Se potesse farci un giro, non avrebbe dubbi. Infatti, quel proposito, da lui dichiarato oltre un secolo fa, di «fare un’auto veloce, un’ottima vettura: la migliore nella sua categoria», in centocinque anni non è mai stato disatteso. Con quel proposito, W. O. – al secolo Walter Owen Bentley – il 18 gennaio 1919 fondava il marchio automobilistico Bentley Motors Limited. La prima vettura, la Exp 1, fu completata a Londra nel 1919. Mentre qualche anno dopo la 3-litre, assemblata a Cricklewood, completò la 500 Miglia di Indianapolis nel 1922 e si piazzò in quarta posizione alla 24 Ore di Le Mans nell’anno successivo, evento che poi vinse nel 1924.
Altri trionfi seguirono nel 1927, 1928, 1929 e 1930. Le Bentley erano guidate da un team di piloti inglesi, conosciuti come Bentley Boys, il più noto dei quali si chiamava Woolf Barnato. Fu il padre di quest’ultimo a rilevare il marchio Bentley l’anno successivo, a seguito delle grandi perdite finanziarie subìte. W.O. mantenne un ruolo attivo in azienda, dedicandosi ad una nuova generazione di automobili e progettando un innovativo motore a sei cilindri che fu poi introdotto nel 1928. La Depressione del 1929 assestò il colpo finale all’azienda e non bastò a salvarla il lancio della 8-litre come auto di lusso, di cui furono prodotti pochi pezzi. Nel 1931 l’azienda, ipotecata, fu acquisita dalla rivale Rolls-Royce, per 125.275 sterline. Dopo la Seconda guerra mondiale, spostata negli stabilimenti di Crewe, in Inghilterra, Bentley rimase a lungo un marchio in ombra, producendo gli stessi modelli della casa madre fino al 1998, anno in cui le strade dei due Marchi si sono separate.
Nel 1998, infatti, Bentley è stata acquistata dal Gruppo Volkswagen che ha deciso di investire altri 500 milioni di sterline per assicurare all’azienda di essere all’avanguardia. Il primo progetto ad essere realizzato è stato la GT Continental, presentata in formato argilla per la prima volta al Salone di Parigi nel 2022 e poi al Salone di Ginevra nel 2003.
«Il 2003 fu l’anno della rinascita di Bentley. Una nuova strategia aziendale, allineata proprio a tale volontà di rinascita del brand, aveva contribuito a ridefinire l’intera gamma di vetture con nuovi parametri stilistici. Nasceva così una nuova identità», esordisce Balazs Rooz, Regional Director Europe. Sempre nel 2003, Bentley ritorna a Le Mans e vince con la Speed 8. Nel nuovo panorama delineatosi per la Casa inglese, nel 2015 arriva il suo primo Suv: un fuoristrada versatile e lussuoso denominato Bentayga. E mentre, nel 2020 «Bentley ha delineato la sua strategia Beyond100, per raggiungere la completa neutralità carbonica entro il 2030, con la trasformazione dell’intera gamma di modelli in veicoli elettrici a batteria, la sostenibilità si persegue anche con i 20.815 pannelli solari posti sul tetto dello stabilimento Bentley», prosegue Balazs Rooz.
A ciò si aggiungono i 10mila pannelli solari posti nel più grande parcheggio coperto a energia solare del Regno Unito, che sono in grado di coprire fino al 65% del fabbisogno elettrico del sito e permettono di ottenere un risparmio stimato di 5.450 tonnellate di emissioni di CO2 all’anno. I pannelli generano infatti energia sufficiente per alimentare mille e duecento abitazioni per un anno.
A proposito di stabilimento: la sede principale di Bentley, è sempre – dal 1946 – a Crewe, nel Cheshire, dove lavorano quattromila collaboratori. Ogni giorno vengono prodotte in media cinquanta unità di Continental e Flying Spur e quaranta di Bentayga. Occorrono circa 110 ore per costruire una Continental GT, circa 130 per una Flying Spur e più o meno130 per un Bentayga. Ogni vettura deve superare una checklist di 500-650 punti prima di ottenere l’approvazione finale, a seconda delle opzioni.
E non farà certo eccezione a questo protocollo la nuova Continental GT: la sportiva di Crewe, sempre più potente e lussuosa, pronta al lancio. «Si tratta della prima Bentley che utilizza il nuovo gruppo propulsore Ultra Performance Hybrid, con 80 km di autonomia esclusivamente in modalità elettrica: un’auto che rappresenta la prossima tappa di un percorso ventennale di successi della Continental, ritmato da circa 100mila esemplari prodotti artigianalmente a Crewe», nota Balazs Rooz.
La nuova Continental GT, di quarta generazione, non solo sarà l’auto stradale Bentley più potente e più dinamica negli oltre cento anni di storia dell’azienda, ma sarà anche la più sostenibile, rispettando il lusso e l’eleganza artigianale e i materiali eccezionali che contraddistinguono tutte le automobili Bentley.
La tecnologia del telaio di ultima generazione comprende la trazione integrale attiva con torque vectoring, le quattro ruote sterzanti, il differenziale a slittamento limitato elettronico, il controllo antirollio attivo da 48 V e i nuovi ammortizzatori a doppia valvola. Un nuovo design e una nuova serie di tecnologie arricchiscono l’ultima generazione dell’auto che ha definito la Bentley moderna.
