Multinazionali, trading, crypto, … ma Zugo è anche innovazione industriale. In pieno centro città sta prendendo forma un progetto visionario di produzione urbana: un ecosistema che riunirà aziende all’avanguardia, start up, servizi tecnologici e strutture di formazione, per rafforzare la posizione della regione e diventare un paradigma per la Svizzera intera. Punto di partenza è la trasformazione strategica del quartier generale di V-ZUG, che proprio in questa posizione chiave ha mantenuto la sua sede produttiva. Al contrario di molte realtà che cedono alla tentazione di dislocare all’estero, il leader svizzero degli elettrodomestici ha deciso non solo di restare, ma di investire in un progetto avveniristico: il Tech Cluster Zug. Ultimata l’anno prossimo la sistemazione dell’area settentrionale del sito, assegnata a V-ZUG, prenderà avvio la seconda fase del progetto, coordinato da Metall Zug, holding industriale che di V-ZUG è l’azionista di riferimento (fino allo scorporo nel 2020 ne era la proprietaria).

Primo tassello di questa città manifatturiera contemporanea è stato lo Zephyr Hangar completato nel 2019, l’impianto di pressatura dell’azienda, mentre si appresta al battesimo la sua fabbrica verticale Zephyr Ost, perno della nuova progettualità di V-ZUG, che punta su concentrazione spaziale e tecnologia allo stato dell’arte. Dotato di un magazzino di disaccoppiamento automatizzato e di ampie aree di produzione e di montaggio, si articola su cinque piani con uffici legati alla produzione, spazi per lo sviluppo e aree sociali. Il tutto collegato da un tunnel in via di ultimazione al magazzino logistico ZUGGate.
Una visione che esemplifica i valori su cui il celebre marchio svizzero ha costruito il suo successo: qualità, affidabilità, innovazione, radicamento al territorio, sostenibilità ed estetica.


Se oggi la domotica promette di rendere sempre più connesse, efficienti e confortevoli le abitazioni, l’IoT è l’ultima delle frontiere di un percorso avviato con l’elettrificazione che ha permesso di meccanizzare quanto si faceva a mano, poi alimentato dai progressi di elettronica e tecnologia. Un’evoluzione che V-ZUG ha vissuto dalle sue origini, nel 1913 quando l’allora Verzinkerei Zug produceva articoli zincati per la casa, l’agricoltura e l’edilizia. «Diventare produttori di elettrodomestici per la cucina e il bucato è stata un’evoluzione progressiva più che un cambiamento improvviso», esordisce Peter Spirig, Ceo di V-ZUG, ripercorrendo le tappe fondamentali: «In principio si trattava di bollitori zincati. Poi dalle vasche di lavaggio si è passati a lavatrici a vasca, e successivamente a tamburo, che si sono imposte grazie ai consumi molto più contenuti d’acqua ed energia. Raggiungendo velocità di rotazione sempre maggiori, è stato possibile incorporare la centrifuga. Nel 1949 abbiamo lanciato la Tempo, prima piccola lavatrice per uso domestico, seguita dalla Unimatic per i condomini, un nome ancor oggi sinonimo di robustezza e durata. Negli anni ’60 è arrivata la prima lavastoviglie e, poco dopo, forni e piani di cottura. Dal 1976, la fusione con Metallwarenfabrik Zug ha permesso di dar vita a un fornitore completo di elettrodomestici per cucine e bagni. Infine dal 2013, frigoriferi e congelatori hanno completato la gamma».
Nel 2020, V-ZUG ha debuttato sulla borsa svizzera dopo lo scorporo dal gruppo Metall Zug: una scissione finalizzata a spingere l’internazionalizzazione del produttore di elettrodomestici. «Già dal 2008 l’azienda ha cominciato a espandersi sui mercati esteri con una strategia mirata: mentre in Svizzera copriamo anche il segmento mid-range insieme al premium, è esclusivamente su quest’ultimo che ci concentriamo oltre confine, puntando alle grandi aree commerciali urbane con notevole capacità di spesa, come brand di alta gamma di prodotti swissmade, apprezzati per precisione, eleganza e durevolezza», sottolinea Peter Spirig. I mercati principali sono le aree metropolitane di Australia, Cina, Sud-Est asiatico, Germania, Benelux, Francia, Italia, Regno Unito e, da quest’anno, anche Austria e Danimarca, oltre a distributori in alcuni altri Paesi. «La presenza fisica fa la differenza. Una volta installati con uno studio V-ZUG, i gruppi di acquirenti target, tra cui i costruttori di cucine e i direttori dei lavori, capiscono che siamo lì per restare», osserva il Ceo di V-ZUG.
Un approccio che raccoglie i suoi frutti: anche in un anno complesso come il 2022, le vendite sui mercati esteri sono aumentate del 24,2% (116,7 milioni Chf su 636,3 di fatturato annuale), contro una flessione del 3% su quello interno, dove seppur gli ordini sono rimasti elevati, si è scontata la carenza delle forniture.
Le sfide degli ultimi anni sono state molteplici, ma non tutte hanno avuto un impatto negativo. Se nel 2020 e nel 2021 si è beneficiato del sostanziale aumento della domanda durante la pandemia, con le persone rimaste a casa che hanno avuto tempo e denaro da investire in ristrutturazioni, dal 2022 si è dovuto affrontare il significativo aumento dei prezzi di acquisto per quasi tutti i materiali e i trasporti. «Un esempio sono stati i microprocessori: il costo, tipicamente basso, è incrementato così drasticamente che abbiamo deciso di riprogettare il software per adattarlo a nuovi processori che potevano essere acquistati da fornitori alternativi. Con misure come questa, abbiamo migliorato e/o stabilizzato la nostra struttura dei costi. Tuttavia, non abbiamo potuto sottrarci dal trasferire a nostra volta questi aumenti, dando però ai nostri partner commerciali un preavviso sufficiente e procedendo ad adattamenti graduali. Ora assistiamo a una relativa normalizzazione al livello premium. Le tensioni geopolitiche e l’inflazione, tuttavia, hanno ancora un impatto; i consumatori sembrano più esitanti a investire, alcuni rimandano le ristrutturazioni, optando per una sostituzione o una riparazione. Poiché c’è un effetto base dopo il boom legato alla pandemia, ci aspettiamo una ripresa piuttosto lenta». Il che si unisce alla frenata delle nuove costruzioni, dove la sfida non è rappresentata tanto (o non ancora) dall’aumento dei tassi di interesse o dei costi di costruzione quanto dal processo di approvazione dell’industria edilizia. «In questo momento è più una sfida politica che altro. Guardiamo a Zurigo come esempio. La città è in crescita, l’immigrazione è un dato di fatto e sono necessari nuovi appartamenti. In passato ci volevano circa 9 mesi per ottenere una licenza edilizia, oggi il tempo è raddoppiato», evidenzia Peter Spirig.

