Il 2023 è stato un anno di importanti risultati per la cultura a Lugano, quello in cui sono effettivamente maturati i primi frutti sul territorio a seguito della nascita del LAC, quasi nove anni fa. «Giorgio Giudici aveva avuto ragione nel 1999 quanto, in grande anticipo sui tempi e sulle crisi internazionali che hanno poi colpito la finanza, pensò di orientare lo sviluppo della nostra città oltre la piazza finanziaria, individuando nella cultura e il turismo culturale settori strategici di sviluppo. Ed eccoci qui, a tredici anni dal referendum per la conservazione delle facciate del Palace e dal concorso di progettazione per il centro culturale, in una Lugano diversa, capace di sorprendere il pubblico più esigente e di coinvolgere i cittadini, di attirare turisti e di incentivare le imprese al sostegno della cultura», commenta il Vicesindaco di Lugano Roberto Badaracco, Capo Dicastero Cultura Sport ed Eventi.
Il successo del centro culturale è evidente e sta nei numeri con il 50% di autofinanziamento dell’ente autonomo, anche grazie ai tanti sponsor piccoli e grandi; ai 1500 abbonati per una sala da 1000 posti; alle tante produzioni esportate all’estero dalla prosa all’opera lirica; alla ricerca nell’ambito della danza e del teatro con festival riconosciuti a livello internazionale. Nella stagione 2022/23, 66.725 spettatori, 51 sold-out, un’occupazione media in sala dell’80%, oltre 30mila partecipanti alle attività di mediazione culturale. «Ma il LAC ha anche generato un profondo processo di cambiamento nella città, consolidando quanto già c’era e stimolando nuove proposte di qualità da parte dei privati. Ci siamo da subito resi disponibili alla collaborazione, convinti che solo dalla cooperazione tra tutte le forze del territorio si possa arrivare a obiettivi sempre più importanti», sottolinea Roberto Badaracco.
Oltre alla Fondazione Braglia, che grazie a una famiglia illuminata offre mostre di grande pregio, Giancarlo e Danna Olgiati hanno di fatto reso pubblica la loro Collezione che sarà donata alla città e, grazie all’aiuto del Masi e della Fondazione Caccia, stagione dopo stagione propone progetti culturali sempre più innovativi e coinvolgenti. «E non è tutto, nel 2023 hanno aperto i battenti due nuovi spazi: la Fondazione Bally a Villa Heleneum con esposizioni, residenze d’artista e una proposta molto diversa dal resto; e la Fondazione Ibsa con cui da anni condividiamo un percorso tra cultura, scienza e salute, che coinvolge anche Masi e LAC, che va ormai ben oltre delle generose sponsorizzazioni precedenti anni. Sempre quest’anno è stata fondata Gallerie Arte Lugano, l’associazione degli operatori artistici privati, che ha proposto una magnifica mostra sulla scultura grazie alla condivisione delle singole collezioni dei soci, trasformando l’Asilo Ciani, recentemente restituito nel suo splendore ai cittadini, in un contenitore museale», prosegue il Vicesindaco di Lugano.
Sempre nel 2023 il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità le proposte di creazione della Città della musica, acquisendo la sede Rsi di Besso a vantaggio di Conservatorio, Fonoteca Nazionale, Osi, Barocchisti e di tutti coloro che fanno della musica d’eccellenza il loro obiettivo. «Un risultato ambizioso, che troverà pieno compimento grazie alla creazione di un nuovo settore dedicato alla musica all’interno del LAC a fronte dell’incorporazione delle competenze della Fondazione LuganoMusica nell’ente autonomo», anticipa Roberto Badaracco. Con l’integrazione di LuganoInScena nel corso del mandato 20/24, la trasformazione del LAC da luogo di ospitalità a centro di produzione e diffusione ha infatti segnato un cambio paradigmatico di missione e di modello gestionale. Lo sviluppo manageriale di impronta aziendale ha rafforzato i centri di competenza a sostegno della proposta culturale e ha orientato l’organizzazione al controllo della gestione e al monitoraggio della performance.
Naturale ora guardare alla musica, alle origini stesse del LAC, sviluppatosi proprio attorno alla creazione di una sala da concerto, poi resa polivalente e aperta al teatro e alla danza. Se già oggi realizza oltre cento eventi musicali l’anno per quasi 18mila spettatori, la futura presenza di due direzioni artistiche di pari livello per le arti sceniche (già attiva) e musica (dal 1 settembre 2024) permetterà di rendere le programmazioni molto più permeabili, anche con la possibilità di creazioni che intreccino le diverse forme artistiche e la programmazione internazionale con le istanze espresse dal territorio. Gli 1,55 milioni di franchi oggi destinati dalla Città alla stagione di LuganoMusica, andranno a sommarsi al budget di 7,9 milioni per il LAC. Un passo che porta a compimento la visione di un “centro culturale multidisciplinare” sotto un’unica regia, consegnando alla Città di Lugano un polo con una massa critica, un’identità e un assetto ancor più solidi.