Alla prima Continental GT, lanciata come prototipo nel 2002, e messa in produzione l’anno successivo, si deve il merito della rinascita di Bentley. L’auto ha trasformato l’azienda, anche stimolando un aumento delle vendite di dieci volte. L’ispirazione per il design e le prestazioni della Continental GT provengono dalla Continental R Type del 1952, l’auto a quattro posti più veloce del mondo a quell’epoca, che definì il concetto di Gran Turismo di lusso. Si trattava di un’auto pensata per i lunghi viaggi per attraversare il continente: e proprio da questa finalità è nata l’ispirazione per il suo nome. La Continental GT adottò le stesse tre linee chiave del design: potenza, la muscolarità del posteriore e la linea spiovente del tetto.
L’impatto della Continental GT al momento fu veramente straordinario: nel giro di quattro anni, le vendite annuali di Bentley decuplicarono arrivando a oltre 10mila unità. La seconda generazione della Continental GT, presentata a Parigi nel 2010, è stata lanciata con il propulsore W12, per poi passare a un nuovo V8 da 4,0 litri introdotto nel 2012. Nel 2018 è seguita una terza generazione, basata su una piattaforma nuova e appositamente realizzata, e con tutto assolutamente nuovo: propulsore, sospensioni, l’architettura elettronica, la tecnologia e il design degli interni e degli esterni, che insieme ha definito un nuovo punto di riferimento per il settore delle GT di lusso, ormai altamente competitivo.
In questi venti anni, la Continental GT ha battuto record di velocità e vinto campionati e gare di durata in tutto il mondo. A livello globale, la Continental GT è il secondo modello più popolare di Bentley (dopo la Bentayga) e una Bentley su tre venduta è una Continental GT. «All’inizio del prossimo anno, l’esemplare numero centomila di questa iconica Grand Tourer sarà prodotto a mano nella Dream Factory di Bentley a Crewe», anticipa Balazs Rooz.
Se la Continental GT nel 2023 ha occupato per volume di vendite il secondo posto, a svettare è stata la Bentayga, mentre la Flying Spur ha raggiunto il venticinque percento del volume delle vendite. La nuova Bentley Flying Spur era stata introdotta nel 2019, seguita a inizio 2020 dalla più rara Bentley due porte dell’era moderna, nonché massima espressione della cabriolet due posti di lusso: la Bacalar.
Con una serie limitata a 12 esemplari, la Bacalar ha guidato il ritorno alle carrozzerie firmate Bentley Mulliner, il più antico carrozziere al mondo, con i suoi duecentocinquanta anni di storia. Nel 2022, la Bentley Mulliner Batur, una nuova coupé gran turismo a due porte realizzata in serie limitata a 18 esemplari, ha rappresentato l’inizio di una rivoluzione nel linguaggio di design di Bentley. Creata da Andreas Mindt, direttore del design e dal suo team, la Batur rivelava un nuovo dna di design destinato a guidare la progettazione della futura gamma di veicoli elettrici a batteria (Bev) di Bentley, in previsione per il 2025.
Oggi, mentre Bentley si avvia verso l’era dell’elettrificazione, il W12 cede il passo al nuovissimo propulsore ibrido V8, destinato a guidare il futuro del Marchio. In una fusione perfetta tra lusso elettrico e prestazioni da supercar, oltre 782Ps di potenza massima combinata, con 80 km di autonomia elettrica.
La serie limitata della Batur è stata realizzata della divisione su misura di Bentley, Mulliner, succedendo alla Bacalar. Come la Bacalar, anche la Batur prende il nome da uno splendido specchio d’acqua naturale: il lago Batur, craterico, profondo 88 metri e con una superficie di 16 km2 a Kintamani, sull’isola di Bali, in Indonesia.
«La Batur è stata equipaggiata con il propulsore più potente mai montato su una Bentley: il W12. Un propulsore che, tuttavia, ha intrapreso il viale del tramonto. Oggi infatti, mentre Bentley si avvia verso l’era dell’elettrificazione, il W12 cede il passo al nuovissimo propulsore ibrido V8, destinato a guidare il futuro del Marchio. In una fusione perfetta tra lusso elettrico e prestazioni da supercar, oltre 782Ps di potenza massima combinata, con 80 km di autonomia elettrica», aggiunge Balazs Rooz. Questo propulsore, dunque, avrà ben 123 Ps in più rispetto al propulsore W12 precedentemente offerto nelle versioni Flying Spur e GT Speed.
Denominato Ultra Performance Hybrid, il nuovo propulsore segue la tradizione di lunga data di Bentley di integrare i motori a combustione leader di categoria con le moderne tecnologie per aumentarne le prestazioni. La sovralimentazione adottata già negli anni Venti è stata l’antesignana dell’uso del turbocompressore dagli anni Ottanta a oggi.
«A partire da quest’estate, Bentley compie un ulteriore passo in avanti, offrendo prestazioni ancor più elevate grazie alla “electrochargin”, utilizzando un potente sistema ibrido per creare quello che sarà il gruppo propulsore più avanzato e più potente nei centocinque anni di storia di Bentley. Con la potenza più elevata mai offerta in una Bentley, il V8 condurrà la prossima fase del viaggio Beyond100 del marchio di lusso britannico e manterrà la promessa di rendere elettrificata l’intera gamma», conclude il Direttore Regionale Europa di Bentley.
Have a nice trip!
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