TM   Aprile 2025

Chi di dazio ferisce…

Pur avendo riportato l’attenzione generale su alcuni squilibri che l’economia americana sta vivendo da decenni, l’Amministrazione Trump sta certo sbagliando nell’individuare soluzioni che abbiano una qualche minima speranza di risolvere il problema, o di farlo mantenendo buone e indispensabili relazioni con gli alleati. E se Trump finisse con l’essere un imperatore che sognava di tornare agli anni dei grandi fasti, ma infine perse lo stesso impero?

di Federico Introzzi

Responsabile editoriale Ticino Management

Caro lettore,

Le ultime sono state settimane sicuramente un po’ surreali, e da diversi punti di vista, nel male ma anche nel bene.

Su un fronte più squisitamente economico sono venute meno diverse certezze che oltre mezzo secolo di miracolo commerciale aveva reso possibili. I minacciati dazi, e in certe materie è sufficiente minacciare per far danni, potrebbero essere l’inizio della fine dell’impero americano? Se anche fosse, c’è poco di cui compiacersi, ma che per fare grande l’Europa servisse proprio ‘costui’ fa quanto meno sorridere. Anche lasciando da parte improbabili alleanze, è forse tempo di riscoprire le risorse nascoste del mercato unico europeo, da qui l’invito a Berna di sbrigarsi.

In termini finanziari si è fatto un salto carpiato indietro di diversi anni, ai tempi della Grande Crisi del 2008, o  del 2011. Centinaia di miliardi persi, tornati, bruciati, trasfigurati… di preciso cos’è successo? Qualcuno ha visto, qualcuno ha chiamato, qualcuno ha bluffato. Il poker c’è mai stato? Che determinate valutazioni siano irragionevoli non è certo un mistero troppo gelosamente custodito.

Si è però consumato anche Watches & Wonders, dove evidentemente hanno fatto irruzione i dazi in tutta la loro fluidità, trovati a confrontarsi a Ginevra con una delle più antiche tradizioni svizzere, con tutte le sue mirabili complicazioni.

Dalla Ginevra capitale dell’orologiero alla Milano epicentro del design con il Salone del Mobile: due protagoniste relative ma assolute dei loro microcosmi per una settimana. Un’intera settimana; un lusso oggi, da concedersi e in parte meritarsi.

È il racconto di questa edizione, nella ferma convinzione che lasciarsi sorprendere sia ancora un valore, ma che non ci si debba mai far cogliere impreparati. Un difficile, ma forse necessario, equilibrismo.

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