Di recente è arrivata l’ufficialità: nell’ultimo anno i medicamenti sono stati la voce di costo più consistente nell’assicurazione di base. Secondo una statistica dell’Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp), rappresentano il 22,2% delle prestazioni. Per il futuro del sistema sanitario svizzero è dunque fondamentale un dibattito critico sulla struttura dei prezzi e sulla sostenibilità finanziaria di nuovi medicamenti costosi, considerato il carattere ormai obsoleto delle regole prescritte dalla legge inerenti la definizione dei prezzi. Sia il livello nazionale dei prezzi dei medicamenti comparabili sia i confronti con i prezzi applicati all’estero contribuiscono alla spirale, gravando fortemente su un’assicurazione di base finanziata in modo solidale.
Le disposizioni attualmente in vigore fanno sì che, nonostante un forte aumento dell’impiego e dei dati di vendita dei medicamenti, questi mantengano prezzi elevati per anni dopo l’omologazione. L’ultimo Rapporto Helsana sui medicamenti mostra in maniera piuttosto concreta come i medicamenti contribuiscano significativamente all’aumento dei costi sanitari. Nel settore ambulatoriale dell’assicurazione di base, il rapporto documenta un incremento dei costi di 360 milioni di franchi rispetto agli 8,5 miliardi del 2022, in particolare determinato dai medicamenti contro il cancro, il diabete e la fibrosi cistica.
Stiamo assistendo a un impiego sempre maggiore dei medicamenti, la cui importanza cruciale nell’assistenza sanitaria è determinata dalla loro capacità di influenzare positivamente il decorso delle malattie. Tuttavia, alcuni non tengono fede ai risultati promessi, non vengono impiegati in osservanza alle risultanze scientifiche più recenti oppure hanno costi sproporzionati, in special modo le nuove terapie, che non è detto però siano migliori delle precedenti. Nel 2022, ad esempio, solo 4 dei 45 nuovi medicamenti presentavano caratteristiche realmente innovative. Per premiare queste vere innovazioni occorrono dunque nuove regole per la definizione dei prezzi. Ad esempio, nel 2021 è stato immesso sul mercato un medicamento altamente efficace per le persone affette da fibrosi cistica. Nonostante migliori sensibilmente la qualità della vita, il suo costo è di circa 135mila franchi l’anno per persona. Nel 2022 sono stati quasi 500 i pazienti sottoposti a questo trattamento, con costi aggiuntivi pari a circa 70 milioni di franchi. Un notevole onere finanziario per il nostro sistema sanitario per un singolo medicamento.
Una proposta di soluzione a questo problema potrebbe essere una riduzione automatica del prezzo all’aumentare dei dati di vendita, come già accade da tempo per gli sconti sulle quantità applicati in altri mercati. Lo sconto sulle quantità stabilito nella sessione estiva dal Consiglio degli Stati nell’ambito del secondo pacchetto di contenimento dei costi dimostra certamente come le cose si stiano muovendo nella giusta direzione. Tuttavia, lo sconto dovrebbe essere riesaminato annualmente, anziché ogni tre anni, ed essere applicato direttamente al prezzo del medicamento, evitando così successivi rimborsi agli assicuratori malattia. Tali rimborsi alterano infatti la verità dei costi e indeboliscono la solidarietà nell’assicurazione di base. Purtroppo, di tutte le misure relative ai medicamenti contenute nel secondo pacchetto, quella dello sconto sulle quantità è l’unica efficace in termini di costi. Se non dovesse essere attuata, verrebbe mancato del tutto l’obiettivo di contenerli: un risultato tutt’altro che nell’interesse di chi paga i premi.
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