Tra le novità normative che riguardano le imprese del nostro territorio c’è anche il Regolamento sugli Imballaggi e i Rifiuti da Imballaggio (il Ppwr) entrato in vigore lo scorso 11 febbraio e applicabile a partire dal 12 agosto 2026. Rientra nel piano d’azione europeo per l’economia circolare, rappresentando una vera e propria svolta per il futuro degli imballaggi immessi nel mercato dell’Ue. Obiettivo della norma è ridurre l’impatto ambientale dei materiali di imballaggio, ottimizzarne il riutilizzo e il riciclo ed incentivare modelli di produzione più responsabili.
Abbiamo parlato della tematica con Elisa Albertini, managing director di Food Defense CH, la cui mission è quella di garantire la sicurezza e la conformità della filiera alimentare e, più in generale, di supportare le aziende nel raggiungimento di standard elevati, riconosciuti a livello internazionale, attraverso consulenze specializzate, formazione e attività di audit: in campo e presso la catena di fornitura.
Signora Albertini, la vostra è una realtà multidisciplinare, spaziando dalla sicurezza alimentare, al packaging e alla sostenibilità.
È un modello di business basato su un approccio integrato, dove la consulenza e la formazione si alimentano a vicenda. La consulenza consente alle aziende di adattarsi rapidamente ai continui aggiornamenti normativi e alle richieste di mercato, mentre la formazione garantisce che, le stesse, sviluppino le competenze necessarie ad affrontare, in autonomia, le sfide di settore. Con una rete di collaborazioni internazionali, con società specializzate e auditor operanti in oltre 20 Paesi, tra i quali gli Stati Uniti, siamo tra i pochissimi centri di competenza sull’esportazione di derrate alimentari e packaging negli Usa. Con una struttura aziendale snella, siamo flessibili e reattivi, mentre grazie al network internazionale possiamo portare innovazione e best practices, anticipando le tendenze normative e di mercato. Il nostro contatto diretto con enti di certificazione, istituti di ricerca e stakeholder globali ci mette in condizione di garantire ai nostri clienti soluzioni sempre aggiornate. Siamo impegnati anche nell’incrementare le collaborazioni a livello locale, in modo da valorizzare al meglio le risorse del territorio. Collaboriamo con aziende di ogni settore e dimensione, non solo in ambito alimentare, packaging e cosmetico, ma anche con altre industrie che decidono di intraprendere un percorso di miglioramento dei propri standard qualitativi e di sostenibilità.
L’obiettivo è rendere le certificazioni accessibili e ‘customizzate’.
Esatto. Affinché anche le aziende meno strutturate possano trarne un vantaggio concreto, migliorando la propria competitività e aprendo nuove opportunità di mercato. In questo momento siamo impegnati in un progetto importante, relativo alla proposta al mercato di un sistema di tracciabilità Blockchain specificatamente dedicato all’industria del packaging e dei produttori di materie prime, con l’obiettivo di garantire la trasparenza di tutta la filiera, come previsto a livello normativo; abbiamo intrapreso questo progetto, che si basa su strumenti già in uso in ambito finanziario e in altri settori, pensando soprattutto alle esigenze di tracciabilità dei materiali riciclati, nel contesto di un’evoluzione normativa che impone la circolarità nel settore del packaging.
Le certificazioni, ormai, sono un presupposto indispensabile per poter operare a livello internazionale in settori complessi e sempre più normati.
La certificazione di parte terza è un’evidenza tangibile dell’applicazione di un metodo che consente di valutare i rischi e le opportunità legati al proprio business, prendendo in considerazione le aspettative dei vari stakeholders, e quindi di presentarsi al mercato come un partner affidabile e trasparente. Supportiamo le aziende nell’ottenimento e nel mantenimento di certificazioni ‘Gfsi’ tipiche della filiera alimentare e dei prodotti ‘sensibili’ (Brcgs, Ifs, Fssc 22000), delle classiche Iso (9001, 22000, 14001, 45001, 50001), nonché di standard più legati alla sfera della sostenibilità, come ad esempio la Uni PdR 125:2022 sulla parità di genere, la Sa 8000 sulla responsabilità sociale d’impresa, gli standard Iscc per ridurre le emissioni di gas serra e stabilire una produzione sostenibile con catene di fornitura meglio tracciabili dall’origine all’utente finale attraverso l’implementazione di criteri sociali, economici e ambientali o il meno noto standard ‘Remade’ per la certificazione del contenuto di riciclato nei prodotti.
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