«Ma non siamo impegnati solo in ambito istituzionale. Sul fronte dell’arte indipendente, l’anno si è aperto con la Straordinaria – Tour Vagabonde e si chiude con La Regionale – Mostra d’arte contemporanea della Svizzera Italiana, a dimostrazione che il dialogo con la cultura indipendente è più che mai attivo e produttivo, ed è a vantaggio di tutti. Insomma, un anno da incorniciare e che ha riportato i cittadini al centro della vita culturale anche grazie a progetti meno eclatanti, che si sviluppano nei quartieri, come le mappe di comunità – attivato dalla Divisione cultura in collaborazione con le Commissioni di quartiere – che permetterà di censire, conservare e valorizzare le conoscenze profonde delle nostre comunità con il coinvolgimento di tutti i cittadini che hanno voluto e vorranno partecipare ai tavoli di lavoro», conclude il Vicesindaco di Lugano.
La città dimostra dunque di aver compreso come nell’odierna realtà lo sviluppo culturale non sia accessorio né elitario, ma assuma un ruolo sociale ed economico cruciale. Ma come immaginare la cultura come fattore di sviluppo determinante per il nostro futuro? «Sicuramente abbandonando il concetto che la relega al ‘tempo libero’ e pensando a essa come un elemento essenziale della vita quotidiana. Le risorse culturali, le forze creative, le conoscenze locali sono fonte di innovazione e sviluppo per ogni comunità», osserva Luigi Di Corato, Direttore della Divisione Cultura della Città. «Proprio per questo è importante sostenere ogni settore culturale, compresa la cultura indipendente, perché può generare ed effetti positivi su aspetti un tempo impensabili come la salute e la coesione sociale, stimolando la libertà di espressione e favorendo il dialogo», prosegue. Ma non è tutto: una società culturalmente attiva produce forti impatti positivi anche a livello economico, basti pensare all’importanza crescente delle industrie culturali e creative, ai benefici che hanno sul mercato del lavoro e su altri settori come turismo e servizi. «Lugano ha scelto di investire sulla cultura non solo per riposizionarsi, ma definendo in maniera chiara nuove possibilità di sviluppo capaci di generare, proprio da una preziosa scintilla come la nascita del LAC, orizzonti di crescita per la nostra comunità, sempre più concreti e misurabili. Al centro vediamo il cittadino come beneficiario di cultura e produttore di contenuti», spiega Luigi Di Corato.
Per supportare chi non solo la cultura la fruisce ma contribuisce a farla, la Città propone un’ampia gamma di attività e strumenti in cui tutti, appassionati o professionisti, indipendentemente dalla loro struttura organizzativa o dal ruolo all’interno del sistema culturale, possano trovare sostegno: ad esempio, corsi di formazione gratuiti per avvicinare a temi come comunicazione, marketing, raccolta fondi o budgeting; forme di sostegno biennali; concorsi di committenza artistica per l’inserimento di opere in nuovi edifici pubblici; programmi di residenza artistica sia in città che all’estero, oltre a una nuova attenzione alla promozione culturale fuori dai confini, anche grazie a un’inedita e fortunata collaborazione con Lugano Region.
«Dal dialogo sono emerse proposte innovative e di grande qualità, soprattutto dalla cultura indipendente che fatica a trovare spazi per produrre ed esprimersi, un punto dove dobbiamo e possiamo fare di più, anche in collaborazione con il Cantone e altri comuni che possono avere spazi che a noi mancano. Oggi crediamo che il futuro si possa e si debba fondare sulla collaborazione e sulla competenza, cercando di migliorare le condizioni quadro affinché almeno una parte consistente del potenziale creativo della cultura del territorio possa trovare un suo sbocco e avere la possibilità di confrontarsi con i pubblici di riferimento. Una strada appena intrapresa, ma che intendiamo percorrere con determinazione e impegno», conclude il Direttore della Divisione Cultura.
Otto anni fa in pochi avrebbero scommesso che l’edificio sorto sull’ex terreno dell’Albergo Palace sarebbe diventato l’epicentro di un dinamismo progettuale che ha rivoluzionato l’offerta culturale e la scena creativa luganesi. Tanto coloro che temevano potesse rimanere un’ingombrante scatola vuota, quanto coloro che invece paventavano di vederne annichilito il resto del tessuto culturale sono stati felicemente sconfessati grazie alla visione di una città che ha compreso il valore di arte e cultura, ma anche come strutturare e professionalizzare il sistema organizzativo che deve gestirla, renderla sostenibile, vitale e condivisa.
© Riproduzione riservata