TM   Dicembre 2024

L’inventore in abito benedettino

Monaco dell’Abbazia di Einsiedeln e anche scienziato dalle geniali intuizioni. Accanto alla sua vita spirituale, Padre Athanasius Tschopp (1803-1882) fu autore di invenzioni rivoluzionarie, fra cui un precursore del fax. Tanto in anticipo sui tempi, da faticare a trovare udienza.

Michael van Orsouw

di Michael van Orsouw

PhD in storia, poeta e scrittore

Padre Athanasius Tschopp
Padre Athanasius Tschopp in una litografia del 1840 circa, Zentralbibliothek Zürich.

Quando il 10 aprile 1803 Jakob Kaspar Tschopp venne alla luce in una fattoria lucernese, a Knutwil, nessuno poteva immaginare la vita avventurosa che lo attendeva. I genitori Regina e Kaspar Tschopp-Felber mandarono il figlio alla scuola dell’Abbazia di Einsiedeln e, a soli 17 anni, decise di prendere i voti. Sei anni più tardi, ordinato sacerdote, divenne Padre Athanasius.

Cominciò quindi a insegnare fisica alla scuola del monastero dove fondò un gabinetto di fisica, una sorta di laboratorio per inventori. Tuttavia, Jakob Kaspar Tschopp non si interessava soltanto alla scienza: era anche professore di teologia e insegnava catechismo nella parrocchia di Einsiedeln. Con un talento per la tecnologia, ricoprì successivamente le cariche di istruttore dei fratelli, sottopriore e decano di Einsiedeln (1846-1855).

Ma Padre Athanasius si spinse addirittura oltre: nel 1823, appena ventenne, costruì un nuovo strumento a fiato, che battezzò “Ventilhorn” (corno a valvole). A 32 anni inventò una macchina per disegnare ellissi, parabole e iperboli, con la quale poteva progettare specchi parabolici concavi con la massima precisione e facilità.

Nel 1840 gli venne l’idea di un “Copirtelegraphenapparat” elettromagnetico. Ne affidò la fabbricazione a Meinrad Theiler, un meccanico di Einsiedeln. L’elemento centrale del Typotelegraph, altro nome con cui era noto il dispositivo, era costituito da un cilindro rotante sul quale si poteva scrivere un messaggio con un inchiostro colorato che non conduceva l’elettricità. L’intera superficie veniva poi scansionata da un ago elettrico che trasmetteva il messaggio sotto forma di impulso elettrico a un apparecchio ricevente, anch’esso munito di un rullo, avvolto però di carta, sul quale veniva trasposto il messaggio grazie a una penna che smetteva di disegnare quando l’ago del trasmettitore passava sul colore non conduttivo: di fatto il predecessore del fax.

Il modello del ricevitore di segnale del Typotelegraph
Il modello del ricevitore di segnale del Typotelegraph inventato da Padre Athanasius e realizzato dal meccanico Meirad Theiler di Einsiedeln. Su un cilindro delle stesse dimensioni del trasmettitore, ma ricoperto di carta, viene trascritto il messaggio, comunicato a distanza tramite impulsi elettrici. L’antesignano del fax.

Padre Athanasius non poteva ignorare il potenziale rivoluzionario della sua invenzione, dato che a quei tempi si poteva comunicare soltanto di persona o per lettera. Tuttavia, come ecclesiastico dovette fare i conti anche con l’atteggiamento quantomeno critico della Chiesa cattolica nei confronti della tecnologia e del progresso tecnico: un sacerdote tedesco aveva definito la ferrovia “diavoleria”, mentre l’elettricità era “satana nei fili”.

Intenzionato a contrastare i pregiudizi, il sacerdote si rivolse ufficialmente alle autorità federali di Berna che discuteva dell’introduzione il sistema telegrafico in Svizzera, appoggiato anche dal governo svittese, che raccomandò l’invenzione dell’innovativo benedettino all’Alto Consiglio Federale. Pur riconoscendo i grandi risultati ottenuti da Tschopp e Theiler, la proposta venne declinata ritenendo, come si evince dalla lettera di risposta, che l’idea su cui si basavano, troppo complicata per affidarla a dei telegrafisti, avrebbe richiesto invece dei meccanici in grado di rimettere in funzione il dispositivo in caso di guasto, come accadeva di frequente.

telefono theiler museo scienza londra
Un antico modello di telefono proveniente dal laboratorio di Theiler, attualmente esposto al Museo della Scienza di Londra.

Una seconda opportunità sembrò presentarsi quando il Dipartimento Federale delle Poste e delle Costruzioni creò la prima officina telegrafica: Meinrad Theiler si presentò per uno dei due posti di responsabile, ma la sua candidatura venne respinta, offrendogli un ben più modesto impiego come “pulitore di batterie”, che rifiutò cortesemente. Senza però scoraggiarsi: Theiler continuò a cercare clienti per il typotelegrafo, nel frattempo perfezionato, recandosi a Parigi e a Londra. Questa volta ebbe maggior successo. Nel giugno 1854 depositò a Londra il suo primo brevetto, intitolato “Improvements in printing telegraphs” e l’apparecchio finì per essere adottato su larga scala in borsa per trasmettere i corsi del mercato azionario.

Anche padre Athanasius fu spinto a partire dal suo spirito intraprendente, imbarcandosi sul piroscafo Atlantic alla volta dell’America, dove divenne priore dell’Abbazia di Saint Meinrad, fondata dai monaci di Eisiedeln nell’Indiana (tuttora esistente, è una delle due arciabbazie negli Stati Uniti). Nel frattempo, il duo Theiler-Tschopp ottenne finalmente il riconoscimento sperato anche in patria: il Typotelegraph fu premiato con la medaglia di bronzo alla Terza Esposizione Commerciale Svizzera di Berna nel 1857.

Poco tempo dopo, entrambi rientrarono in Svizzera per motivi di salute. Theiler fece nuovamente domanda all’Officina telegrafica federale, ma nonostante la sua esperienza internazionale, gli venne rifiutato il posto di assistente. Si trasferì quindi nuovamente a Londra, dove visse fino alla morte nel 1873 e fondò la M. Theiler & Sons, Telegraph Engineers (uno dei figli menzionati nel nome della società, Richard Theiler avrebbe in seguito fondato l’Electrotechnische Institut Theiler, che ha poi dato vita alla Landis & Gyr di Zugo).

Padre Athanasius disse invece addio alla fisica per diventare direttore spirituale e amministratore degli edifici del convento benedettino di Einsiedeln. Nel vicino convento femminile di Au a Trachslau, assunse il ruolo di confessore e cappellano, diventando una sorta di manager e responsabile degli affari esterni. Le sue doti di uomo di mondo furono messe a frutto, poiché il convento aveva contatti con l’imperatrice austriaca Elisabetta che, dopo la morte della figlia, aveva cercato conforto spirituale nel monastero e da allora era strettamente legata alle monache benedettine di Au.

Athanasius “pensava a tutto”, come si legge in un documento del monastero. Creò nuovi disegni per il laboratorio di tessitura e nuovi modelli per quello di ricamo. Aiutò nella realizzazione dei reliquiari e redasse nuovi inventari dei beni del monastero e, soprattutto, delle sue entrate. Trovò anche il tempo di passare alla storia come autore di trattati sul pellegrinaggio, di scritti religiosi popolari e di una Storia della Svizzera per le scuole. Morì a Einsiedeln nel 1882, a 79 anni. Il Nidwaldner Volksblatt lo descrisse come un “geniale inventore”. Le cui invenzioni, non avevano tuttavia ricevuto il riconoscimento che meritavano.

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