L’esito della votazione popolare sull’introduzione di una 13esima mensilità per i beneficiari di rendite Avs in Svizzera ha sorpreso solo in parte. Il fatto però che, per la prima volta da quando è in atto il nuovo Stato (cioè dalla Costituzione del 1848) il popolo e anche i cantoni si siano detti contrari (nella misura del 58,2% e di 16 cantoni su 26) al Consiglio federale e al Parlamento su un tema sociale può creare qualche preoccupazione.
Infatti la concreta applicazione del nuovo articolo costituzionale sta già creando discussioni fin dalla stessa sera della consultazione. A livello politico vi è chi teme una svolta a sinistra degli elettori svizzeri. Timori, però, subito contraddetti dall’esito di alcune elezioni a livello cantonale che hanno confermato la tendenza al ribasso del centro-sinistra e qualche guadagno al centro o a destra.
Tutti i commentatori concordano sul fatto che i votanti non si sono schierati politicamente, ma molti si sono lasciati guidare da considerazioni personali. Hanno infatti votato a favore dell’iniziativa soprattutto i pensionati (78%) accompagnati da chi ha un reddito inferiore (69%). Chi ha meno di 34 anni ha invece votato contro l’iniziativa nella misura del 40%. Eppure, a livello nazionale, il centro-destra può contare sul 63,9% dei voti.
Questi dati, rilevati da un’indagine a campione eseguita subito dopo il voto, hanno quindi confermato in parte il timore di uno scontro fra generazioni. In altri termini anche in Svizzera si è manifestato il classico ‘prima a me’. E molti dei favorevoli hanno giustificato l’atteggiamento dicendo che i soldi ci sono, basta non sprecarli per aiuti all’estero, al salvataggio di banche o perfino per l’esercito. Atteggiamento che contrasta singolarmente con precedenti decisioni popolari che non avevano seguito le raccomandazioni della sinistra. Perfino di recente il progetto Avs 21, che contemplava un aumento dell’età di pensionamento delle donne e un aumento dell’Iva era stato accettato, pur con una maggioranza molto risicata.
Il problema di fondo è quello di trovare il necessario finanziamento. Si sa chela 13esima mensilitàverrà a costare tra i 4 e i 5 miliardi all’anno.La domanda è chi e comeli pagherà? Già dal 2027il fondo Avs spenderà piùdi quanto incassa
Ma, accettato il principio della 13esima mensilità, i maggiori problemi si presentano ora per l’applicazione concreta a livello legislativo. I maggiori costituzionalisti svizzeri hanno già trovato il modo di esprimere pareri divergenti, pur concordando sul fatto che l’articolo costituzionale va applicato ed entro il termine previsto del primo gennaio 2026. A Berna si stanno sollevando dubbi circa la possibilità di rispettare questo termine già a livello di Governo, ma poi ancora a livello dei due rami del Parlamento. Vi è anche chi ipotizza un intervento, per decreto, del Governo. Cosa che, però, metterebbe il Parlamento davanti al fatto compiuto e senza rispettare l’imperativo dell’urgenza.
Il problema di fondo è, infatti, quello di trovare il necessario finanziamento. Si sa che la 13esima mensilità verrà a costare tra i 4 e i 5 miliardi all’anno. La domanda è chi e come li pagherà? Già dal 2027 il fondo Avs spenderà più di quanto incassa e non potrebbe più rispettare la legge che prevede un capitale che non può scendere sotto l’ammontare della spesa annua. Nel 2027 si prevedono infatti uscite per 59,5 miliardi ed entrate per 75,4 miliardi, con un capitale a disposizione di 55,9 miliardi.
Vista la situazione finanziaria della Confederazione, che deve rispettare anche il freno all’indebitamente, si potrà contare solo parzialmente su un sussidio federale. Le entrate dovranno quindi venire da un aumento del contributo degli assicurati e da un nuovo aumento Iva, analogo a quello già entrato in vigore.
Quest’ultimo provvedimento relativizza lo scopo dell’iniziativa, che era quello di compensare l’aumento del costo della vita, ciò che non farà l’aumento dell’Iva, che ovviamente inciderà su prezzi e costo della vita. Le organizzazioni dei datori di lavoro, che pagano la metà del contributo Avs dei dipendenti, non vogliono assumersi altri oneri che incideranno sul costo del lavoro, già reso oneroso da altri tributi e a livello di export dal franco forte.
Nettamente respinta, invece, l’iniziativa per un aumento dell’età di pensionamento. Eppure questa poteva essere una misura per il pagamento della 13esima mensilità. Aveva però il difetto di prevedere più tardi un adeguamento automatico alla speranza di vita. Anch’essa è però stata danneggiata dal chiaro populismo che ha caratterizzato questa tornata elettorale e che rischia di condizionare anche le previste votazioni, in particolare quella sulle pensioni professionali, ma anche quella sulla riduzione dei premi di cassa malati.
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