Le esperienze in ambito bancario sono certamente molte, e spesso arrivano da molto lontano, dunque ben prima che divenisse il grande mantra. Del resto, vivendo in una logica che per definizione vuole essere di lungo periodo – quella di un istituto di credito – assumere comportamenti che oggi vengono comunemente definiti ‘sostenibili’ appare quasi… naturale. «Una banca pubblica, com’è il caso del nostro Gruppo, e più in generale le banche cantonali nel resto della Svizzera, sono abituate a ragionare in un quadro di stakeholder management, diversamente da tutte le altre che in primis sono chiamate a rispondere ai propri azionisti. Abbiamo un chiaro mandato pubblico, siamo di proprietà delle comunità con cui interagiamo, di cui siamo parte attiva; avere un approccio a ogni problema sostenibile, o comunque molto più del resto del mercato, è dunque normale, a prescindere dall’evoluzione del quadro normativo che negli ultimi anni è decisamente cambiato», riflette Luca Bordonzotti, Manager della sostenibilità di Banca dello Stato del Cantone Ticino.
Al pari che in moltissimi altri ambiti, in Europa il percorso verso una società più sostenibile vede al suo centro una decisa e forte azione legislativa, con normative e direttive di portata sempre più ampia e pervasiva volute da Bruxelles. Diversamente altrove, e non solo negli Stati Uniti. «In Svizzera si è sempre preferito un approccio più riflessivo, imperniato sull’autodisciplina, che al pari di molte altre materie altrettanto importanti fa parte delle peculiarità della nostra cultura. I fatti dimostrano che anche questo possa essere un approccio fruttuoso. Nonostante resistenze, e negazionismi, il cambiamento è ormai partito, ed è difficile si possa fermare. C’è maggiore consapevolezza, e specie nei più giovani una maggior sensibilità. È maturata l’idea che lo status quo non sia più un’alternativa, che qualcosa debba essere fatto, a partire dalla dimensione ambientale, e questa è la miglior garanzia che la sostenibilità sia arrivata per restare», prosegue il responsabile.
Molto spesso alla base dei problemi cui la sostenibilità espone il fianco sta proprio la definizione stessa di cosa sia davvero, ed è ad esempio qui che iniziano tutti gli sforzi profusi dall’Unione Europea nel definirlo. «Un esempio di come la sostenibilità pervada la nostra vita passa attraverso i diversi ruoli che ognuno di noi assume nella società: nel mio caso sono sì un collaboratore di BancaStato, ma anche un padre di famiglia, un cittadino, un proprietario di casa, un membro di un’associazione sportiva. La sostenibilità è quindi un tema trasversale, che interessa tutte queste dimensioni, e nel corso degli ultimi anni la maggioranza delle persone ne è divenuta consapevole, pur con sensibilità diverse. La sostenibilità è un approccio di sviluppo, anche economico, orientato al futuro, che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza impattare su quelle future, come definito nel 1987 dal rapporto Brundtland della Commissione mondiale sull’ambiente e lo sviluppo che introdusse il concetto di sviluppo sostenibile», rileva Bordonzotti.
Per quanto non possa essere ricondotta così lontano nel tempo, anche l’esperienza maturata dal Gruppo nel corso degli anni è sicuramente molta. «È da oltre 15 anni, dunque in tempi non sospetti, che coltiviamo queste tematiche e che vi investiamo con convinzione, dalla riformulazione della Legge sulla banca cantonale, dove già al tempo venivano individuate aree sensibili nell’ottica del mandato pubblico in ambito sociale, ambientale e di buona gestione. Essendo auditi due volte l’anno da una commissione parlamentare è dall’epoca che presentiamo un bilancio sociale ambientale, ossia il tema di strettissima attualità della rendicontazione non finanziaria del nostro operato, un report dove far confluire tutte le informazioni di cosa la Banca faceva, e continua a fare. Per quanto fosse certamente meno strutturato di quanto non sia oggi, è la prova provata di quanto fossimo già sensibili alla materia», sottolinea il responsabile.
A distanza di diversi anni più di qualcosa è cambiato, e ormai la larghissima maggioranza delle imprese del settore ha sviluppato autonomamente o esogenamente una sensibilità verso la materia, almeno a livello svizzero. «C’è sicuramente stato un livellamento verso l’alto, c’è un maggior scambio di best practice e strategie in seno alle banche cantonali, dove abbiamo tavoli di discussione, ma anche verso l’esterno. Nel 2021 ho ricevuto dalla Direzione generale il mandato di ridefinire le linee guida che incanalano i nostri sforzi, e insieme a una quindicina di colleghi appartenenti a tutte le business unit del Gruppo, e altre realtà del territorio, abbiamo presentato nel dicembre 2022 la nuova strategia. È articolata nelle sue cinque dimensioni o aree tematiche: ambientale, sociale, governance, clientela e capitale umano», nota Bordonzotti.
