
Solito battezzare i suoi supercomputer con il nome di una montagna, per il suo nuovo gioiello il Centro Svizzero di Calcolo Scientifico (CSCS) ha mobiliato l’intero arco alpino. Se il suo predecessore, Piz Daint, per sei anni è stato il supercalcolatore più potente di Europa e il sesto al mondo, arrivando a 25 petaflops (un petaflop equivale a un milione di miliardi di operazioni matematiche al secondo, pari al lavoro svolto in tremila anni da un comune laptop), Alps con le sue 10mila unità di elaborazione grafica (GPU) di ultima generazione, posiziona la scienza svizzera al livello delle principali aziende tecnologiche mondiali in termini di potenza di calcolo, sette volte più potente dell’attuale sistema leader mondiale per IA. «Ma il vero grande cambiamento di Alps riguarda l’architettura del sistema. Stiamo adottando tecnologie cloud-native in combinazione con un supercalcolatore collaudato per migliorare qualitativamente il tipo di flussi di lavoro scientifici che possiamo supportare. In combinazione con l’apprendimento automatico (machine learning) stiamo trasformando il calcolo scientifico», sottolinea Thomas Schulthess, direttore del CSCS.


Istituito nel 1991 come dipartimento del Politecnico federale di Zurigo e divenuto asse portante della Strategia nazionale di calcolo e reti ad alta potenza (HPCN), dal 2012 il CSCS è stato trasferito dalla sede originaria di Manno a Lugano, in un edificio ispirato ante litteram ai criteri di sostenibilità ecologica che la gestione dei supercalcolatori sfida a rispettare.
Insieme ai partner Nvidia e Hewlett Packard Enterprise (HPE) per progettare e costruire Alps si è immaginato che potesse soddisfare i requisiti necessari per la ricerca sul clima. «Quando si costruisce un’infrastruttura di ricerca di uso generale su questa scala, è infatti necessario un obiettivo di co-progettazione. Abbiamo scelto il problema meteo-climatico per diversi motivi. Primo: è un classico problema di supercalcolo – von Neumann lo scelse alla fine degli anni ’40 quando sviluppò i “sistemi di calcolo avanzati” all’Institute for Advanced Studies di Princeton. Secondo: all’ETH, così come con MeteoSvizzera e l’European Center for Midrange Weather Forecasts, di cui MeteoSvizzera è membro fondatore, abbiamo eccellenti partner di ricerca. Terzo: sta spingendo i limiti di tutte e cinque le dimensioni dei big data – volume, varietà, veridicità, velocità e valore dei dati. Si tratta di una caratteristica unica, che ci permette di creare la migliore infrastruttura di ricerca attualmente immaginabile, in grado di supportare sia l’extreme computing che l’extreme data analytics, nonché tutti i problemi non così complessi che si incontrano nella scienza, e di farlo in modo efficiente dal punto di vista dei costi», sottolinea il direttore del CSCS.
Prosegue così lo sviluppo che negli ultimi decenni ha cambiato e potenziato la ricerca scientifica, trovando nella simulazione il terzo pilastro accanto alla sperimentazione e alla teoria. Del potenziale di Alps potranno beneficiare tutte le aree a oggi supportate dal CSCS, per le quali la qualità della ricerca è direttamente legata alle capacità di simulazione, fondamentali per dare un senso ai dati scientifici, tra cui le scienze dei materiali e la chimica, l’astronomia e la fisica in generale, le scienze della terra e dell’ambiente, life sciences, medicina, ingegneria, ecc.
Per un utilizzo ottimale di Alps è stato sviluppato un ambiente vCluster. «La tecnologia versatile software defined cluster di Alps permette di configurare le partizioni del cluster in modo mirato ai diversi tenant, garantendo un’offerta personalizzata per diversi settori della comunità di ricerca svizzera. Uno dei primi esempi importanti sarà un vCluster per l’Istituto Paul Scherrer che subentrerà agli attuali sistemi HPC istituzionali on-premises», precisa Thomas Schulthess.

Il Centro Svizzero di Calcolo Scientifico (CSCS), con sede a Lugano (in foto) sviluppa e gestisce un’infrastruttura di ricerca di dati e calcolo ad alte prestazioni supportando la scienza di livello mondiale in Svizzera. Finanziato dalla Confederazione attraverso il Consiglio dei Politecnici federali e l’ETH, nel 2022 ha potuto disporre di un budget operativo di circa 30 milioni di Chf, di ulteriori 20 milioni destinati a investimenti e altri 8 milioni da progetti di collaborazione e servizi offerti a terzi.
«Ci sforziamo di essere il partner principale per le soluzioni di calcolo e dati estremi che meglio soddisfano le esigenze in evoluzione della scienza. Per questo motivo, ci impegniamo sistematicamente con scienziati di spicco, attraverso programmi ad accesso aperto come la Platform for Advanced Scientific Computing (PASC), con partner importanti (ad esempio MeteoSvizzera e il Paul Scherrer Institute) e comunità scientifiche innovative. Recentemente, sulla base della nostra esperienza con la piattaforma medica della comunità europea delle neuroscienze, è stata avviata una collaborazione per la creazione congiunta di un ambiente di ricerca affidabile (TRE) con l’ETH e l’EPFL. In generale, il nostro centro si affida a iniziative dal basso verso l’alto per finanziare lo sviluppo di software applicativi e archivi di dati, e utilizza le competenze acquisite e l’infrastruttura che coprogetta con il settore meteorologico e climatico per i casi più complessi di big data e simulazioni per poi supportare tutti gli altri settori di ricerca rilevanti. Non siamo un’organizzazione di servizi IT, ma un’infrastruttura di ricerca», chiarisce il direttore. Il CSCS conta circa 120 collaboratori, provenienti da oltre una ventina di Paesi. Attualmente sostiene circa 150 progetti, circa il 70% guidati da ricercatori in Svizzera. Tutti sono selezionati valutando le risposte ai bandi e le decisioni di assegnazione sono prese sulla base di una revisione trasparente tra pari.
