Continua la corsa delle tecnologie agroalimentari e la Casa d’investimento PeakBridge vuole esserne una delle principali protagoniste. Infatti, il gestore di fondi ha recentemente chiuso il suo Growth Fund II a 187 milioni di dollari, in partnership con il braccio armato di Private Equity della banca Edmond de Rothschild. L’AuM totale è così balzato a oltre 250 milioni di dollari. E l’obiettivo è chiaro: continuare a investire nell’innovazione agroalimentare, lottando al contempo contro il cambiamento climatico.
PeakBridge, che ha uffici in diverse nazioni tra cui Lussemburgo, Svizzera e Malta, sa bene che per un mondo più sostenibile non bisogna intervenire solo sull’inquinamento derivante dai mezzi di trasporto o dagli edifici. Anche il cibo che arriva in tavola può avere un impatto concreto. Perciò, quando la società fondata da Erich Sieber e Nadav Berger nel 2020 investe, lo fa sempre calcolando non solo il potenziale rendimento ma anche le ripercussioni che tale investimento potrebbe avere sull’ambiente.
Tra gli investitori figurano nomi di spicco, quali Grupo Bimbo, Royal Cosun e Arancia, oltre a istituzioni finanziarie come Builder’s Initiative, tutti convinti da una precisa strategia. “Investiamo in tecnologie B2B, scalabili e protette”, ha detto Berger in un’intervista ad AgFunderNews. Aggiungendo che “non siamo mai entrati nell’hype del B2C a base vegetale, ma se possiamo investire in tecnologie che rendono le alternative alla carne e ai latticini più pulite, più gustose o con una consistenza migliore, allora ci mettiamo in gioco”.
Il co-fondatore ha poi evidenziato che ad attrarre sempre più investimenti sono la digitalizzazione e l’intersezione tra Intelligenza Artificiale e cibo. “È vero che è di moda e costantemente al centro dell’attenzione, ma sta accadendo – ha puntualizzato Berger. Abbiamo almeno sei aziende che ora sono fortemente supportate dall’Intelligenza Artificiale”.
Dall’efficienza della catena di approvvigionamento all’accelerazione del processo di ricerca e sviluppo, l’Ia ha indiscutibilmente il potenziale per trasformare nel profondo l’industria alimentare.
Dall’efficienza della catena di approvvigionamento all’accelerazione del processo di ricerca e sviluppo, l’Ia ha il potenziale per trasformare l’industria alimentare. La sfida è però ostica, dovendo fare i conti con sistemi biologici spesso imprevedibili, le infrastrutture generalmente necessarie sono costose, e gli ambienti normativi complessi
In questo settore la sfida è particolarmente ostica, perché bisogna fare i conti con sistemi biologici spesso imprevedibili, sono generalmente necessarie costose infrastrutture e gli ambienti normativi sono complessi.
Ma Berger ci crede fino in fondo: “Tutti noi dello spazio foodtech abbiamo bisogno di storie di successo e di Exit da condividere. Ed è perciò che questa raccolta di fondi è entusiasmante”. Secondo il cofondatore, difatti, anche gli investitori più cauti nei confronti dell’AgriTech potranno vedere il potenziale dell’Ia nel settore, confrontandolo con altri modelli di investimento. “Quindi, se una nostra azienda raggiunge X milioni di Arr (ricavi ricorrenti annuali), può essere paragonata alle aziende di software, per le quali esistono multipli noti e accettati”, ha sottolineato Berger.
Tastewise è un esempio concreto di società supportata dall’Ia già nel portafoglio di PeakBridge. Si tratta infatti di una piattaforma online che permette alle aziende del settore alimentare e delle bevande (compresi i giganti del settore PepsiCo e Nestlé) di analizzare i dati provenienti dai menu dei ristoranti, dalle ricette online e dai post sui social media. Tutto questo aiuta a sviluppare approfondimenti sulle tendenze emergenti, riuscendo a intercettare i nuovi bisogni del consumatore per poi creare prodotti più in linea con le richieste del mercato, in evoluzione.
Tra le altre società di PeakBridge figurano anche la start up australiana Vow, produttrice di carne coltivata, e l’austriaca Kern Tec, che riutilizza i noccioli della frutta in prodotti di maggior valore. Oppure la britannica Win-Win, produttrice di un rivoluzionario ‘cioccolato alternativo’, del tutto privo di cacao.
A livello globale, secondo Spherical Insights, la dimensione del mercato agroalimentare tech si è attestata a 22,1 miliardi di dollari nel 2022 e stando alle previsioni è destinata a lievitare a ben oltre i 75 miliardi già entro il 2032. La concorrenza sarà sempre più agguerrita e Berger si dichiara convinto che questo sia il momento perfetto per investire, perché “siamo tornati a un mondo normale in cui le valutazioni si basano su multipli, vendite e redditività”.
© Riproduzione riservata