Se dovessi utilizzare uno slogan che riassumesse in due parole i contenuti della Bitcoin Atlantis Conference (paragonabile al nostro PlanB di Lugano), tenutasi a cavallo di febbraio e marzo sulla splendida isola di Madeira, alla quale ho partecipato spinto da un’irrefrenabile curiosità, prenderei a prestito il titolo del best seller della ricercatrice americana, nonché speaker e ospite dell’evento, Lyn Alden: Broken Money. Tradotto significa letteralmente “moneta rotta” ed è chiaramente un eufemismo. Il libro analizza con dovizia di particolari perché il sistema valutario attuale fiat sia ormai arrivato a un livello insostenibile e di non ritorno.
Tra i partecipanti alla conferenza si respirava fin da subito un’aria particolare. Non si trattava, come sarebbe facile pensare, della prevedibile euforia dovuta alla repentina ascesa delle ultime settimane che ha portato bitcoin a segnare un nuovo “all time high”, ossia un picco storico in termini di valutazione, dovuto in gran parte all’entrata nel mercato degli Etf finanziari. La variabile ‘prezzo’ però, era del tutto marginale, se non indifferente alla maggior parte dei presenti. Dalla persona comune alle star miliardarie Michael Saylor e Jack Dorsey, fondatori rispettivamente di Microstrategy e Twitter, tutti erano accumunati dal medesimo entusiasmo derivato dalla consapevolezza, ostentata con malcelato orgoglio, di aver compreso prima di altri gli albori di un cambiamento politico, economico e sociale ‘globalizzato’ senza precedenti nella storia, e di esserne contemporaneamente testimoni e pionieri.
Un cambiamento di paradigma monetario inimmaginabile fino a qualche anno fa e che, stando perlomeno ai presenti, appare evidente quanto ineluttabile. Trasformazione epocale che rivoluzionerà e modificherà per sempre la nostra società negli anni a venire. Non più una questione di ‘se’, ma di ‘quando’.
La cosa che forse più di tutte mi ha colpito e che vorrei mettere in risalto della Bitcoin Atlantis Conference, è stata l’iniziativa culturale e formativa, partita da El Salvador e che si sta diffondendo velocemente in diversi paesi nel mondo, tramite la pubblicazione di un libro didattico, denominato Bitcoin Diploma, appositamente pensato per l’insegnamento di Bitcoin nelle scuole. Le rivoluzioni, si sa, iniziano sempre dal basso e sono spesso silenziose
Non immaginatevi però i partecipanti come degli sviluppatori nerd (“Dev” in gergo) con tendenze anarchiche cyberpunk. Nel modo più assoluto. Quello che risaltava era la differenza culturale e sociale delle persone presenti. C’erano famiglie con bambini di svariate nazionalità (per le quali erano state allestite specifiche aree d’intrattenimento), gente comune mischiata a professionisti dell’industria e della finanza, imprenditori rampanti del settore crypto, avvocati e medici, tutti entusiasti e uniti sotto il vessillo di Satoshi. C’erano, tra gli altri, un’attempata e sovrappeso commercialista romana, emigrata da anni a Madeira che disquisiva su problematiche tecniche di Utxo con il dev australiano del panel legato all’apprendimento, il medico tedesco che si faceva firmare orgogliosamente il bestseller Crypto Soveregnity dal suo autore Erik Cason, ragazzi provenienti da tutto il mondo entusiasti e assetati di conoscenza alla ricerca di una chiave per futuro migliore. Sembrava di essere agli albori del cristianesimo.
Gli acquisti, che fossero bevande, hamburger, libri o gadget vari venivano effettuati esclusivamente in bitcoin, utilizzando la rete Lighting Network. Per chi non ne avesse mai sentito parlare, trattasi di un second layer di bitcoin, simile al nostro Twint o all’italiana Satipay, per rendere l’idea, che permette di fare piccole transazioni off-chain immediate e a costi praticamente nulli. C’era pure un Atm dove potevi inserire una banconota in euro e, semplicemente scansionando un Qr code, caricavi istantaneamente il tuo wallet.
Il taglio dato alla conferenza non è stato (volutamente) focalizzato sugli aspetti tecnici di come funziona il protocollo Bitcoin, ma piuttosto su tematiche economico-finanziarie e sociali. Da un lato personaggi di spicco del capitalismo moderno come i precedentemente citati Sailor e Dorsey, non gli ultimi arrivati, argomentavano con cognizione di causa, come il sistema finanziario globale, di cui loro stessi sono parte, basato sul debito e sulla stampa infinita di moneta fiat, non possa reggersi ancora per molto, sostenendo che la migliore soluzione possibile per proteggersi dall’inflazione causata dalla scellerata politica monetaria perpetrata dalle Banche centrali sia proprio bitcoin.
È stato presentato il docufilm, Stranded che smitizza la narrativa dominante green, ossia che il mining sarebbe energivoro e quindi dannoso, dimostrando come lo stesso possa invece, se utilizzato con intelligenza, aiutare a ottimizzare lo spreco di energia e, monetizzando lo stesso, generare un circolo virtuoso a vantaggio dello sviluppo di intere comunità africane.
Da ultimo, la cosa che forse più di tutte mi ha colpito e che vorrei mettere in risalto, è stata l’iniziativa culturale e formativa, partita da El Salvador e che si sta diffondendo velocemente in diversi paesi nel mondo, tramite la pubblicazione di un libro didattico, denominato Bitcoin Diploma, appositamente pensato per l’insegnamento di Bitcoin nelle scuole. Le rivoluzioni, si sa, iniziano sempre dal basso e sono spesso silenziose.
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