Quando si parla di sostenibilità il rischio è principalmente uno, concentrarsi solo su un angolo di quello che vorrebbe essere un tema molto più ampio. «Il dibattito pubblico, e non solo, a fasi alterne può arrivare a soffrire di un’accesa polarizzazione, scivolando poi in un equivoco diffuso: ridurre tutto alla sola dimensione ambientale, che è certamente molto importante, ma scordando le altre due. Dove siamo maggiormente migliorati a livello di Gruppo negli ultimi anni è sicuramente nella dimensione ambientale, ed è dove c’è ancora molto margine, ma è in quella sociale che possiamo fare la differenza rispetto al nostro territorio. Personalmente sono convinto che l’ambiente sia la dimensione più semplice da capire, in quanto – se pensiamo a eventi naturali recenti – viene percepita anche alle nostre latitudini, e dunque è più facile sensibilizzarvi le persone. Ma è proprio lì che si deve innestare il sociale, la meno intuitiva delle sfere. Da ultima la Governance, decisiva per un attore pubblico, ma che è quella già più interiorizzata e normata, soprattutto nel settore bancario», prosegue il Manager della sostenibilità di BancaStato.
Eppure sorge spontaneo domandarsi, guardando ai prossimi anni, quale sarà la principale delle sfide in un quadro tanto complesso. «Se guardiamo all’economia nel suo insieme, e dunque le milioni di imprese che sono il cuore della Svizzera e dell’Europa, si tratta probabilmente della messa a terra delle strategie. La sostenibilità deve diventare normalità di tutti i giorni, e non più un obiettivo meritorio di persone o istituzioni illuminate, e in questo credo che con il buon esempio si possa fare molto. Ed è proprio sulla base di questa visione che nasce il Premio BancaStato per la sostenibilità aziendale, ispirandosi alle esperienze del Nord Europa, ma declinandole al nostro territorio. Vogliamo premiare le piccole e medie aziende che abbiano già investito in progetti e iniziative concreti, quando il premio ancora non esisteva, perché siano d’ispirazione per altri. Nonostante sia ancora troppo presto per fare un bilancio, essendo la prima edizione, c’è stata un’entusiastica accoglienza e un fortissimo interesse, con progetti presentati dalle aziende più disparate e altri annunciati per le edizioni successive, il che è incoraggiante per il futuro della nostra Banca e del nostro Cantone», conclude Luca Bordonzotti.
La nuova strategia che incardina i principi cui il Gruppo Banca Stato si ispira nel declinare il delicato ma attualissimo tema della sostenibilità vede al suo centro cinque pilastri: ambiente, clienti, società, governance, e collaboratori. Ossia tutte le principali aree di intervento dell’istituto.
«Non essendo una tematica nativa del nostro settore, spesso l’ambiente in ambito bancario non viene del tutto compreso in tutte le sue possibili implicazioni. Nel nostro caso ci proponiamo di raggiungere sfidanti obiettivi di riduzione dell’impatto ambientale delle nostre attività, aspetto particolarmente importante nella strategia. Se si guarda alla componente ipotecaria del nostro bilancio consolidato questo assume anche un altro significato, e si lega saldamente al secondo pilastro, la clientela. Siamo la banca dei ticinesi, la nostra offerta di prodotti e servizi lo vuole rimarcare grazie alla solidità e all’affidabilità che la contraddistinguono, non da ultimo offrendo soluzioni green in ambito immobiliare», rileva Bordonzotti.
Le risorse più importanti di un istituto di credito, al pari di molte altre aziende, sono i collaboratori. Terza componente della strategia. «Siamo costantemente all’opera per migliorare il work-life Balance di tutti i nostri collaboratori e per quanto sia già di buon livello, c’è sempre margine di miglioramento, ispirandoci anche alle esperienze di altre realtà. Quando si parla di capitale umano non si può però trascurare il capitolo formazione, sono dunque migliaia le ore di formazione erogate, oltre 8mila quelle in sostenibilità nel solo 2023. Ci prendiamo però cura non solo dei nostri collaboratori, ma anche della nostra comunità nel suo insieme, promuovendo progetti, e sostenendo iniziative delle più varie. Stiamo parlando di circa 16 milioni di franchi erogati ad enti e associazioni del territorio nell’ultimo lustro», prosegue il responsabile.
Da ultima la Governance, certamente quella più normata, ma altrettanto fondamentale come la storia recente insegna ancora una volta.
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