Se lo “Swiss made” già di per sé è sinonimo di precisione e l’alta orologeria ne è la perfetta ambasciatrice, esiste una garanzia che la attesta al massimo livello, attribuendo il titolo certificato di ‘cronometro’ soltanto a meccanismi e orologi che si dimostrano impeccabili dopo essere stati sottoposti a 15 giorni di rigorosi stress test. Per superarli ogni dettaglio, dalla progettazione alla fabbricazione, l’assemblaggio e la regolazione, così come tutti i controlli sui componenti e sul movimento devono essere perfetti. Spesso utilizzato erroneamente per descrivere strumenti destinati a misurare brevi frazioni di tempo (che sono invece cronografi o cronoscopi), il titolo di ‘cronometro’ distingue dunque un orologio ad alta precisione.
Posizionati a Bienne, Le Locle e Saint-Imier, il più vicino possibile alle manifatture orologiere al cui servizio operano, i tre Bureaux d’observation del Cosc (Contrôle officiel suisse des chronomètres) ne sono garanti. All’opera 7 giorni su 7, circa 350 giorni l’anno: avviata un’osservazione, il ciclo deve essere concluso con misurazioni ogni 24 ore. «Ispezioniamo più di 2 milioni di orologi ogni anno, arrivando fino a 60mila pezzi al giorno per laboratorio. La gestione di quantità così elevate richiede una grande organizzazione logistica, risorse umane qualificate e la capacità tecnica di soddisfare le esigenze dell’industria orologiera svizzera. Come stabilito dalla norma Iso 3159, gli orologi da polso meccanici non possono superare i -4/+6 secondi al giorno di imprecisione, oltre a dover soddisfare una serie di criteri che comprendono la velocità media diurna, la variazione media della velocità, la massima variazione della velocità e altre misure di prestazione. Infrastruttura e processi devono quindi essere allo stato dell’arte per garantire l’accuratezza e il rigore dei test, come le competenze del nostro personale, che conta circa 60 collaboratori e 70 ausiliari. Nessun orologiaio, però: l’indipendenza e la neutralità sono essenziali nel loro lavoro», sottolinea Andreas Wyss, direttore del Cosc.
Creato cinquant’anni fa, il Cosc raccoglie l’eredità dei laboratori che erano stati istituiti in modo indipendente a fine Ottocento: il primo “Bureau de contrôle des montres civiles” fu fondato a Bienne già nel 1878. L’esigenza di allineare le rispettive metodologie per preservare il loro status ufficiale, ha portato nel 1973 i cinque cantoni orologieri (Berna, Ginevra, Neuchâtel, Soletta e Vaud) a proporre l’istituzione di una Commissione che riunisse i rispettivi uffici di controllo della qualità degli orologi, con la Camera svizzera dell’orologeria e la Federazione dell’industria orologiera svizzera.
Come associazione senza scopo di lucro che serve esclusivamente l’industria orologiera svizzera, coordinata da un team di gestione con sede a La Chaux-de-Fonds, il Cosc vanta una clientela che spazia dai grandi nomi a marchi indipendenti e piccoli orologiai. Sebbene certifichi un gran numero di orologi, solo il 15% circa di tutti quelli svizzeri esportati beneficia del titolo di cronometro certificato. «Non esiste infatti un obbligo implicito per tutti i produttori di orologi svizzeri di sottoporsi al Cosc; si tratta di una decisione volontaria presa da ciascun marchio in base alla propria strategia di prodotto e di marketing. Circa il 39% degli orologi da polso meccanici esportati sono cronometri, il che indica che la certificazione è particolarmente apprezzata nel segmento di fascia alta, dove precisione e qualità sono criteri fondamentali per i consumatori», spiega Andreas Wyss.
Nel 2022, soltanto il 3,8% dei candidati è stato respinto: «I marchi ci sottopongono infatti movimenti e orologi già accuratamente preparati e regolati per soddisfare i nostri criteri di precisione. Le bocciature sono quindi spesso il risultato di problemi specifici riscontrati su singoli movimenti piuttosto che di difetti sistematici», chiarisce il direttore.
Un cronometro certificato può essere venduto a un prezzo superiore: non tanto per la tariffa del controllo, di per sé modica (e, proprio come aspirava l’istituzione di un organo comune, unificata, indipendentemente da che si depositino 100mila meccanismi o uno solo), ma perché ottenerla sottende da parte del produttore un investimento a monte che si riflette nella qualità intrinseca del prodotto a valle. Come un titolo di studio universitario, la certificazione è valida a vita, anche se le prestazioni possono leggermente deteriorarsi nel tempo.
