I prodotti strutturati sono ormai una componente imprescindibile dei portafogli degli investitori, sia in Svizzera che a livello internazionale. Sebbene le modalità e le strutture di rimborso possano variare, il successo di questa classe di attivi è ormai consolidato. In quanto mercato maturo, negli ultimi 15 anni si è sviluppata una notevole automazione dei processi di lancio: dalla documentazione alla quotazione, fino alla creazione del prodotto a livello clearing house. Questa automazione ha contribuito a ridurre i costi di emissione, rendendo possibile la creazione di strumenti su misura anche per importi limitati.
Se vent’anni fa l’emissione di una semplice reverse convertible su titoli come Roche, Nestlé e Novartis richiedeva almeno dieci milioni di franchi e l’impiego di numerosi professionisti nei reparti Front, Middle e Back Office, sia presso la banca emittente che presso Euroclear, oggi lo stesso prodotto può essere lanciato in pochi minuti, con pochi clic, e per importi decisamente più contenuti, senza alcun intervento umano.
Il consulente/venditore sta dunque scomparendo? Molto probabilmente no. Al contrario, l’automazione e l’intelligenza artificiale sono strumenti alleati del broker, in grado di moltiplicare il suo tempo e migliorare il servizio offerto. Le dimensioni minime dei prodotti sono diminuite, il numero di opzioni è aumentato, ma i volumi sono rimasti invariati. E le giornate hanno ancora 24 ore!
L’unico modo per tenere il passo e mantenere lo stesso livello di servizio nei confronti dei propri clienti non implica l’eliminazione della figura del consulente. Gli investitori hanno bisogno di consulenti che li educhino, li guidino e li supportino. Pertanto, il consulente deve essere ‘potenziato’ dalla tecnologia, che gli consente di presentare soluzioni in modo semplice, chiaro e, soprattutto, completo. Questo obiettivo si raggiunge solo attraverso un uso intelligente e integrato dei dati e una profilazione accurata del cliente.
È però fondamentale rivolgersi a veri professionisti del settore, e società specializzate con esperienza; troppo spesso si osserva come la distribuzione di prodotti finanziari avvenga in un contesto locale, con soluzioni che variano significativamente da un Paese all’altro. Ogni nazione ha il proprio “bestseller”, che spesso riflette prerogative fiscali locali o pregiudizi sociologici. Ad esempio, in Svizzera è popolare il reverse convertible a 1 anno, mentre in Francia il prodotto più comune è l’autocall indicizzato a 10 anni.
Come andare oltre questa barriera? Educazione e contenuti adeguati, chiari e attraenti. In un contesto in cui il numero di prodotti è cresciuto considerevolmente, l’unico modo è sfruttare la tecnologia. Si creerà così un circolo virtuoso per gli investitori, che avranno finalmente accesso a soluzioni diversificate e performanti, uscendo dalla loro zona di comfort. Sarebbe un peccato per chi desideri utilizzare la propria liquidità in eccesso, non poter accedere alla vasta gamma di meccanismi e profili di guadagno offerti dagli strutturati. In questo modo, si potrà ridurre anche la confusione del “Odio i prodotti strutturati”. Affermazione frutto di una visione distorta e limitata. Ecco dunque alcune caratteristiche:
– Scadenze: da 1 mese a 15 anni;
– Rendimenti: partecipazione agli utili;
– Capitale: garantito o leva finanziaria;
– Sottostante: azioni, credito, materie prime, tassi d’interesse.
Troppe volte gli strutturati sono confinati ai best-seller. In realtà, sono la famiglia di strumenti finanziari più adattabile in assoluto. Praticamente ogni esigenza dell’investitore può essere soddisfatta tramite una soluzione ‘strutturata’.
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