La nuova infrastruttura non occuperà molto più spazio del predecessore Piz Daint, per contro le prestazioni aumenteranno di circa 15-20 volte, a fronte di un consumo di elettricità solo triplicato nel rispetto dei limiti della struttura di Lugano. Sono invece i costi dell’elettricità a essersi impennati (per sei) dopo il naufragio dell’Accordo quadro con l’Ue, ulteriormente aggravati dal conflitto in Ucraina. «Rispetto però a infrastrutture simili che verranno realizzate quest’anno e il prossimo nel Regno Unito e nell’Europa continentale, abbiamo fatto un ottimo affare. E se fossimo un cliente commerciale che ha bisogno di una consegna immediata ora, il costo sarebbe almeno quattro o sei volte superiore», evidenzia il direttore. Da parte loro, a Nvidia e HPE, partner già di lunga data del CSCS, il merito di aver portato avanti questa collaborazione visionaria avviata nel 2020 nonostante l’aumento dei costi di opportunità.
Il CSCS ha inoltre sottoscritto a inizio gennaio una partnership con il Politecnico di Losanna, dove l’estensione di Alps sarà disponibile come failover per MeteoSvizzera. «Dall’inizio abbiamo previsto di puntare su un’infrastruttura geo-diversificata per assicurare la geo-ridondanza dei nostri servizi ad alta disponibilità. Tuttavia abbiamo dovuto accantonare questi piani quando è diventato chiaro che senza il necessario accordo bilaterale con l’Ue la rete elettrica svizzera avrebbe potuto diventare instabile, situazione aggravata dall’attacco all’Ucraina. L’estensione all’EPFL è piccola rispetto all’infrastruttura di Lugano, anche se abbastanza grande da mantenere in funzione i servizi critici in caso di prolungate interruzioni», ricorda Thomas Schulthess.
Intanto si avvicina l’inaugurazione ufficiale di Alps. Anche se in un certo senso si potrebbe dire che sia già pienamente operativo o, all’opposto, che non lo sarà mai del tutto, in quanto continuerà a evolversi. «Le consegne dell’hardware saranno completate in primavera, mentre al momento ci sono alcuni problemi di software da risolvere. Ma è normale quando si è all’avanguardia. Altri progetti in Germania e nel Regno Unito, successivi al nostro, beneficeranno di questo lavoro», commenta il direttore.
Piena operatività per quest’estate, si potrà allora smantellare Piz Daint dopo un decennio di onorato servizio. E pensare che la storia del Centro Svizzero di Calcolo Scientifico è iniziata nel 1991 con il supercomputer Adula che aveva una potenza di calcolo di 5 gigaflops, molto meno di uno smartphone attuale. Fino a che punto ci si può aspettare che i supercomputer si spingano in futuro? «Sembra che non ci siano limiti o non oso prevederne. La Legge di Moore è ormai sconfessata, non otteniamo più una crescita esponenziale delle prestazioni a costi costanti. Investimenti e consumo energetico si impennano. Tuttavia, finché l’importanza (il valore) dell’informatica nella società aumenterà, le prestazioni continueranno a crescere. E dove c’è una necessità, anche le tecnologie si svilupperanno, aprendo nuove opportunità. È un ciclo che non si esaurirà finché ci sarà un’economia basata sulla tecnologia», conclude il direttore del CSCS.
Alps sarà anche uno degli strumenti chiave della Swiss AI Initiative, lanciata congiuntamente dal Politecnico di Zurigo e dall’EPFL, che mira a posizionare la Svizzera come leader nello sviluppo e nell’utilizzo di un’intelligenza artificiale trasparente e affidabile, nella convinzione che la scienza debba svolgere un ruolo pionieristico in un campo così promettente come l’IA, piuttosto che lasciarne lo sviluppo nelle mani di poche multinazionali. Questione anche di libertà di ricerca e sovranità digitale.
In particolare, l’obiettivo è sviluppare e addestrare nuovi modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM), ovvero modelli avanzati di intelligenza artificiale progettati per comprendere e generare un linguaggio simile a quello umano a un livello sofisticato. «Questi modelli hanno la capacità di comprendere il contesto e di generare testi coerenti, ad esempio ChatGpt contiene al suo interno un potente LLM. Il loro sviluppo richiede quantità significative di dati e milioni di ore di capacità di calcolo delle Gpu. Alps mette a disposizione dei ricercatori una Gpu di ultima generazione, ideale per addestrare gli LLM e con una capacità sufficiente per farlo. Consentirà quindi ai ricercatori svizzeri di sviluppare LLM affidabili addestrati utilizzando set di dati noti, software open-source e allineati ai valori svizzeri», spiega il direttore del CSCS. Ciò conferisce alla Svizzera un notevole vantaggio competitivo a livello internazionale. Dato il rapido sviluppo dell’IA generativa, le infrastrutture di calcolo di ultima generazione sono una merce rara, ovunque nel mondo. E quando sono disponibili, sono generalmente in mano a poche grandi aziende. «Inoltre, in collaborazione con l’industria svizzera, questa capacità sarà utilizzata con diversi ritorni positivi, in particolare formando la prossima generazione di studenti in grado di utilizzare queste tecnologie per garantire che la Svizzera rimanga competitiva a livello globale», conclude Thomas Schulthess.
© Riproduzione riservata