Le aziende rischiano spesso di trattare la sostenibilità in un modo percepito come distante dalla realtà quotidiana. Un linguaggio tecnico o legale eccessivo le allontana dal loro pubblico, perdendo così l’occasione di raggiungere realmente tutti. Da comunicatrice ed esperta in comunicazione Esg, trovo che sia fondamentale ‘umanizzare’ la sostenibilità. Umanizzare significa renderla accessibile e comprensibile da parte di tutti, e integrabile nella vita quotidiana.
È innegabile che le aziende devono rispondere a normative e affrontare i rischi climatici. Tuttavia, oltre alla conformità e alla gestione dei rischi, le narrazioni sulla sostenibilità esprimono tutto il loro potenziale solo se trasmesse in modo coinvolgente e chiaro.

Fa sentire la sua urgenza il diffondersi di un approccio che sappia tradurre dati complessi in messaggi emotivamente e praticamente significativi. È per questo che le aziende più attente si affidano a professionisti della comunicazione capaci di usare metodi innovativi e formati su misura, affinché il messaggio raggiunga il maggior numero di persone. Che si tratti di contenuti immersivi o racconti sui dipendenti, una narrazione Esg – Environmental (ambiente), Social (società) e Governance – per essere coinvolgente deve non solo limitarsi al reporting, ma riuscire a riflettere valori umani, responsabilità etica nonché l’ambizione di creare valore condiviso e sostenibile.
Invece di limitarsi a metriche di carbonio o report di conformità, le aziende potrebbero arricchire il loro canale di comunicazione, includendovi anche il racconto delle storie delle persone che danno vita alla sostenibilità, valorizzando il dialogo diretto con i propri stakeholder. Occasioni come workshop o eventi interattivi possono favorire un confronto aperto e trasparente, consentendo a dipendenti, clienti e partner di comprendere a fondo i valori aziendali e partecipare attivamente al cambiamento. Inoltre, per le aziende è un’opportunità di ottenere feedback e adattare le loro strategie di sostenibilità.
La comunicazione Esg non dovrebbe solo informare, ma coinvolgere, promuovendo una cultura di responsabilità condivisa verso l’ambiente e la società. In questo senso, l’investimento in formazione interna e sensibilizzazione è cruciale: dipendenti motivati e consapevoli diventano ambasciatori della sostenibilità, allineando gli obiettivi aziendali con le aspirazioni della comunità. Con questi approcci, le aziende amplificano l’impatto del loro impegno verso un futuro sostenibile.
Un design visivamente accattivante e la grafica dei dati rendono l’informazione più comprensibile. Infografiche ben fatte e una narrazione fluida rendono di conseguenza il contenuto Esg più accessibile e impattante. La sostenibilità non è più una tendenza, ma una necessità. Richiede l’impegno di tutti – collaboratori, clienti, investitori e pubblico – per sentirsi parte del cambiamento. Credo fermamente che questa trasformazione sia fondamentale per ispirare azioni e impegni concreti, portando significativi progressi verso la sostenibilità. L’auspicio è che le aziende agiscano tempestivamente, pianificando strategie e misure sostenibili e rendendo la loro comunicazione uno strumento inclusivo di coinvolgimento.
Che si tratti di contenuti immersivi o racconti sui dipendenti, una narrazione Esg – Environmental (ambiente), Social (società) e Governance – per essere coinvolgente deve non solo limitarsi al reporting, ma riuscire a riflettere valori umani, responsabilità etica nonché l’ambizione di creare valore condiviso e sostenibile.
Prendendo in considerazione le aziende ticinesi, in questo caso i temi più rilevanti in ambito Esg includono il monitoraggio e la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, la gestione della supply chain in modo responsabile, il benessere dei dipendenti e gli impatti sul territorio e la rendicontazione obbiettiva della performance Esg. La ragione primaria è la sempre maggiore richiesta di informazioni e di rendicontazioni da parte dei clienti e degli investitori, ma vi sono varie altre ragioni, tra cui la necessità e l’appetibile traguardo di attirare giovani talenti qualificati, l’ottenimento di sussidi cantonali e federali, e, sicuramente, il desiderio di migliorare la reputazione aziendale.
Restano comunque delle sfide, tra cui la notevole mancanza di know-how e di risorse dedicate, la grande complessità e i continui aggiornamenti delle normative e l’improrogabilità di un cambio di mentalità all’interno dell’azienda. Molte aziende, specialmente le Pmi, possono trovare difficoltoso allocare tempo e risorse umane necessarie per sviluppare e implementare strategie di sostenibilità. Inoltre, orientarsi tra le numerose normative e standard Esg è veramente complicato. Un altro ostacolo significativo è il cambiamento culturale: per integrare la sostenibilità in modo efficace, è necessario che tutta l’organizzazione, soprattutto i vertici, sia aggiornata, allineata e motivata a seguire queste pratiche. Buone prassi, conoscenze specifiche e il sostegno di comunicatori esperti nella materia sono l’inizio di un percorso virtuoso, e in definitiva fruttuoso per l’azienda.
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