TM   Aprile 2025

La febbre dell’oro

Prosegue la corsa del metallo giallo che da inizio anno ha inanellato nuovi record. Quali le cause alla base del fenomeno, e quali le possibili ulteriori evoluzioni? l”analisi di Matteo Ramenghi, Cio di Ubs Wealth Management Italia.

Matteo Ramenghi

di Matteo Ramenghi

Cio di Ubs Wealth Management Italia

L’oro ha sempre avuto un ruolo centrale nella storia umana, fungendo da simbolo di ricchezza e potere. Secondo il World Gold Council, l’oro fisico esistente al mondo si aggira intorno a 197.576 tonnellate includendo l’oro estratto e quello depositato. Si stima che il 31% della produzione annuale di oro sia destinata agli investimenti, il 12% all’industria (soprattutto tecnologia) e il 57% alla gioielleria.

L’India è uno dei maggiori consumatori al mondo, con le famiglie che ne detengono oltre 25mila tonnellate. Ciò è dovuto al valore simbolico che ha in India, che è uno dei maggiori produttori di gioielli.

Gli utilizzi nella tecnologia spaziano dall’elettronica, per la sua conduttività elettrica, all’aerospaziale per la capacità di riflettere le radiazioni solari. Ma, per gli investitori, rappresenta soprattutto una riserva di valore. Si stima che, proprio per questo, le Banche Centrali ne detengano oltre 35mila tonnellate. Nella Top5 Stati Uniti, Germania, Italia, Francia e Russia.

Nei tempi moderni l’importanza finanziaria del metallo giallo va oltre la sua dimensione fisica. Sempre più spesso l’oro viene scambiato attraverso strumenti finanziari quali exchange-traded fund (Etf) e exchange-traded commodity (Etc), che permettono agli investitori di ottenere un’esposizione senza possederlo.

A febbraio il più grande Etf sull’oro a livello mondiale (Spdr Gold Trust) ha raggiunto le 908 tonnellate. Gli Etf sull’oro statunitensi hanno registrato un incremento di oltre il 4% quest’anno a quasi 1650 tonnellate. Anche gli Etf europei hanno continuato a crescere raggiungendo un record di 1334 tonnellate. Volendo semplificare, si potrebbe dire che la natura di bene rifugio rende l’oro reattivo soprattutto alla paura e all’inflazione. Quando le tensioni geopolitiche e l’incertezza economica aumentano, crescono le quotazioni aurifere. Se l’inflazione sale, l’oro rappresenta un’ancora.

Inoltre, il prezzo è inversamente correlato al valore del dollaro, essendo scambiato in quella valuta. La sua natura di bene infruttifero lo rende assimilabile a un’obbligazione a lunghissima durata e quindi sensibile ai tassi d’interesse.

Le ragioni della corsa del metallo giallo

Acquisti di oro da parte delle Banche Centrali (in T, 2015-2024)

Acquisti di oro da parte delle Banche Centrali (in T, 2015-2024)
Fonte: Bloomberg, Ubs. La domanda di oro da parte delle Banche Centrali spiega almeno una parte del trend così rialzista degli ultimi anni.

Paura, inflazione, tassi e dollaro sono quindi le principali variabili nell’equazione che determina il prezzo dell’oro. Da inizio anno la debolezza del dollaro, la forte incertezza sull’agenda politica statunitense, gli attacchi americani contro gli Houthi in Yemen e la rottura della tregua a Gaza hanno contribuito a far salire l’oro di oltre il 20%, nonostante un aumento del 27% nel 2024.

Ma questi elementi non spiegano completamente la performance a medio termine dell’oro, che ha raddoppiato il proprio valore in cinque anni. Infatti, si è aggiunto un elemento relativamente nuovo: i principali acquirenti di oro sono state le Banche Centrali, in particolare quelle emergenti, che a partire dal 2022, ne stanno acquistando oltre 1000 tonnellate all’anno, diversificando rispetto al dollaro.

In particolare, Cina e Russia sono state tra i maggiori acquirenti. La Cina ha acquistato circa 316 tonnellate di oro dal 2022 al 2024, mentre la Russia ne ha accumulato addirittura quasi 1700 tonnellate dal 2010. Anche altri Paesi come India, Polonia e Kazakhistan ne hanno aumentato le proprie riserve.

Nel complesso, nonostante i forti rialzi, si conferma il nostro orientamento positivo sull’oro con un livello target di 3200 dollari l’oncia. Sebbene il mercato stia evidenziando flussi in acquisto ‘euforici’, l’oro costituisce un efficiente strumento di copertura e può rappresentare qualche punto percentuale all’interno di un portafoglio diversificato.

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