Il Gruppo V-ZUG, che conta complessivamente quasi 2.220 dipendenti, in Svizzera realizza circa un terzo delle vendite di elettrodomestici nel settore delle nuove costruzioni, delle ristrutturazioni e delle sostituzioni, ma qui si scontra anche con la forte concorrenza di grossi produttori stranieri con grandi volumi di produzione in Paesi a basso costo. Inoltre, le misure standard per le cucine integrate stanno gradualmente perdendo popolarità, in particolare per le nuove costruzioni (55 cm rispetto allo standard Ue di 60 cm). D’altro canto i requisiti normativi e le esigenze dei consumatori in termini di sostenibilità, innovazione e benessere sono un trend che V-ZUG può sfruttare a suo vantaggio. Nei decenni sono state tante le innovazioni lanciate in esclusiva, anche a livello mondiale. «Destiniamo circa il 9% del nostro fatturato annuale all’R&D. Quando progettiamo una nuova generazione di apparecchi, ci ispiriamo a ciò che ha funzionato bene in passato, cercando sempre di renderli più efficienti, di ridurre il consumo di risorse e migliorare l’esperienza dell’utente. Poiché produciamo in Svizzera, non possiamo né vogliamo competere solo sul prezzo. Siamo in concorrenza per quanto riguarda il ‘costo totale di proprietà’, la qualità e il design. I nostri prodotti promettono di durare a lungo e, in caso di problemi, il nostro servizio di assistenza è leader, se non addirittura eccezionale», sottolinea Peter Spirig.
In particolare, da oltre vent’anni sta lavorando sull’energia del vapore, a partire dal lancio in prima mondiale nel 2001 del CombiSteamer SL, che ha portato nelle case una tecnologia utilizzata solo nei migliori ristoranti: il vapore trasporta l’energia, riscaldando gli alimenti gradualmente ma velocemente, preservando vitamine, minerali, oligoelementi, consistenze sapori e colori. La tecnologia è stata poi integrata in lavastoviglie e macchine da lavare e altri apparecchi per processi e finiture sempre più professionali fino all’unione, lo scorso anno, di steamer e microonde in un unico forno, che consente di accelerare la cottura fino al 40% e migliorare ulteriormente qualità e sostenibilità.
La longevità e l’affidabilità sono aspetti fondamentali per un marchio premium. «Selezioniamo materiali di alta qualità, investiamo nella qualificazione dei risultati attraverso la cottura e il lavaggio non-stop e testiamo per 15 anni di utilizzo. Nelle nostre lavatrici Adora, ad esempio, abbiamo integrato un sistema di bilanciamento intelligente. Un carico sbilanciato è da evitare perché i tessuti potrebbero non risultare puliti e stropicciarsi pesantemente. Ma non solo: il sistema intelligente riduce fortemente i movimenti durante la centrifuga, preservando le parti meccaniche e prolungando la durata della macchina», spiega Peter Spirig.
La sostenibilità permea anche il nuovo quartier generale: il tetto dello Zephyr Hangar ospita un impianto fotovoltaico che fornisce energia a tutto il sito e l’edificio è in legno, scelta insolita per un’azienda il cui core business è la trasformazione dei metalli, che ha permesso di ridurre le emissioni di gas serra del 66% rispetto ad altri materiali, supportando anche l’economia locale grazie all’impiego di legname 100% svizzero. Per lo Zephyr Ost si è puntato su uno speciale calcestruzzo da aggregati riciclati di alta qualità EcoPact Recarb di Holcim, che in più può imprigionare CO2 grazie alla rivoluzionaria tecnologia messa a punto da neustark, spin-off dell’Ethz. In Svizzera già dal 2020 V-ZUG ha azzerato le sue emissioni. L’importanza crescente delle metriche non finanziarie si rispecchia nella definizione di requisiti di sostenibilità che toccano tutte le dimensioni Esg, di cui rende conto il Rapporto di sostenibilità, che dal prossimo sarà integrato in quello finanziario.


