TM   Novembre 2023

Strategie già definite

Continua a correre il mercato degli strumenti passivi, Etf in testa. Le ragioni sono molte, a partire dalla crescente richiesta di opzioni utilizzate in altri strumenti finanziari. Un’analisi di Alexander Roll, vice stratega degli investimenti in Europa, di Global X.

Alexander Roll

di Alexander Roll

Vice stratega degli investimenti in Europa, di Global X

Secondo Etfgi, da inizio anno gli afflussi globali negli Etf hanno raggiunto quasi 600 miliardi di dollari, il secondo dato più alto mai registrato. Il dato include i 68 miliardi di settembre. Il numero totale di attivi investiti ha superato i 10 trilioni, con un aumento dell’11% nel 2023. Tra questi, gli azionari hanno rappresentato la parte più consistente: 43 miliardi a settembre, rispetto ai 13 del reddito fisso. Questi afflussi sono stati relativamente concentrati tra i maggiori fondi. 

Affrontare la volatilità. Dato l’attuale livello di incertezza dei mercati, le strategie a risultato definito offrono agli investitori modi interessanti per ridurre la volatilità del portafoglio e attenuare il rischio di duration. Queste strategie utilizzano le opzioni per offrire un certo grado di protezione contro il rischio di ribasso, a fronte della limitazione del potenziale di rialzo. Ad esempio, una strategia buffer può fornire difesa contro le perdite su un attivo sottostante, in cambio di guadagni limitati. Gli Etf a risultato definito, pertanto, possono offrire agli investitori un modo semplice e liquido per mantenere un’esposizione lunga sul mercato, controllando al contempo il rischio. 

Inoltre, una strategia a risultato definito potrebbe potenzialmente integrare un tradizionale portafoglio 60/40 riducendo il beta complessivo del portafoglio e il rischio di duration sul reddito fisso a lungo termine. Di conseguenza, la domanda di queste strategie è aumentata in modo significativo negli ultimi anni e gli emittenti di Etf, in particolare, stanno offrendo possibilità sempre più nuove di accesso al mercato delle opzioni, grazie ai vantaggi fiscali e di efficienza di un Etf.

Interesse nucleare

Andamento del prezzo dell’uranio sul mercato spot (usd/oz)

Prezzo Uranio mercato
Fonte: Bloomberg. L’andamento del prezzo dell’uranio sui mercati spot segnala la delicatezza della fase.

Le miniere di uranio. Per quanto riguarda gli investimenti tematici, l’uranio sta svolgendo un ruolo sempre più chiave nella transizione energetica globale. I mercati europei, specie nel contesto delle tensioni in Europa orientale, stanno arrivando a riconoscere i vantaggi del nucleare. È il caso di mosse nell’ambito da parte di Italia, Polonia, Germania, Francia. La Cina intende costruire oltre 150 nuovi reattori, che rappresentano un forte aumento della crescita nucleare globale, e 60 reattori sono già in costruzione a livello globale, con un aumento del 17%. 

Tuttavia, sebbene l’energia nucleare sia una soluzione energetica sostenibile e a basse emissioni di carbonio, ottenere un’esposizione alla stessa può essere difficile in quanto l’uranio viene scambiato con una scarsa liquidità nelle borse dei futures, ed è qui che entrano in gioco i titoli delle miniere di uranio. I titoli e gli Etf delle miniere d’uranio offrono un’esposizione con leva finanziaria e facilmente accessibile su un materiale relativamente illiquido il cui prezzo sta aumentando, che è necessario per i reattori nucleari e che sembra destinato a godere di una domanda sostenuta.  

Il cloud computing e l’Ia. Un altro spazio tematico interessante è quello del cloud computing, dove dopo 18 mesi di condizioni macroeconomiche difficili e di budget in contrazione, le aziende stanno sperimentando una significativa spinta propulsiva grazie all’Ia generativa. Sempre più, le grandi aziende riconoscono i vantaggi dell’efficienza dell’Ia, dalla semplificazione dei processi on-line ripetitivi per i clienti e l’ottimizzazione dei flussi di lavoro al miglioramento della sicurezza informatica, e questi modelli sono ospitati su piattaforme cloud in grado di gestire enormi quantità di dati. Quest’anno, la spesa per il cloud computing sembra destinata a crescere del 22%, eppure, la penetrazione complessiva rimane bassa, inferiore al 20%.