Apparentemente un paradosso, all’atto pratico una semplice verità. Nonostante un quindicennio di politiche monetarie espansive, e straordinarie, seppur con intonazioni e intensità discordanti da Paese a Paese, l’economia reale quanto ha beneficiato del moltiplicarsi per n-volte della base monetaria, e di quei mari di liquidità che hanno inondato i mercati finanziari? Erano pur sempre gli anni della repressione finanziaria, e della caccia al rendimento, causati proprio dall’endemico eccesso di liquidità in linea di principio teso ad alimentare quell’inflazione che è infine arrivata, anche grazie al contributo dell’emergenza pandemica… ma sarebbe un’altra storia.
Quello che conta è la liquidità, e l’accesso alla stessa da parte delle imprese, andato sistematicamente riducendosi per semplici cause di forza maggiore. Una situazione analoga alla maggioranza dei Paesi sviluppati, tra cui anche la Svizzera e il Ticino. «Nel corso degli anni i tempi effettivi di pagamento, ossia il lasso temporale tra prestazione e saldo della relativa fattura, si sono sempre e solo allungati. Nella nostra esperienza, incassare è diventato più complicato, sono necessari mediamente 3/4 mesi, il doppio che non in passato, il che implica una maggior fabbisogno di liquidità da parte delle imprese. Nel caso di quelle più consolidate – il mio bisnonno aveva fondato la nostra azienda di famiglia nel 1907, poi integrata in Spalu nel 1972 – parte del problema è stato assorbito dal capitale proprio, la cui formazione richiede però molti anni. Nel caso delle più giovani il canale privilegiato è invece il credito bancario», sottolinea Andrea Ender, Ceo di Spalu.
Una dinamica che accomuna le economie avanzate, al pari della crescita esponenziale dei costi, agganciati inevitabilmente all’innalzarsi del tenore di vita decennio su decennio. «Se da un lato il ciclo della liquidità va sistematicamente allungandosi, e oggi ne serve il doppio di qualche anno fa, dall’altro il costo della manodopera è cresciuto altrettanto velocemente. Il lavoro è meglio remunerato, proporzionalmente al grado di specializzazione, ma l’impiego di macchinari più potenti accelera le tempistiche di consegna delle opere e diminuisce il personale necessario, il che compensa almeno parzialmente i maggiori costi. Il ruolo delle banche sta dunque tornando a farsi sentire», prosegue Ender.
Specie in Europa il credito bancario è il perno fondamentale intorno cui ruota l’intera economia, da qui la rilevanza delle decisioni di politica monetaria, e del sentiment degli istituti bancari. «L’attenzione riservata dai grandi istituti alle Pmi è tornata a crescere negli ultimi anni il che è certamente una buona notizia, l’eccezione è Raiffeisen che in qualità di banca del territorio non è mai venuta meno. Al pari delle più grandi, anche le Pmi hanno spesso più relazioni bancarie, e più linee di credito, come nel nostro caso, ma questo crea anche complessità nella gestione del traffico dei pagamenti, da qui la necessità di appoggiarsi a controparti affidabili, e sistemi semplici ed efficienti, com’è il caso di Raiffeisen, con cui mi sono sempre trovato bene, aziendalmente e privatamente», conclude Ender.
Una materia complessa, ma al tempo stesso fondamentale per la corretta gestione delle operation di una qualunque impresa, forse ancor più rilevanti al diminuire delle dimensioni, a fronte di strumenti disponibili molto diversi. «Quello che vogliamo mettere a disposizione delle Pmi è un sistema che permette di unire la gestione del traffico dei pagamenti multibankig a un cash management efficiente, fornendo all’impresa una visione chiara e complessiva della liquidità disponibile su tutti i conti, in Svizzera e all’estero. Le parole d’ordine del servizio Raiffeisen Pmi eServices sono: comodità, trasparenza, semplicità, efficienza, personalizzazione, sicurezza e riservatezza. Obiettivi sicuramente ambiziosi, ma che pensiamo di poter raggiungere», illustra Lara Canepa Camnasio, Responsabile consulenza clientela aziendale di Banca Raiffeisen Lugano.
