TM   Febbraio 2025

La vista delle piramidi

Nell’ultimo quarto di secolo si è sicuramente registrata un’accelerazione, ma l’evoluzione della comunicazione in ambito finanziario arriva da molto più lontano, e muove da un modo di interpretare il mondo completamente mutato rispetto a soli pochi decenni fa. Se è cambiato l’ambiente competitivo, il subentrare di una nuova generazione di clienti impone un cambio di paradigma sempre più urgente, sfida che solo una parte degli attori ha accettato. Le differenze tra istituti bancari e indipendenti sono importanti, ma anche tra banche e gestori esterni le differenze sono altrettanto significative. Il mondo è cambiato, ma l’industria finanziaria non l’ha del tutto compreso?

di Federico Introzzi

Responsabile editoriale Ticino Management

Caro lettore,

l’industria della finanza negli ultimi anni si è trovata ad affrontare sfide che sino a poco tempo fa si sarebbero ritenute improbabili, e sotto molti aspetti inconcepibili, che hanno rimesso in discussione equilibri stratificatisi nel corso di decadi, se non secoli. La caduta del segreto bancario è stato solo l’inizio.

Comunicare nell’era digitale, e dunque sempre ‘hic et nunc’, detto altrimenti ‘live’, offre sì incredibili opportunità, a partire dal raggiungere a un costo contenuto un pubblico vastissimo seppur indefinito, ma anche rischi immani, come mai prima nella storia. Se la cifra della comunicazione è diventata l’immediatezza e la velocità, al tempo stesso si deve riuscire a essere esaustivi e precisi, anche in materie complesse e delicate, con il rischio che il termine sbagliato finisca all’orecchio dell’utente sbagliato, che riportandolo storpiato, inneschi… una crisi di panico finanziario, digitalizzato?

Il bene fondamentale delle economie moderne è e rimarrà sempre la fiducia, nei confronti delle istituzioni, delle leggi, delle aziende… delle banche, che sino a prova contraria in ultima istanza saranno sempre persone. Inseguire le mode del momento, in ambiti così delicati, per cercare di scimmiottare una comunicazione più giovane rischia solo di sortire l’effetto opposto. Se anche la comunicazione finanziaria è diventata sempre meno svizzera nei toni, è forse tempo che diventi almeno un po’ più professionale, gestita un po’ meglio da persone un po’ più serie. Senza cadere nella tentazione di supplire aggiungendo qualche ulteriore regola.

Comunicare è l’unico modo per creare fiducia, a patto di farlo correttamente, rivolgendosi nella maniera appropriata, a un pubblico che un minimo conosca. Ci si trova alla base di (almeno) una piramide molto (troppo?) alta da scalare, eppure arrivare in vetta dovrebbe essere il più ambito degli obiettivi. Sarà possibile?

L’edizione ha però anche voluto indagare l’anatomia finanziaria delle istituzioni culturali – ed è solo l’inizio di un percorso -, oltre all’evoluzione che, dopo decenni di tentativi, potrebbe infine archiviare il valore locativo.

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