TM   Settembre 2024

E se i muri parlassero?

Il futuro avrà quasi certamente una dimensione phygital, un ibrido tra digitale e analogico, con la tecnologia che garantirà condizioni e strumenti migliori per essere tutti più umani. L’analisi di Frank Pagano, Senior Partner di Jakala, e azionista di Tokenance.

Francesco Pagano

di Francesco Pagano

Frank Pagano, azionista di Tokenance, Senior Partner di Jakala, Contributor de Il Sole 24 Ore

I nostri spazi non parleranno. Urleranno, produrranno dati in massa e si trasformeranno in grandi e intelligenti scatole magiche. Piazze, strade, negozi, ospedali, scuole, uffici e così via saranno popolati di sensori alimentati dall’intelligenza artificiale e funzionalità di realtà aumentata, che saranno in grado di agire, reagire e servire, in modo proattivo, ciò di cui c’è bisogno, istantaneamente e in toto. Tutto sarà tracciato, nel pieno rispetto delle normative locali, in modo che i dati circolino dove necessario, per garantire il raggiungimento degli obiettivi aziendali o sociali.

Ma il lettore potrebbe non credervi. Questo è il motivo per cui è bene interpellare Andrea Abrams, fondatore e Ceo di Phygicode, consulente, investitore e membro di vari consigli di amministrazione. Abrams è una veterana della tecnologia, con un ricco background nell’immobiliare e nel retail. Vive negli Stati Uniti, ma ha clienti in tutto il mondo, poiché la ‘rivoluzione phygital’, come la chiama lei, è qualcosa che riguarda tutti.

«Abbiamo tantissimi marchi, se si pensa al business, e alcuni buoni operatori, che si siedono nel mezzo e sono ancora rilevanti. Il fisico non morirà. L’ambiente è fondamentale per vendere qualsiasi cosa, dal retail all’ospitalità. L’aspetto positivo della tecnologia è che costringe a ripensare il nostro senso di comunità e di business. Abbiamo per molti versi perso la capacità di fare una corretta pianificazione, le fondamenta» Abrams ci dice.

Ci si sta muovendo verso un futuro ibrido, dove digitale e fisico si fonderanno, lavoreranno insieme, saranno in un equilibrio sempre in movimento, per circondare gli esseri umani e servirli al meglio. «Il presente è phygital. Inseguiamo accesso anziché possesso. Cultura e comunità sono le vere priorità», conferma Abrams.

Fare affari circa trent’anni fa era difficile, se si voleva dare un senso al commercio. Nei centri commerciali gli addetti alle vendite andavano in giro con i palmari, ponendo cinque domande agli acquirenti, da cosa avevano acquistato al perché, dal prezzo alla soddisfazione. I dati erano raccolti ed elaborati da agenzie esterne, che informavano su come migliorare i servizi. Il tutto era macchinoso, impreciso, lento e raramente brillante.

C’è un ciclo continuo che abbraccia i fan nel marketing phygital. Il fisico porta al digitale e viceversa, in un vortice continuo, dove al centro è la persona. La tecnologia offre gli strumenti per coltivare le comunità, ma costringe a renderne indistruttibili le intenzioni

Si vive oggi in un’era diversa. Il contesto sarà in grado di tracciare ciò che fanno le persone, utilizzando tecnologie indossabili e sensori già presenti nell’ambiente. I dati confluiranno in motori alimentati dall’Ia, in grado di dargli un senso, prevedere e suggerire, con l’obiettivo di semplificare, ispirare e deliziare i fan.

Secondo Abrams saranno tre le strade:
– Esperienze connesse: ogni prodotto sarà connesso e avrà un gemello digitale; questo sta già accadendo, dalla moda e dal lusso, al mondo industriale;
– Ambienti digitali: ci vorrà un po’ più di tempo; grazie soprattutto alla realtà aumentata, il digitale e il fisico interagiranno per guidare gli appassionati, attraverso giochi, cacce al tesoro, scoperte e così via; phygital è un linguaggio, un codice che ogni brand utilizzerà per coinvolgere gli utenti e fidelizzarli;
– Acquisizione dei dati: è qui che l’Ia svolgerà il suo ruolo centrale, alimentando raccomandazioni e proposte in tempo reale, per ogni essere umano immerso in questo universo phygital.

C’è, ovviamente, spazio anche per le blockchain. «Se c’è una cosa preziosa con la blockchain, è il fatto che otteniamo verità anziché fiducia, verità a livello granulare. Tutti i flussi saranno registrati su catene pubbliche, trasparenti, immutabili», conclude Abrams.

C’è un ciclo continuo che abbraccia i fan nel marketing phygital. Il fisico porta al digitale e viceversa, in un vortice continuo, dove al centro è la persona. La tecnologia offre a operatori e marchi, a Governi e aziende gli strumenti per coltivare le comunità, ma li costringe a renderne indistruttibili le intenzioni di ciò che fanno, e il motivo per cui esistono in primo luogo.

Benvenuti nell’era dei dati, della verità e dell’autenticità. Se fatto bene, le connessioni umane saranno rafforzate. La tecnologia è un pezzo di un puzzle fatto di spazio in cui i fan possono creare, strumenti hardware e di Ia che tracciano e interagiscono e un’infrastruttura interoperabile e così fluida da diventare invisibile. I muri parleranno, così che noi possiamo parlarci meglio, più profondamente, più velocemente. Se il presente è phygital, il futuro può essere ancora più umano.

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