A fine settembre la Banca Nazionale Svizzera ha annunciato la riduzione del tasso guida dello 0,25%, sceso così all’1%, anticipando, in contemporanea, possibili altre correzioni entro fine anno. Per ora si è trattato della terza riduzione consecutiva, dopo quella – un po’ a sorpresa e prima di altre Banche Centrali – dello scorso mese di marzo.
L’annuncio preventivo di possibili altre riduzioni è piuttosto insolito per la Banca nazionale, ma è anche una sorta di risposta a coloro che si aspettavano un passo più consistente. In passato un intervento simile era già stato fatto, ma erano momenti di particolari difficoltà dell’economia, che aveva quindi bisogno di stimoli più significativi. Non è il caso oggi, dato che le previsioni di crescita economica, pur contenute, non indicano ancora un allentamento importante. Gli ultimi mesi dell’anno potrebbero però riservare qualche sorpresa, vista la situazione difficile della Germania, con le inevitabili ripercussioni in Europa.
La tendenza alla contrazione dei tassi di interesse è comunque evidente e ottiene ogni volta chiare conferme dall’evoluzione dei tassi di inflazione. Infatti, pochi giorni dopo l’annuncio, l’Ufficio federale di statistica pubblicava i dati del mese di settembre sull’andamento dei prezzi in Svizzera. L’indice del costo della vita ha subito un ribasso – piuttosto sorprendente – dello 0,3%. Sorprendente perché, anche se la tendenza è abbastanza chiara, pochi mesi prima, e cioè in gennaio e febbraio, si registravano ancora aumenti rispettivamente dello 0,6% e dello 0,2%. Si è quindi avuta la più forte diminuzione mensile da aprile 2020. Lungo tutto l’anno si è invece costatata una stabilizzazione dei prezzi nei mesi estivi, ma già a partire da luglio una leggera tendenza alla contrazione. Comunque, a fine settembre, il livello dei prezzi era ancora dello 0,8% superiore a quello dello stesso mese dell’anno precedente. Da qui la probabilità che il rincaro scenderà ancora entro la fine dell’anno, creando le premesse per un’ulteriore riduzione dei tassi di riferimento.
Due sono i fattori principali che stanno provocando un calo del tasso di inflazione in Svizzera. In primo luogo i costi dell’energia, compresi quelli degli oli combustibili, in calo del 3,4% dallo scorso mese di aprile. In secondo luogo le quotazioni del franco che, dopo un periodo di relativa debolezza in primavera, sono tornate a salire. Così, se a fine maggio l’euro era quotato a 98,2 centesimi, a fine settembre è sceso a 94,5 centesimi, favorendo i prezzi in Svizzera dei beni importati (-2,5%).
«L’annuncio preventivo di possibili altre riduzioni è piuttosto insolito per la Banca Nazionale Svizzera, ma è anche una sorta di risposta a coloro che si aspettavano un passo più consistente»
Nel solo mese di settembre i prezzi dell’energia e dei combustibili sono diminuiti dell’1,6% e quelli dei beni importati dello 0,5% rispetto al mese precedente. Questo ha favorito anche i prezzi delle importazioni di semilavorati e simili (-0,2%). L’inflazione di base, cioè senza l’energia, è pure diminuita dello 0,3%.
Osservando più da vicino l’effetto sui prezzi di singoli prodotti si può costatare che il rincaro del franco premia le vacanze all’estero (non meno del 7,7% secondo l’Ufs), ma anche in patria (meno 11,2% nel para-alberghiero). I prezzi della locazione di automobili sono scesi del 7,2%, quelli della frutta esotica del 5,6%. Questo non ha impedito che i prezzi di alcuni prodotti (vestiti, scarpe e carne di manzo per esempio) siano aumentati. Da notare però che i prezzi di alcuni servizi privati sono scesi dello 0,4%, più delle merci (0,1%). Da tempo, invece, il rincaro era trascinato da servizi con forte intensità di lavoro. Probabilmente la costante mancanza di personale specializzato in Svizzera si è ridotta e la pressione sui salari è leggermente diminuita.
Questa panoramica ha in sostanza permesso alla direzione della Banca Nazionale di annunciare probabili nuove diminuzioni del tasso guida. Non va però dimenticato che le variazioni mensili dei prezzi sono a volte soggette a fattori particolari, che non modificano sensibilmente la tendenza di fondo. In realtà il tasso di inflazione in Svizzera resta ancora al 2,7%, cioè a un livello superiore a quello di fine 2022. Tuttavia un rincaro netto dello 0,8% in dodici mesi rientra negli obiettivi della Bns, cioè quelli di un tasso di inflazione compreso fra 0 e 2%.
La Banca Centrale è comunque confrontata con una sensibile rivalutazione del franco, per cui dovrà procedere nelle due direzioni, da un lato di acquisti di divise estere, dall’altro della riduzione delle rimunerazioni sul franco. Restano però altri fattori da considerare: che cosa faranno le altre banche centrali, in particolare la Bce, e quale sarà l’influsso della crisi medio-orientale sui prezzi dell’energia?
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