Nel mondo dell’orologeria, la creatività e la tecnologia convivono in un delicato equilibrio. Dando vita ad oggetti che per la loro complessità sarebbe riduttivo considerare ‘solo’ strumenti di misurazione del tempo. Abbracciando l’innovazione tecnologica, l’industria orologiera continua a rimanere fedele all’artigianalità e all’ingegno umano. A definire questa doppia anima, Carlo Giordanetti, già direttore creativo di Swatch e ora membro del Product and Design Committee di Swatch, e Pirro Ruço, fondatore della maison Artistic Jewellery Pirro. Le loro visioni complementari su come la creatività possa mantenere la sua autenticità in un’epoca fortemente digitalizzata restituiscono uno scenario in cui tutto si rinnova, nel segno della tradizione.
Negli ultimi anni, il concetto di creatività sembra aver subito un’evoluzione significativa. Mentre in passato veniva considerata un dono innato, arricchito da insegnamenti, esperienze, viaggi e letture, oggi appare sempre più connessa all’uso delle tecnologie e delle applicazioni digitali. «Ritengo che la creatività sia sempre ed assolutamente umana: possono cambiare i mezzi attraverso cui si alimenta e gli strumenti attraverso i quali si esprime, così come i supporti a cui si applica, ma resta sempre espressione di una mente e di un pensiero umani!», esordisce Carlo Giordanetti, che è stato direttore creativo di Swatch dal 2012 al 2019, «Credo non si debba definire l’intelligenza artificiale come un sostituto della mente umana, anch’essa infatti va gestita con gli input giusti affinché possa generare risultati interessanti.
La creatività resta un dono che va nutrito, arricchito ed espresso in maniera continuativa e generosa, con curiosità ed apertura mentale: le nuove tecnologie offrono nuove possibilità di esplorazione, di apprendimento, di ricerca e di sperimentazione: una manna per la creatività!», nota Giordanetti.
Per Pirro Ruço, fondatore della Maison Artistic Jewellery Pirro, la creatività ha un ruolo cruciale nel trasformare gli oggetti in simboli: «Solo attraverso la creatività nella sua più alta espressione si possono realizzare oggetti che trascendono la loro semplice funzionalità e diventano vere e proprie opere d’arte», afferma Pirro Ruço, il cui lavoro esprime senza mezzi termini un concetto di artigianato di lusso che, custode di tradizioni secolari, al contempo guarda al futuro dell’orologeria e della gioielleria più ricercate. Come sottolinea Pirro Ruço: «La manualità è ciò che mi permette di creare pezzi irripetibili. La tecnologia, che ha un ruolo nel processo creativo, resta subordinata all’arte e supporta la creatività».
Interviene nel dibattito, Gregory Pons, giornalista ed esperto di orologi: «La creatività nell’orologeria è tutto tranne che razionale e ‘scientifica’: si nutre di umori, culture, casualità e necessità. Le icone più belle non erano destinate a diventarlo. Richard Mille non trovava sul mercato i meccanismi ‘all-terrain’ dei suoi sogni. Maximilian Büsser (MB&F) è stato ispirato dall’iconico cartone animato ‘Goldrake’. Hans Wilsdorf voleva che i suoi Rolex fossero così impermeabili da poterli indossare per nuotare anche in profondità. Nicolas Hayek (Swatch) era l’unico che poteva salvare l’industria svizzera con un orologio in plastica colorata. Tutti questi esempi dimostrano che l’azzardo degli uomini supererà sempre la logica digitale».
Prosegue Carlo Giordanetti: «Nel campo dell’orologeria, così fortemente e storicamente legato all’abilità, alla creatività, alla genialità e al ‘savoir faire’ dell’uomo, questi valori non sono andati perduti e restano al cuore delle innovazioni.
Certo le tecnologie sono strumenti fondamentali per il miglioramento continuo dei processi, della qualità, per le nuove generazioni di materiali e per alcune innovazioni tecniche risolutamente contemporanee e talvolta sorprendenti ed eclatanti, ma è sempre il valore della passione e dell’intelligenza di chi le tecnologie utilizza, sviluppa e sfida, che resta il vero valore aggiunto di un progetto orologiero».
Il rischio, in certi casi, è paradossalmente di un ‘eccesso di creatività’. Ma Carlo Giordanetti: «Forse un progetto creativo fine a sé stesso, non ancorato ad una storia da raccontare che sia forte e coerente con il posizionamento del progetto cui si applica, può avere vita breve, tuttavia lascerà sempre una traccia, servirà a generare nuove idee, ad aprire nuove strade, a far discutere e quindi a far nascere nuovi sguardi. Talvolta progetti creativamente interessanti nascono troppo presto rispetto alle aspettative del mercato, e questo rischia di penalizzarli perché il mondo non li capisce, non è ancora pronto per essi. Ciò nonostante sono e saranno sempre segnali di un potenziale da esprimere».
Anche Ruço esplora le sfide della creatività, ma da un punto di vista più intimo. Nella sua massima espressione la creatività può trasformare un oggetto in un simbolo, rendendolo un’opera d’arte capace di evocare emozioni durature. Questo equilibrio tra creatività umana, tecnologia e artigianato si traduce nella creazione di segnatempo che non solo misurano il tempo, ma raccontano storie, rievocano emozioni e testimoniano la bellezza dell’arte. «Dare alle nuove generazioni la possibilità di apprendere l’arte e il lavoro manuale è essenziale per mantenere viva la tradizione», afferma Pirro Ruço, che conclude: «Non si tratta solo di un lavoro, ma di un processo creativo che arricchisce l’anima e la mente».
Così, mentre continua a guardare al futuro e ad accogliere l’innovazione, l’orologeria mantiene un saldo legame con il passato, celebrando l’ingegno e la passione umana. Ogni segnatempo diventa non solo un oggetto di precisione, ma una narrazione di tradizione, innovazione e autentica arte.
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