Caro lettore,
il Vecchio Continente da intendersi quale espressione geografica, e per sostenibile o meno che sia, rimane la patria del manifatturiero, come Svizzera, Italia e Germania confermano tutti i giorni. Le materie prime sono dunque un tema di capitale importanza, spesso snobbato, se non per questioni destinate a rimanere irrisolte. Eppure sempre in Europa nel corso degli anni si sono insediati i giganti del trading mondiale, e proprio in Svizzera hanno trovato la loro casa, a mancare continuano a essere queste risorse. Ma del resto a geologia non si comanda…
Al centro del dibattito politico e geopolitico è da ormai un decennio che si tratta e contratta di ‘indipendenza strategica’, ossia l’affrancarsi dell’Europa da altri Paesi esportatori di materie prime considerati o considerabili ostili, provvedendo da sé ai propri bisogni. Al di là che questo sia o meno possibile, la vera domanda è sino a che punto convenga davvero destinare decine di trilioni di euro e franchi per conquistare questa indipendenza, laddove forse non sono queste le vere materie prime di domani, ma solo di oggi. Le tecnologie cambiano, e gli elementi necessari a farle funzionare anche.
L’Europa non dispone di campioni digitali, ma se il petrolio di domani saranno i dati, non dovrebbe forse ragionare su quello, e sul come prevenire questo nuovo genere di cartelli?
Risorse ‘di primaria importanza’ a loro volta, anche la sanità, l’immobiliare e il tempo nelle differenti interpretazioni, mentre il futuro già incalza, sono materia di un dibattito che si spera non produca solo parole.
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