Gli strumenti utilizzati dal Cosc sono realizzati su misura dagli ingegneri interni o con collaborazioni esterne. Si tratta di macchine armatrici, macchine di visione e altre apparecchiature specifiche, costantemente aggiornate per tenere il passo con i progressi dell’industria orologiera.
Sviluppare un nuovo metodo di misurazione, come quello semiautomatico della testa dell’orologio per cui il Cosc è ufficialmente accreditato da dicembre 2022, può richiedere un investimento significativo di tempo, risorse umane e finanziamenti per la progettazione e test delle nuove apparecchiature o software e il collaudo e la convalida del metodo. «Il valore aggiunto può includere il miglioramento dell’accuratezza delle misure, dell’efficienza e della capacità di elaborazione degli orologi per la certificazione, nonché una riduzione degli errori umani. L’automazione può anche portare a una maggiore ripetibilità dei test e delle procedure di misurazione, può essere applicata con successo a vari processi, come controlli di precisione, manipolazione dei pezzi, raccolta e analisi dei dati, contribuendo a migliorare la coerenza e l’efficienza delle operazioni», commenta il direttore del Cosc.
Se oggi l’industria orologiera svizzera veleggia su cifre record con 26,7 miliardi di franchi di esportazioni per un totale di 16,9 milioni di pezzi, in mezzo secolo di vita il Cosc ha accompagnato alti e bassi del settore. La domanda di certificazioni cronometro è infatti spesso correlata allo stato di salute dell’industria orologiera svizzera, poiché i segnatempo di alta precisione rappresentano un segmento importante del mercato. «In particolare, abbiamo risentito del significativo calo della domanda di orologi meccanici tradizionali seguito all’arrivo dell’orologio al quarzo negli anni ’70. Tuttavia abbiamo saputo adattarci, ampliando i nostri servizi anche a questo segmento. Con il rinnovato interesse per gli orologi meccanici haut de gamme negli anni Ottanta e Novanta, abbiamo visto aumentare la richiesta di certificazioni di cronometro, come pure di recente, trainati dall’export in crescita. Continuando a sviluppare i nostri metodi di test e a investire in nuove tecnologie per migliorare l’accuratezza e l’efficienza dei processi di certificazione, l’organizzazione è stata in grado di evolversi e adattarsi per soddisfare le esigenze del mercato e continuare a offrire un servizio di certificazione di alta qualità», conclude il direttore Andreas Wyss.
Se già nel 2022 il Cosc aveva registrato un record con 2.428.849 orologi testati, per un totale di 2.325.768 certificazioni rilasciate, è probabile che le cifre del 2023, non ancora disponibili, possano aver registrato un ulteriore aumento. Intanto, nell’atmosfera perfettamente monitorata dei tre laboratori di osservazione – temperatura, umidità e polvere sono misurate in circa 180 punti al minuto, 24 ore al giorno, 365 giorni all’anno – il tempo continua a scorrere con la massima precisione sorvegliato da due orologi atomici e un orologio al rubidio, due collegati al tempo Gps, il terzo al tempo Dcf di Francoforte. È l’incrocio di questi tre oracoli a garantire l’assoluta affidabilità, distribuendo l’ora alle macchine di controllo.
– Giorno 0: il giorno d’arrivo, il Cosc controlla i numeri incisi sui movimenti, li posiziona in barre in 5 punti, li arma secondo le istruzioni del produttore e li colloca in una camera a 23°C per stabilizzarne la temperatura prima di iniziare i test.
– Periodo di prova: gli orologi vengono testati per 15 giorni per gli orologi da polso e da tasca, per 19 giorni per gli orologi di bordo e 13 per quelli al quarzo. I test vengono eseguiti ogni giorno, compresi i fine settimana.
– Misurazioni giornaliere: gli orologi vengono quotidianamente misurati e caricati. Vengono testati in cinque diverse posizioni e a tre diverse temperature (8°, 23° e 38°C). Ogni orologio rimane in una determinata posizione e temperatura per 24 ore prima delle misurazioni.
– Criteri di valutazione: sulla base delle misurazioni giornaliere, vengono verificati sette criteri eliminatori per il Genere I (orologi da polso meccanici). Comprendono la marcia media giornaliera, la sua variazione e altri indicatori di prestazione. Se tutti sono soddisfatti, il movimento o l’orologio viene certificato come ‘cronometro’.
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