TM   Giugno/Luglio 2024

Alchimie cromatiche

Gli effetti cromatici creati sviluppando miscele di pigmenti inedite rendono uniche le grandi tele di Rafka, che mutano con la prospettiva da cui le si osserva e l’intensità della luce. Fra maestria tecnica e visionarietà, un talento svizzero che si sta affermando come originale interprete dell’arte astratta. Rappresentato in esclusiva da Imago Art Gallery.

di Susanna Cattaneo

Giornalista

È il colore stesso la pura sostanza e il principio ispiratore delle sue opere. Non solo irripetibile è ciascun lavoro, ma anche ogni sua visione. La definizione di ‘pigment artist’ calza a pennello con Rafka, talento della scena svizzera che nel 2018 ha inaugurato il suo atelier a Zollikon, sua città natale. Al mondo dei pigmenti è arrivato, prima ancora degli studi alla Scuola di Arti applicate di Winterthur, lavorando per l’azienda di famiglia, attiva nell’assistenza tecnica in prodotti chimici speciali. «Il mio è un percorso insolito per un artista. Fornendo consulenza in vari settori high-tech, come cosmetici, rivestimenti, imballaggi e inchiostri di sicurezza, ho potuto acquisire molte conoscenze sulle materie prime, sulle formulazioni e i produttori, che oggi mi consentono di sviluppare costantemente nuove miscele e ottenere nuove sfumature di colore», racconta Rafka.

Pittura astratta rafka
Il pigment artist Rafka, talento svizzero della pittura astratta / © Foto Yannick Brandenberger.

Negli scorsi mesi lo si è potuto scoprire a Lugano, dove Imago Art Gallery, che lo rappresenta in esclusiva, gli ha dedicato la prima mostra personale, Interference. Un titolo che sottolinea l’effetto creato dall’interazione fra i pigmenti e la luce, sublimata dalle opere della sua più recente serie, dove l’adesione al linguaggio astratto viene portata all’apice con la scelta della monocromia. «Per me con questa serie era importante avvicinare la potenza e la bellezza del mondo dei pigmenti allo spettatore in modo minimalista e concentrato, focalizzandomi ancora di più sulla percezione e la profondità dell’impatto sull’osservatore», commenta Rafka.

Pittura astratta rafka
Rafka all’opera / © Foto Yannick Brandenberger.

Per far sì che i colori si esprimano al meglio, sono molteplici gli aspetti tecnici da calibrare, «ad esempio, a seconda dell’effetto che desidero ottenere, adatto il supporto – scuro o chiaro – e anche la struttura degli strati e la loro sequenza sono di fondamentale importanza. Per questo motivo, prima di ogni nuovo lavoro, effettuo numerosi studi cromatici valutando gli effetti dei colori e che siano compatibili tra loro, per capire come lavorarli e applicarli», chiarisce l’artista.

Oltre alla perizia tecnica, determinante è la capacità di muoversi in un mercato dagli equilibri non meno sottili: Rafka acquista i suoi pigmenti speciali in tutto il mondo, in particolare cercando quelli che saranno ritirati dal mercato, per rendere ancor più esclusive le sue opere. «La conoscenza delle logiche di approvvigionamento è determinante per ottimizzare il mio stock; in alcuni casi ho fatto scorte per i prossimi vent’anni, con una strategia a lungo termine», rivela l’artista, le cui opere acquisiscono in quest’ottica ulteriore valore per collezionisti e investitori.

Pittura astratta rafka
Alcune sorprendenti opere di Rafka, nell’allestimento della mostra “Interference” che gli ha dedicato negli scorsi mesi a Lugano Imago Art Gallery, che lo rappresenta in esclusiva.

Ogni pezzo ha il sigillo dell’unicità: i suoi colori sono tutti miscele uniche e Rafka non conserva un database delle sue ‘ricette’. Inoltre, per quanto le sue opere possano essere fotografate o filmate, nessuna riproduzione potrà restituirne i riflessi che si colgono dal vero. «I miei colori cambiano a seconda dell’angolo di visione e dell’intensità della luce. Per questo motivo alcuni pigmenti vengono utilizzati anche per gli inchiostri di sicurezza, in quanto il riflesso non può essere falsificato. Analogamente, ogni mia tela non può essere riprodotta né digitalizzata», sottolinea. Su tutti, nell’ultima serie il suo pigmento preferito è un blu, a base di vetro, che è stato particolarmente sfidante sviluppare. «Ha un effetto incredibile e un’alta riflettanza della luce. L’elevata trasparenza mi dà grande soddisfazione anche nell’incorporare altre formulazioni. Combinandolo insieme a un secondo pigmento che amo molto, simile allo zaffiro, si ottengono le mie opere blu più forti, con una profondità e una tridimensionalità sorprendenti», sottolinea Rafka.

Pittura astratta rafka
Alcune sorprendenti opere di Rafka, nell’allestimento della mostra “Interference” che gli ha dedicato negli scorsi mesi a Lugano Imago Art Gallery, che lo rappresenta in esclusiva.

Costantemente alla ricerca della miscela perfetta, ma anche di nuove interpretazioni, già sta lavorando a un prossimo progetto: «Recentemente ho ricevuto dei nuovi pigmenti non ancora disponibili sul mercato. Si tratta di effetti cosmetici per il make-up che testerò presto e sono curioso di vedere come si svilupperanno sulle mie tele. Da tempo ho l’idea fissa di creare l’opera monocromatica rossa perfetta. Finora non sono ancora soddisfatto dei risultati, ma sono convinto di poterci riuscire», promette Rafka. Le sue opere stanno iniziando a fare anche il giro del mondo, presentate da Imago Art Gallery: lo scorso aprile era alla fiera di San Francisco, questo luglio partecipa alla fiera di Seattle, mentre a novembre sarà a Roma Arte in Nuvola e a dicembre a Context Art Miami.

Dal 4 luglio Imago Art Gallery presenta nei suoi spazi a Lugano la mostra collettiva Abstract – Le realtà invisibili, che esplora vari mondi dell’arte astratta. Un evento che riunisce opere di artisti contemporanei quali Isabel Alonso Vega, Andrea Gallotti, Serena Maisto, Gabriele Maquignaz e Rafka, offrendo un viaggio attraverso l’interpretazione visiva dell’invisibile. A completare il percorso espositivo, due maestri dell’arte moderna: Arnaldo Pomodoro, con le sue sculture iconiche, e Nicola De Maria, le cui pitture vibranti aggiungono profondità al tema. Un’esperienza unica che invita il pubblico a scoprire e riflettere sulle molteplici sfaccettature dell’astrazione.

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