Per un’azienda che porta fieramente nel nome il proprio luogo di origine, il radicamento al territorio è identitario. V-ZUG (la ‘V’ sta per Verzinkerei, zincheria) rimane l’unica del settore a sviluppare e produrre gran parte dei propri articoli in Svizzera, salvo alcuni componenti speciali preassemblati nella sua sede a Changzhou. Un importante investimento è stato il nuovo impianto di refrigerazione da oltre 21mila mq inaugurato l’anno scorso a Sulgen (TG), che sostituisce quello di Arbon e si qualifica come il più moderno d’Europa. «L’efficienza energetica è sempre in prima linea nelle innovazioni, ma è ancor più importante negli apparecchi che funzionano h24 ore su 24, 7 giorni su 7, come i frigoriferi. Nella nuova fabbrica a Sulgen utilizziamo processi produttivi, macchine, flussi di lavoro di test e materiali che assicurano un costante miglioramento dell’efficienza energetica. La nuova piattaforma che lanceremo nel 2024, ad esempio, consuma il 45% di energia in meno su base annua del suo attuale predecessore», precisa Peter Spirig.
Oltre a rendere gli elettrodomestici efficienti dal punto di vista energetico e idrico, si investe nella circolarità, anche riorientando i modelli commerciali: dal nuovo modello di noleggio/leasing per gli elettrodomestici da lavanderia, che consente di mantenere la proprietà dei prodotti e di garantirne la circolarità, al modello Second Life, in cui i clienti possono acquistare elettrodomestici di seconda mano ricondizionati.


Se l’artigianato tuttora rappresenta la spina dorsale della produzione, garantendo che ogni elettrodomestico sia realizzato meticolosamente e per durare, al contempo l’alto grado di automazione degli impianti consente di soddisfare i più elevati parametri di precisione ed efficienza. «I dati ne sono una pietra miliare, dando spunti per migliorare i nostri processi e rendendo ogni ciclo produttivo più efficiente e sostenibile», evidenzia il Ceo. Quasi tutta la gamma di elettrodomestici è ormai collegabile. «Sosteniamo la nostra visione di portare la semplicità nelle case dei clienti e la creatività nelle loro cucine. Nonostante l’elevato livello di tecnologia integrato, il funzionamento è progettato per essere il più semplice e intuitivo possibile, grazie all’interfaccia utente. Con i forni e gli steamer della linea Excellence, abbiamo introdotto il CircleSlider, molto facile da usare perché non è un display touch puro, ma utilizza un rilievo fresato per guidare l’utente come una manopola. Offriamo inoltre la possibilità di controllo via app. Il nostro sviluppo evita le tendenze o espedienti in rapida evoluzione, concentrandosi su aree che creano un valore reale per i nostri clienti e che affrontano le sfide del futuro», conclude il Ceo di V-ZUG.
Lungi dall’essere ornamentale, anche all’estetica è assegnato un ruolo fondamentale, nella convinzione che debba durare quanto la qualità. Un design ancorato al minimalismo, sobrio ed elegante, con un linguaggio progettuale ridotto all’essenziale, adatto anche a integrare elegantemente gli elettrodomestici nelle cucine open space.
Per rimanere all’avanguardia, V-ZUG è diventata anche membro della Connectivity Standards Alliance (Csa), la forza trainante del nuovo standard per le case intelligenti, Matter, che permette di monitorare gli sviluppi del mercato della domotica. V-ZUG non manca nemmeno di partecipare ad appuntamenti chiave come il Salone del Mobile di Milano, dove quest’anno i riflettori erano puntati su design, sostenibilità e innovazione, posizionandosi così tra gli opinion leader e i partner commerciali.
© Riproduzione riservata