Il ciclo elettorale statunitense, avviato a gennaio con le primarie, probabilmente coinciderà con le elezioni generali nel Regno Unito per la prima volta dal 1992. Mentre a Londra è probabile un cambio della guardia, a Washington nulla è scontato. I principali protagonisti della prossima campagna elettorale statunitense sono ben noti: Joe Biden e Donald Trump, con quest’ultimo imputato per 91 reati. Se tutto andasse come previsto, a contendersi il titolo sarebbero i più anziani di sempre, con una media di 80 anni a testa.
I probabili candidati. L’esperienza insegna che il presidente in carica spesso gode di un ‘vantaggio di mandato’, tuttavia gli indici di gradimento di Biden stazionano sui minimi storici. Nonostante le difficoltà, la campagna di Trump Keep America Great non sta andando male. Almeno una cosa è certa: le maggioranze al Congresso sono estremamente equilibrate, si spartiscono equamente il controllo delle due camere, ed è probabile che rimangano tali. Al pari delle frammentazioni interne agli stessi partiti.
Blocco dei repubblicani. Il Partito, in particolare quest’anno, ha avuto difficoltà a raggiungere un consenso su un obiettivo comune in materia di politica economica e fiscale. Il prolungato stallo nel processo di approvazione del bilancio annuale, è un costante monito, con l’eventualità di leggere variazioni che potrebbero spingere a un’ulteriore impasse legislativa. Non mancano del resto sfide significative che il prossimo presidente dovrà affrontare. L’economia. Le posizioni ideologicamente opposte di Biden e Trump saranno sottoposte a un attento esame nei prossimi mesi, e sarà la percepita competenza economica la determinante delle elezioni.
I conflitti e le dispute politiche dominano i titoli dei giornali, ma l’elezione sarà principalmente influenzata dallo stato di salute dell’economia. In ultima analisi, per gli elettori, il costo della vita e la disponibilità di lavoro sono aspetti più rilevanti.
Nonostante i bassi indici di gradimento, Biden ha ottenuto un discreto successo nell’approvazione di leggi, tra cui l’Inflation Reduction Act, che promuove la sostenibilità ambientale, e il Chips Act, che incentiva la produzione di semiconduttori, nonostante le sfide numeriche al Congresso. Ma in termini azionari un rendimento annuo netto del 2,5% non è particolarmente convincente.
Crescita positiva, sentimento pessimista. Dal punto di vista economico, la crescita si è mantenuta positiva, sulle ali del post pandemia, ma i sondaggi evidenziano un sentiment dei consumatori particolarmente negativo, determinante anche per gli investimenti, rispetto invece alle opinioni generalmente accettate sulle inclinazioni di democratici e repubblicani.
Spesso risultano più significativi i dati, come il ciclo economico. I presidenti democratici hanno frequentemente governato durante periodi di crescita economica e mercati positivi, ma ciò riflette probabilmente più il contesto economico che non i loro successi. L’agitazione politica potrebbe contribuire a un aumento della volatilità nei prossimi mesi. Tuttavia, ciò non modifica necessariamente le attuali tendenze economiche, che sono complessivamente positive per i mercati dei capitali, con una maggiore enfasi sulle azioni.
Coloro che sono preoccupati per una possibile rielezione del Presidente Trump non dovrebbero dimenticare che anche il suo primo mandato non è stato il disastro economico che molti si aspettavano. E manca ancora quasi un anno prima che gli elettori vadano alle urne. Il quadro economico in evoluzione potrebbe ancora influenzare le dinamiche elettorali.
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