciali globali di energia e ha costretto molti Paesi ad aumentare i finanziamenti per la difesa. L’impennata dei prezzi delle materie prime innescata dalla guerra si è aggiunta a un contesto di inflazione già elevata mentre il mondo era alle prese con l’impatto della pandemia.

La guerra è ormai in corso da due anni ma nel contesto attuale, sembrerebbe avere un impatto limitato sui mercati finanziari globali. Le preoccupazioni per l’uso di armi non convenzionali, i danni alle centrali nucleari ucraine, un coinvolgimento militare diretto della Nato e un crollo delle forniture energetiche dalla Russia sono passate in secondo piano.

L’Ucraina rimane dipendente dai finanziamenti occidentali e dalla fornitura di armi per il suo sforzo bellico, ma l’atteggiamento dell’Occidente nei confronti della guerra sembra cambiare gradualmente. Le tensioni sulle finanze pubbliche, gli ostacoli politici interni e la concomitanza del conflitto in Medio Oriente sembrerebbero aver frenato parzialmente la spinta di sostegno all’Ucraina. E proprio il vacillante sostegno occidentale e la mancanza di progressi sul campo di battaglia potrebbero far crescere le probabilità di nuovi negoziati, anche se un accordo di cessate il fuoco tra Russia e Ucraina sembra ancora piuttosto improbabile nel breve termine.

È probabile che la guerra si estenda fino al 2025, anche se gli sforzi per i negoziati si intensificheranno. L’impatto economico globale della guerra è ora marginale, poiché i problemi di approvvigionamento energetico causati dalle sanzioni occidentali e dall’uso delle esportazioni di materie prime da parte della Russia sono stati in gran parte risolti dal reindirizzamento dei flussi. Sebbene il sostegno finanziario e militare all’Ucraina pesi sulle finanze pubbliche occidentali, è così probabile che l’impatto della guerra sui mercati rimanga limitato.

Trasporto su acqua

Transito settimanale di navi porta-container per il canale di Suez

Transito navi canale suez
Fonte: Ubp 24.

Pressioni in riduzione

Andamento dei prezzi del barile e del gas (in eur, e usd)

Andamento prezzi barile
Fonte: Ubs 2024.

Elezioni americane e tensioni Cina-Usa. Il 2024 sarà un anno ricco di elezioni con oltre quattro miliardi di persone che saranno chiamate ad esprimere il proprio voto passando da Stati Uniti a Europa e tanti altri. Le presidenziali statunitensi dovrebbero avere una rilevanza maggiore a livello globale. Dopo i recenti sviluppi nelle primarie Repubblicane, si delinea una sfida tra l’attuale presidente Joe Biden e il già presidente Donald Trump. La storia insegna che campagne elettorali contestate difficilmente innescano una correzione dei mercati azionari e l’effettivo impatto dipenderà anche dalla composizione del Congresso che potrebbe diluire il raggio d’azione di entrambi i candidati.

Indipendentemente dal risultato delle elezioni americane, le tensioni tra Stati Uniti e Cina probabilmente continueranno. La politica di dazi commerciali e controlli sulle esportazioni attuata dalla scorsa amministrazione Trump è stata portata avanti anche dopo l’avvicendamento alla Casa Bianca nel 2020. I rischi futuri per la borsa cinese, già sotto pressione da una situazione economica complicata, sono legati a possibili ulteriori limitazioni ai flussi di merci e capitali.

Sebbene negli ultimi mesi ci siano stati tentativi di riavvicinamento tra i due presidenti Xi Jinping e Joe Biden, la difficile relazione tra queste due super potenze rappresenta un rischio per l’economia globale su molti fronti. Per esempio, Trump ha proposto di imporre dazi tra il 10 e il 60% sulle merci cinesi, dovesse essere rieletto, e il congresso americano sta considerando una proposta di legge per bloccare l’attività di alcune società cinesi nel campo delle biotecnologie che potrebbero avere legami con l’esercito.

Come delineato, i rischi geopolitici non mancano. Sebbene l’attuale contesto macro economico indichi un potenziale positivo per le maggiori classi d’investimento, gli investitori dovranno comunque prepararsi a potenziali balzi di volatilità. Mantenere una buona diversificazione sia a livello geografico che di asset class rimane quindi una componente chiave nella costruzione di un portafoglio.

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