TM   Dicembre 2023

Crypto, norme da coniare

Uno sguardo all’evoluzione apportata dalle cryptovalute, con tre esempi giuridici per un ecosistema propizio e sicuro. La Svizzera è tra i primi a regolare normativamente la tecnofinanza.

di Nikol Marincic

Membro del direttivo del Circolo Giovani Giuristi Zurigo.

Nel corso della storia, l’essere umano ha saputo sviluppare metodi di scambio sempre più progressivi. Se da secoli le economie moderne hanno abbandonato il baratto, le attuali innovazioni fanno pronosticare una simile sorte pure per la moneta fisica, sostituita da transazioni digitali e cryptovalute. Il fenomeno di rovesciamento discende in particolare dalla crisi finanziaria del 2008, durante la quale le strutture economiche tradizionali hanno svelato la loro instabilità.

Sebbene le cryptovalute presentino un possibile elemento chiave del futuro, vengono ancora fortemente stigmatizzate e non sono comunemente accettate nella quotidianità, sollevando in continuazione discussioni riguardo le minacce relative alla loro stessa natura. Infatti, in assenza di controlli, persiste il rischio di frodi e truffe, così come il pericolo di danneggiare l’integrità dei fondi per mancata vigilanza. Tuttavia, gran parte di queste preoccupazioni può essere contenuta attraverso l’implementazione di misure di sicurezza e una regolamentazione adeguata.

La Svizzera dal suo canto, conosciuta per essere un polo economico all’avanguardia, sta cercando di sviluppare regolamenti chiari. Il Parlamento e la Finma sono incaricati di emanare un’effettiva regolamentazione a livello nazionale. Le autorità elvetiche hanno sin da subito delineato una politica liberale e aperta in materia, cercando complessivamente di incentivare un ecosistema propizio, nonché allettante per eventuali investitori.

Tre esempi giuridici

Adattamento a leggi specifiche preesistenti

Dall’importanza fondamentale per la Svizzera di tutelare l’integrità della propria piazza finanziaria, a livello nazionale risalta la garanzia secondo cui le stesse regole degli asset monetari reali devono essere applicate anche alle crypto. Questo include, ad esempio, la regolamentazione in materia di anti-riciclaggio (Aml) e la conformità normativa finanziaria (Kyc). Si mira a fare fronte alle attività illegali, al terrorismo finanziario e al riciclaggio di denaro in modo omogeneo. Per le cryptovalute ciò significa che non sono regolamentate in modo specifico, ma rientrano nelle leggi e nei regolamenti già esistenti. La proposta elvetica fa da pioniera per le linee guida europee, che applicano concetti simili nell’accordo “Markets in Crypto Assets” (MiCa), che entrerà in vigore nel 2024.

Interpretazione nel quadro nel diritto civile

Una seconda applicazione per analogia, sebbene meno esplicita, si manifesta nel codice civile. Secondo il diritto proprietario svizzero, al detentore di una “cosa” viene attribuito il cosiddetto diritto reale, in particolare il diritto di proprietà. La possibilità di costituire diritti reali su un’unità di cryptovaluta presuppone pertanto che le cryptovalute si qualifichino come “cose” ai sensi dell’art. 713 CC. La giurisdizione non ha ancora predisposto una scelta unanime, tuttavia una porzione considerevole di esperti è dell’opinione che le cryptovalute debbano essere considerate come oggetti, o almeno di conferire loro un effetto protettivo assoluto.

Nuova legge innovativa

Con l’entrata in vigore il 1 agosto 2021 della legge sulla “distributed ledger technology” (Dlt) accompagnata dalla relativa ordinanza, la Svizzera è uno dei primi Paesi al mondo a regolare normativamente la crescente tecnofinanza. Sono state modificate selettivamente dieci leggi federali esistenti, migliorando le condizioni per le aziende di blockchain. Il progetto punta a colmare le lacune giuridiche e ad adeguare il diritto alle esigenze di un futuro crittografico.

DeFi, futuro decentralizzato

L’approccio scelto non intende centralizzare le normative attraverso interferenze governative: l’obiettivo è piuttosto instaurare una coesistenza fra certezza giuridica e un’economia futuristica, anche comunemente chiamata finanza decentralizzata (DeFi), su cui poggia tutta la rete di cryptovalute. Un sistema in cui le transazioni non sono più nelle mani delle autorità centrali, bensì degli utenti stessi. Viene fornita loro autonomia e funzionalità attraverso una gamma di strumenti che mirano a mitigare i rischi operativi tipici delle istituzioni bancarie. Oltretutto, dal momento che l’apparato delle cryptovalute è aperto a tutti, la base è caratterizzata da una forte distinzione democratica e trasparente, isolata dalla rigida burocrazia degli intermediari.
Trattandosi di un tema emergente, resta ancora ignoto il futuro della correlazione fra regolamentazione e lo sviluppo della finanza crittografica. I teorici più influenti affermano che la società contemporanea deve iniziare a convivere in simbiosi con le blockchain, perché in un domani non troppo lontano sarà una realtà quotidiana imprescindibile. Tocca a noi, protagonisti del presente, immaginare una soluzione equilibrata, magari proprio sulla scia della Svizzera.

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