Premetto che il seguente è frutto di una forte convinzione personale e non rappresenta la view ufficiale della società. Aggiungo inoltre che quest’anno ho deciso di non leggere un outlook di mercato in quanto ritengo che le banche di investimento facciano fatica a indovinare qualcosa, docet 2023. Non penso di essere assolutamente più bravo ma ho sviluppato idee ferme e precise sui mercati nel 2024.
Mi attendo di vedere un mercato forte in Equity e Bond dovuto a tassi e inflazione in discesa, una Fed più dovish delle attese, dollaro debole, soft landing dell’economia americana confermata, forte liquidità nel sistema, una possibile risoluzione del conflitto ucraino e soprattutto elezioni presidenziali negli Stati Uniti. Proprio quest’ultimo sarà il cardine, nessun presidente vuole correre alle elezioni con un mercato negativo in quanto un terzo dei flussi del mercato Equity americano è rappresentato dai retailer. Inoltre, ci sono circa 6 trilioni di dollari in fondi monetari, ai massimi di sempre, che attendono di essere investiti. La liquidità presente nel sistema è ancora molto elevata. Il quantitative tightening della Fed ha ridotto di soli 1,15 trilioni il bilancio, lasciando un margine di 3,65 per tornare alla fase pre-Covid. Chiaramente sarà impossibile completare questo processo senza rompere qualcosa, eventualità che nessuno a Washington desidera.
Altro fattore cruciale è il tema tassi di interesse. Circa 6 investitori su 10 sono convinti che scenderanno nel 2024. Essere short tassi e quindi long duration è diventato il crowded trade più popolare dell’anno venturo. Inoltre vi è un grande maturity wall tra il 2025 e il 2028, ovvero molte società small-mid cap e high yield dovranno rifinanziarsi, e nessuno vuole vedere delle zombie company rischiare di fallire indebitandosi all’8/9%.
Da metà 2023 vi è una forte correlazione tra i tassi americani e l’Equity, ciò implica che l’anno prossimo l’azionario salirà. Si prospetta un bull market pluriennale, spinto dal taglio dei tassi della Fed, che inizierà proprio dalle parti del mercato che hanno subito molto i tassi e sono altamente correlate al loro andamento. Quindi dove investire?
L’America rimane il vero unico mercato di riferimento per valutazioni e fondamentali. Lo S&P500 non è assolutamente expensive a patto di non considerare le sette magnifiche megacap Tech, anzi è da comprare. Le small cap che hanno sofferto molto i timori della recessione e i tassi saranno uno dei cavalli vincenti del 2024. In aggiunta, tutta la parte dell’azionario long duration, quali il fondo Ark di Cathie Woods, l’unprofitable tech, weak balance sheet, crypto etc. saliranno fortemente qualora il decennale scenda al 3-3,5%. A resistere sarà la sovraperformance dello stile Growth contro il Value e l’ascesa in capitalizzazione di mercato dei Ny Faang. Sarà interessante vedere se vi sarà un catch up dei difensivi che hanno sottoperformato molto, ma rimango molto positivo ad esempio sul Pharma, un trend secolare.
Un altro punto di domanda è rappresentato da tutti quei settori che sono fortemente correlati alla risoluzione del conflitto ucraino, un avvenimento che ci si augura accada il prima possibile ma che porterebbe un forte push sull’azionario essendoci un intero Paese da ricostruire e molti trilioni da mettere al lavoro. Sul tema crypto, rimango molto bullish sul Bitcoin, asset ultimamente decorrelato al mercato azionario e che potrebbe tornare sui massimi proprio l’anno prossimo.
Per il reddito fisso è ora l’ultima vera finestra disponibile per allungare le duration in media fino 2033-2035, scegliendo anche qualche perpetuo e Tier2, per aumentare il carry. Investirei prevalentemente in Ig, in quanto, sebbene la recessione in America non dovrebbe arrivare, vi è comunque un forte maturity wall e qualora i tassi non scendano le imprese più rischiose e indebitate si troverebbero in notevole difficoltà. C’è invece molta incertezza sulle commodity, la congiuntura non aiuta ma gli investitori sono molto scarichi e si potrebbe quindi vedere un reversal.
Sulle valute, si vede un franco sempre molto forte, inarrestabile a causa delle decisioni di politica monetaria della Bns, e un dollaro che inevitabilmente e inesorabilmente si deprezzerà fortemente qualora queste previsioni fossero corrette. In bocca al lupo a tutti per l’anno futuro.