TM   Novembre Digitale 2024

Detector dell’infosfera

Il media monitoring permette di avere un controllo continuo sulla reputazione del proprio brand, ormai fra gli asset più preziosi, e di potenziare la propria comunicazione strategica. Interviene Mirko Nesti, fondatore e Ceo di Tectel.

di Achille Barni

Quotidiani e periodici cartacei tradizionali, testate web, portali di informazione, emittenti radio e televisive e, ovviamente, la costellazione dei social network: le informazioni provengono da canali sempre più disparati e interconnessi, andando a comporre un’infosfera in crescente espansione, nella quale tutti sono immersi senza soluzione di continuità: off e online, giorno e notte.

Il media monitoring rappresenta uno degli strumenti più efficaci e indispensabili per mantenere una presenza consapevole e proattiva in questo spazio mediatico. Uno strumento essenziale per monitorare anche l’opinione pubblica e per gestire la reputazione aziendale. Si tratta di processo di raccolta, analisi e interpretazione di tutte le informazioni pubblicate riguardanti una specifica entità, sia essa un’azienda, un individuo, un prodotto o un argomento, che possono influenzarne la reputazione e la percezione pubblica.

«Se oggi un decisore, un manager, il responsabile di un’azienda, così come il responsabile di un’agenzia di comunicazione deve comprendere, per esempio, quanto efficace sia la sua campagna promozionale, piuttosto che valutare la reputazione del proprio brand magari in relazione ai competitor, o identificare i trend, i servizi di media monitoring possono consentirgli di addentrarsi in quell’infosfera così affollata per cercare e trovare solo quello di cui ha bisogno, ottenendo insight strategici per le decisioni di business», spiega Mirko Nesti, Ceo di Tectel.

Data la natura multilingue e diversificata della Svizzera, il media monitoring richiede un approccio altamente sofisticato e personalizzato. Potendo disporre del palinsesto di Volocom, grazie alla nostra collaborazione, lo scenario nel quale ci si può muovere è quello del mondo intero: l’intelligenza artificiale ha definitivamente abbattuto i confini fisici fra i Paesi e, soprattutto, ha azzerato il gap linguistico.

Mirko Nesti

Mirko Nesti

Fondatore e Ceo di Tectel

Da oltre vent’anni, l’azienda basata a Manno, si occupa di trasformazione digitale: nata nel 1999, si è specializzata sia nella gestione elettronica dei documenti, sia nello sviluppo di soluzioni documentali innovative, con l’obiettivo di facilitare i flussi di lavoro all’interno delle aziende e di offrire la giusta protezione sia ai documenti, sia alle infrastrutture cloud e fisiche, compito a cui è preposto il dipartimento di Information Security, che racchiude l’insieme di tecnologie, processi e misure di sicurezza progettate per ridurre il rischio di impatto causato da potenziali attacchi informatici.

«Lavoriamo quotidianamente con quantità massive di dati sensibili che vengono gestiti e protetti secondo regole precise. Conosciamo quindi il valore che queste informazioni portano con sé, con le loro potenzialità e i loro rischi. Da questa consapevolezza nasce, in un progetto completamente nuovo, la nostra partnership con Volocom, azienda leader nella media intelligence e nelle soluzioni per la digitalizzazione dell’informazione, che gestisce 4 milioni di notizie ogni giorno provenienti da 200mila fonti mondiali, in oltre 150 lingue diverse. Un miliardo e mezzo in un anno», racconta Mirko Nesti.

Il meccanismo di media monitoring si avvale di una formula complessa che vede al lavoro da una parte i ricercatori che interagiscono con l’intelligenza artificiale, e dall’altra gli analisti che possono interpretare i risultati delle ricerche effettuate dall’Ai e magari correggerne il tiro in corso d’opera. Non si tratta solo di ‘ascoltare’, ma di comprendere, reagire e anticipare.


Da un anno, la società fondata nel 2001 a Milano da Valerio Bergamaschi e in forte sviluppo, opera sul territorio elvetico grazie alla partnership con Tectel per sviluppare progetti congiunti. «Data la natura multilingue e diversificata della Svizzera, il media monitoring richiede un approccio altamente sofisticato e personalizzato. Potendo disporre del palinsesto di Volocom, lo scenario nel quale ci si può muovere è quello del mondo intero: l’intelligenza artificiale ha definitivamente abbattuto i confini fisici fra i Paesi e, soprattutto, ha azzerato il gap linguistico. Il meccanismo di media monitoring si avvale di una formula complessa che vede al lavoro da una parte i ricercatori che interagiscono con l’intelligenza artificiale, e dall’altra gli analisti che possono interpretare i risultati delle ricerche effettuate dall’Ai e magari correggerne il tiro in corso d’opera. Non si tratta solo di ‘ascoltare’, ma di comprendere, reagire e anticipare», sottolinea il Ceo di Tectel.

Se ormai l’informazione viaggia alla velocità della luce, il media monitoring è diventato un elemento imprescindibile per qualsiasi strategia di comunicazione efficace e, con l’evoluzione delle tecnologie e la crescente importanza della reputazione online, continuerà a essere uno strumento vitale per chiunque voglia gestire la propria presenza nel panorama mediatico globale.

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