Al netto dei tecnicismi, specie informatici di compatibilità tra piattaforme e di cybersecurity, più che rilevanti, i buoni propositi della piattaforma sono alquanto evidenti. «Si tratta di una piattaforma bancaria basata su browser, che tramite un unico login consente di gestire liquidità e traffico dei pagamenti, semplificando di molto le operation quotidiane. È articolata in tre diversi moduli, payments, multibanking, e cash management, ma di base collega il sistema di contabilità/Erp ai conti, consentendo l’inoltro automatico di tutti i pagamenti, e permettendo poi di effettuare tutte le altre operazioni direttamente nella piattaforma», prosegue la responsabile.
Diverse le potenzialità del servizio, e crescenti per grado di complessità e ambiti di riferimento, con il grosso vantaggio di una buona scalabilità di modulo in modulo. «Il Payments offre costantemente una panoramica dei saldi di tutti i conti presso le Banche Raiffeisen, compresi i pagamenti e i movimenti in conto, integrando anche possibili dispositivi mobili. L’Ebics garantisce uno scambio di dati sicuro, e le autorizzazioni agli ordini avvengono in un ambiente protetto. Il Multibanking consente invece di integrare i conti di banche terze, offrendo quindi una panoramica complessiva e consolidata di tutte le disponibilità liquide, anche a livello interaziendale. È possibile inoltrare pagamenti anche su conti di banche terze, nella massima privacy, tutti i dati presenti sulla piattaforma non sono visualizzabili da nessuno dei nostri consulenti», rileva Lara Canepa Camnasio.
Da ultimo il cash management vero e proprio, il fiore all’occhiello del servizio. «Al crescere del numero di relazioni bancarie la pianificazione della liquidità diventa sempre più importante, ma anche particolarmente complessa, da qui l’esigenza di un cash pooling efficiente. Onde evitare interessi debitori si rende spesso necessario spostare liquidità da un conto all’altro, operazioni che richiedono tempo e attenzione. Con il nostro servizio, sulla base dei dati ricevuti dal cliente, è il sistema a fornire una proposta di compensazione della liquidità sui diversi conti, che se convalidata genera tutti i relativi ordini di pagamento, consentendo una gestione più efficiente e redditizia», conclude la Responsabile consulenza clientela aziendale di Banca Raiffeisen Lugano.
Un’azienda del territorio, e storica, potendo vantare origini nel lontanissimo 1907, quando un capomastro decise di mettersi in proprio, dopo aver vinto un concorso. «Ci occupiamo di pavimentazione sopra e sottostruttura, asfalto e canalizzazioni, betoncini, pavimenti corazzati e impermeabilizzazioni, sia con committenti pubblici che privati. Ho iniziato in azienda nel 1992, e da allora ho girato tutti i reparti, il che mi fornisce quella visione complessiva fondamentale per potermene occupare, insieme agli altri due responsabili, Simone Follo, per la parte tecnica, e Lorenzo Delmenico, per la parte amministrativa», afferma Andrea Ender.
Un arco temporale significativo, durante il quale si sono succedute diverse evoluzioni del settore. «La tecnica deve stare al passo, e non smettere di raccogliere le esigenze della società di oggi, molto diversa da quella del secolo scorso. Costi, tempistiche, tecniche e materiali da costruzione sono cambiati negli anni, ma specie le strade sono sempre più sollecitate, e le prestazioni richieste alle infrastrutture sempre più elevate. Non bisogna però dimenticare che rispetto ai 6 milioni di abitanti a fine anni ’70, oggi in Svizzera siamo 8,9 milioni, e già si parla di quando saremo in 10», conclude Ender.
Il posto delle Pmi
Confronto tra gli indici delle Piccole e Medie Imprese svizzere
Dopo il sonoro tonfo di gennaio, l’indice Pmi di febbraio si è riportato a 50,0 punti, segnalando dunque una stabilizzazione dell’attività commerciale, per quanto non ancora una ripresa.
In crescita a 55,2 gli ordinativi, riportatisi in positivo per la prima volta da settembre, immediatamente imitata dalla produzione, rimbalzata a 49,3 rispetto ai 37,7 punti di gennaio. In leggera ripresa anche la componente Occupazione, mentre in controtendenza si segnala l’ulteriore discesa delle scorte, a 43,7 punti. Quest’ultimo è un dato molto significativo, andato riacquistando in rilevanza negli ultimi anni, a fronte delle incognite raccolte dal modello ‘Just in time’. Le imprese accumulano infatti più scorte, anticipando possibili problemi di fornitura.
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