Intelligenza Artificiale. Chi è costei? È sicuramente una tecnologia esponenziale, ed è di moda, o in ‘hype’, come si direbbe in gergo, facendo riferimento alla famosa curva dell’innovazione ideata dall’istituto Gartner. Se ne parla parecchio, e vari sondaggi di grandi società di consulenza internazionali la danno quale una priorità strategica per la maggioranza dei Ceo, nonostante siano pochissime le aziende che davvero l’hanno incorporata nei loro processi, generando efficienza e impatto. Secondo The Economist, si tratta di circa il 2% dei business a livello internazionale (per l’adozione dell’Ia Generativa), con davanti una lunga strada di adozione, che assomiglia a quella di altre innovazioni tecnologiche di ampia portata, dall’elettricità alla telefonia mobile.

Le applicazioni concrete dell’Ia nell’impresa sono varie, e vanno dalla creazione di contenuti o prototipizzazione rapida, al recupero di dati e informazioni dispersi nei server aziendali, a chatbot e assistenti virtuali intelligenti, che aiutano nel processo di vendita o nell’assistenza clienti, con un approccio ultra-personalizzato. L’Ia si pone al servizio del marketing e delle vendite, ma è anche uno strumento utile nel reclutamento e nella formazione continua del personale, oltre a essere un alleato di dipartimenti come logistica e operation, dove aiuta a ottimizzare processi e uso delle risorse aziendali.
La regolamentazione è più avanzata in Europa, dove l’Ia Act diverrà legge nazionale nel giro di un paio d’anni. La Comunità Europea ha, per esempio, accolto principi come la trasparenza nella consapevolezza di dialogare con una macchina invece che con una persona umana, o ancora il divieto di associare un punteggio sociale alle persone (social scoring), discriminando quindi gli individui con un punteggio minore circa l’assegnazione di risorse pubbliche. Gli Stati Uniti e la Cina hanno un approccio più commerciale all’Ia e al rispetto dei diritti personali.
Quali competenze saranno necessarie?
Sicuramente una solida strategia e Governance dei dati. L’Ia si nutre di informazioni, per creare e ottimizzare. Occorre conoscere i flussi dell’impresa e mettere a punto meccanismi per raccogliere dati utili, che possano essere usati per ottimizzare e personalizzare il processo di marketing e vendita. La strategia del dato implica il rispetto delle regolamentazioni vigenti, in tutti i Paesi in cui l’impresa opera, sapendo che le leggi variano e varieranno velocemente nel tempo.
Le applicazioni concrete dell’Ia nell’impresa sono varie, e vanno dalla creazione di contenuti o prototipizzazione rapida, al recupero di dati e informazioni, a chatbot e assistenti virtuali intelligenti, che aiutano nel processo di vendita o nell’assistenza clienti, con un approccio ultra-personalizzato
Le competenze più preziose non saranno tanto tecnologiche, quanto logiche, filosofiche, etiche, strategiche, in maniera da gestire l’input e l’output dell’Ia, per efficientare i processi aziendali e creare il giusto livello di personalizzazione di prodotti e servizi, rispettando la libertà di scelta dell’utente e i suoi diritti. L’abilità più desiderata dalle aziende rimane invariata: prendere decisioni, assumendosene la piena responsabilità. Questo fa l’umano. E continuerà a farlo.
Da un punto di vista tecnologico, le funzionalità dell’Ia tenderanno a diventare sempre più comuni, che siano di Microsoft o Alphabet, per cui la scelta di un’impresa sarà dettata da fattori come il rispetto della privacy di dati sensibili aziendali, il costo delle licenze per individuo e il consumo energetico della soluzione proposta dalle Big Tech. A oggi non c’è un modello di business chiaro, il che limita sicuramente il roll-out dell’Ia più avanzata su scala.
Cosa dire e lasciare?
Il messaggio chiave è di non avere paura, informarsi, leggere, chiedere, confrontarsi. Non è l’apocalisse. Non perderemo il lavoro domani mattina. Anzi, finalmente, c’è una tecnologia che può aiutare a lavorare meglio.
L’Ia è solo uno strumento, che va capito e testato, prima di essere adottato su larga scala. Per questo ho scritto Intelligenza Artificiale, Arte e Scienza nel Business, edito da Il Sole 24 Ore, che vuole essere una manualetto facile e veloce per capire come utilizzare l’Ia concretamente nella vita di tutti i giorni, in azienda. Come accaduto spesso in passato, è solo un nuovo ‘super potere’ che va conosciuto e messo al servizio di azienda, consumatori e cittadini.
Gli strumenti apparsi sui social o in Tv, come Chat Gpt di OpenAi o Gemini di Google, non sono perfetti, e ce ne vorrà perché diventino di uso comune. Quindi, si è ancora in tempo per capire e prendere le decisioni giuste, pubbliche e private.
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