La crescita del Pil mondiale rimane robusta, superiore al 3% nel 2025, con ampi contributi regionali nonostante le notevoli variazioni. La crescita degli Stati Uniti si riduce al 2,1%, superando comunque l’1,8% potenziale. L’Eurozona accelera all’1,2%, nonostante il freno di Germania e Francia. L’Asia si difende con un +4,6%, grazie al +7% indiano. L’inflazione si stabilizza vicino a una media del 2% nelle principali economie avanzate, mentre sale all’1% in Cina, e si limita al 4,3% in India. Il mix crescita/inflazione rimane favorevole, anche se con diversi potenziali rischi.
Scenario di base (70%). È caratterizzato da una crescita globale moderata e da un’inflazione in calo, che consentono il normalizzarsi della politica monetaria. Nonostante rischi di volatilità, a patto di mantenere una flessibilità tattica non dovrebbero mancare opportunità per gli investitori, che dovrebbero considerare i picchi quali interessanti punti d’ingresso, pur rimanendo disciplinati.
Scenario orso (20%). I due principali rischi sono la ripartenza dell’inflazione, stile anni ‘70, e una crescita globale in calo verso il 2% in un contesto di rallentamento. A dimostrarsi vulnerabile sarebbe l’Eurozona, e la Bce potrebbe riaprire i rubinetti del Qe. Le valutazioni azionarie non sarebbero quindi più così ragionevoli, soprattutto se si considerano i premi per il rischio compressi in tutte le asset class.
Scenario toro (10%). La crescita globale potrebbe superare il 3,5%, trainata dall’innovazione tecnologica, in particolare dagli aumenti di produttività derivanti dall’Ia, sostenendo la crescita, contenendo l’inflazione. Scontando una ripresa in Cina ed Eurozona, ci sarebbero i presupposti per mantenere una politica monetaria accomodante, favorendo un apprezzamento degli asset più rischiosi, mantenendo stabile il reddito fisso.
Strategia cross-asset. Si conferma una posizione di ‘rischio’ a favore delle azioni rispetto alle obbligazioni, in particolare per gli investitori in franchi. La maggiore volatilità prevista richiede una gestione agile del portafoglio e un attento posizionamento del rischio.
Azionario. I mercati statunitensi mantengono la loro leadership grazie a una crescita superiore degli utili, a margini stabili e alla componente tech. Il focus rimane sulle società di qualità, con utili solidi, vantaggio competitivo, e buoni dividendi, grazie a un payout ratio sostenibile.
Reddito fisso. Con i rendimenti svizzeri che rimangono sotto lo 0,5% e gli spread creditizi compressi, rimane fondamentale un posizionamento selettivo in titoli di alta qualità, senza scendere a compromessi.
Strategia ‘Gold plus’. I metalli preziosi mantengono la loro importanza come diversificatore e copertura dall’inflazione, offrendo un potenziale interessante in un contesto di politica monetaria in evoluzione e di maggiore incertezza.
Sfide e rischi. Le politiche proposte in materia di dazi, immigrazione e reshoring da Trump hanno implicazioni inflazionistiche intrinseche e potenzialmente frenano la crescita. Sebbene l’attuazione possa essere molto ampia, cambiamenti significativi delle politiche richiedono un attento posizionamento del portafoglio e strategie di gestione del rischio.
Qualche rischio anche rispetto all’indipendenza della Fed, che sarà messa a dura prova, e qualsiasi confronto con la Casa Bianca potrebbe innescare una significativa incertezza di mercato.
Da ultimo, i livelli di debito e deficit raggiunti negli Stati Uniti, nonostante un contesto macro positivo, aprono a una vulnerabilità strutturale che potrebbe innescare improvvisi cambiamenti nel sentiment del mercato, con ripercussioni su azioni e titoli di Stato.
© Riproduzione riservata