TM   Aprile 2024

Dibattiti accesi

L’attuale è una fase storica ed economica particolarmente complessa, ricca però di incredibili opportunità a patto di saperle cogliere. Cosa dire dei mercati finanziari? Un’analisi di Luigi Nardella, Cio di Ceresio Sim.

Luigi Nardella

di Luigi Nardella

Cio di Ceresio Sim.

Sono molti gli spunti che l’attuale fase suggerisce, su cui forse non si riflette abbastanza. L’eccezionalismo americano, almeno in campo economico, non è in discussione; il Pil è aumentato nominalmente del 28% in quattro anni (di un Giappone e mezzo), le azioni del 66% e di 50mila miliardi di dollari la ricchezza netta delle famiglie. Le misure espansive monetarie e fiscali senza precedenti sono state determinanti, ma il dollaro rimane ‘la’ valuta di riserva, e il Paese è il primo produttore ed esportatore di petrolio (e di gas naturale), con ricadute positive sul costo dell’energia, e sulla competitività di molte industrie rimpatriate. Bene gli Stati Uniti, ma anche gli Emergenti ‘amici’ grazie alla forte crescita dell’export.  

I tassi d’interesse e i rendimenti dei Treasury sono però destinati a rimanere elevati a causa del crescente disavanzo pubblico, delle dinamiche demografiche e del cambiamento climatico. Il tasso d’interesse neutrale (tasso al quale la politica monetaria non è né espansiva né restrittiva) è destinato a crescere. Gli investimenti, la domanda di capitali, crescono per la transizione energetica, l’Ia, la sicurezza degli approvvigionamenti, la riduzione delle disuguaglianze mentre i risparmi, l’offerta di capitali, decrescono (i Baby boomer vanno in pensione).

Meno chiare le prospettive delle azioni cinesi. Il Paese è in una fase di transizione. Il passaggio a un’economia trainata da un manifatturiero ad elevato valore aggiunto sarà lungo e necessiterà di riforme. Il quadro congiunturale attuale caratterizzato da rallentamento della crescita, riduzione del debito, contrazione dell’immobiliare e deflazione è destinato a perdurare. Ciononostante sono numerosi i settori in cui società cinesi sono all’avanguardia e altamente competitive a livello mondiale, e presentano valutazioni ai minimi storici sia in termini assoluti che relativi.

Lo S&P 500

Correlazione tra volatilità implicita dell’indice e dei suoi primi 50 titoli

Volatilità implicita indice
Fonte: Bloomberg 2024. La volatilità implicita dello S&P 500 e dei suoi titoli va rapidamente chiudendosi

Che dire della gestione attiva e delle strategie long-short? La correlazione tra i diversi titoli azionari è ai minimi ventennali. Questo significa che i mercati sono meno dominati da fattori macro e più dai fondamentali delle singole società. Come le ultime trimestrali hanno dimostrato. La selezione dei singoli titoli, sia long che short, è tornata ad essere premiante in un contesto di tassi d’interesse “normali”. Il più elevato costo del debito penalizza infatti le società più deboli e ne rende più difficile l’acquisizione. Le più solide sono invece meno sensibili al rialzo dei tassi e possono competere più efficacemente. Temi strutturali di lungo periodo quali l’Ia, la longevità, la transizione energetica, la mobilità, il cambiamento post-Covid delle preferenze e abitudini dei consumatori creano ‘vincitori’ e ‘vinti’. Trend che possono essere meglio catturati dai gestori attivi che non dagli Etf. 

Considerando le magnifiche 7 (dominanti negli indici), e guardandole da vicino, emerge qualcosa di analogo sulle prime 5 (dominanti nei nostri portafogli). Meta e Google sono società altamente profittevoli, con elevata generazione di cassa, leader nell’utilizzo dell’Ia e con valutazioni ragionevoli soprattutto alla luce di ottime prospettive di crescita. Amazon beneficerà dell’elevata leva operativa e degli enormi investimenti effettuati negli anni; il potenziale di espansione dei margini sia nell’e-commerce che nel cloud è sotto-stimato dagli investitori. Apple e Tesla invece sono quelle che convincono meno. Apple cresce poco, non ha ancora una strategia sull’Ia, la Cina è una fonte di rischi e il titolo negozia a multipli elevati. Tesla invece è una posizione short, soffre della crescente competizione dei produttori cinesi e del rallentamento della domanda di veicoli elettrici.

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