TM   Dicembre 2023

Una nuova normalità

Le previsioni macroeconomiche forniscono nel complesso un quadro benigno e favorevole. Cosa potrebbe invece andare storto, e rovinare nuovamente la festa? Un’analisi di Giovanni Rickenbach, Responsabile Strategia di Pkb.

di Giovanni Rickenbach

Responsabile Strategia di Pkb

Apatto di dar credito al consenso delle previsioni macroeconomiche, l’inflazione in Stati Uniti ed Eurozona scenderà ancora e ritroverà finalmente il suo livello normale tra 18-24 mesi. La crescita rallenterà soltanto (Usa) o resterà molto esigua (Eurozona) per pochi trimestri, per poi gradualmente riaccelerare. Le banche centrali, Fed e Bce, resteranno restrittive, ma inizieranno ad allentare tra sei mesi. Dopo la riapertura dell’economia dall’esito deludente e l’acutizzarsi della crisi immobiliare viste quest’anno, la Cina è attesa ritrovare un ritmo di crescita più stabile, ancora superiore alle economie sviluppate, ma inferiore al passato. Quanto all’economia elvetica, la crescita è prevista ritrovare il suo potenziale di lungo periodo già nella seconda parte dell’anno prossimo e l’inflazione restare nel target della Bns, che non dovrebbe quindi alzare di nuovo il suo tasso di riferimento.

Il quadro delineato dal consenso delle previsioni macro è tranquillizzante e incoraggiante. Non comporta nuovi shock di politica monetaria, né una contrazione distruttiva dell’attività economica, o una recessione dell’economia cinese con ricadute planetarie. Soprattutto, vede all’orizzonte la fine del periodo d’instabilità di attività e prezzi iniziato con la pandemia, ovvero l’economia mondiale incamminarsi finalmente verso una nuova normalità.

Cosa potrebbe invece andare storto? Tre punti critici saltano all’occhio.

Il primo parte dall’osservazione dei mercati del lavoro, che restano malgrado tutto tesi sulle due sponde dell’Atlantico. In assenza di una contrazione in tempi brevi, l’inflazione potrebbe riaccelerare creando una combinazione tossica per i mercati azionari, caratterizzata da irrigidimenti monetari supplementari, nuovi aumenti dei rendimenti obbligazionari, peggioramento delle condizioni di finanziamento per le imprese, ampia contrazione dell’attività economica. Dato che l’inflazione varia lentamente e ha molta inerzia, la disinflazione vista quest’anno rende tale ipotesi poco probabile, salvo shock esogeni creati dalle relazioni internazionali suscettibili di provocare aumenti durevoli dei prezzi dell’energia o paralisi nelle catene logistiche.

Inflazione

Andamento degli ultimi anni, e previsioni per i prossimi mesi (in %)

Il secondo punto critico riguarda l’attività. Sotto il peso della restrizione monetaria, Stati Uniti ed Eurozona potrebbero soffrire di una recessione. In tal caso, i progressi già visti sul fronte della disinflazione fornirebbero spazio per allentare le politiche monetarie, anche velocemente. 

Il terzo punto critico riguarda la Cina. Il modello tradizionale di crescita basato sull’eccesso di risparmio, il debito bancario e l’indirizzo degli investimenti nei settori ritenuti strategici dal Governo centrale mostra i suoi limiti. La demografia è sfavorevole e modelli di sviluppo alternativi che non mettano in questione il dirigismo sono difficili da immaginare. Uno dei tradizionali motori dell’economia cinese, il settore immobiliare, soffre di ampie capacità eccedentarie, la cui digestione richiederà parecchio tempo. La crisi immobiliare è però una crisi dei costruttori, non delle famiglie. Non provocherà un collasso dell’economia dalle ricadute internazionali. Contribuirà invece al calo tendenziale del potenziale di crescita di lungo periodo e a a una perdita d’influenza della Cina. 

L’investitore azionario potrà trarre alcune conclusioni utili dalla discussione precedente. Il rischio al ribasso dei mercati azionari americano e europei è limitato e le prospettive sono positive. Mancano però catalizzatori positivi nell’immediato, ovvero l’allentamento delle politiche monetarie e la riaccelerazione dell’attività. Il quadro generale è senz’altro compatibile con un atteggiamento costruttivo.