TM   Aprile 2024

Fallimenti: freno agli abusi

Finalmente, grazie alle nuove disposizioni di legge varate dal Consiglio federale, dal 2025 sono previste misure più severe per impedire ai debitori di sottrarsi ai propri obblighi finanziari. Un’analisi di Marco Robbiani, Avvocato e notaio, studio legale Barchi Nicoli Trisconi Gianini, Lugano.

Marco Robbiani

di Marco Robbiani

Avvocato e notaio, studio legale Barchi Nicoli Trisconi Gianini, Lugano

La tematica è annosa, già più volte discussa e mai davvero risolta. Gli atti parlamentari a tal riguardo sono stati numerosi, ora si intravvedono i primi passi concreti.

Nel marzo 2022, il Parlamento ha infatti finalmente approvato la nuova Legge federale sulla lotta contro l’abuso del fallimento. In futuro, così almeno prevedono le nuove disposizioni legali, i debitori non devono potersi sottrarre ai loro obblighi finanziari abusando della procedura fallimentare. Sembra scontato, ma ad oggi non è così e le casistiche di fallimenti, anche a catena, perpetrate da individui in malafede sono purtroppo troppo frequenti. Il modus operandi è piuttosto semplice: chiedono il fallimento di un’impresa, della quale questi ‘personaggi’ sono organi di diritto o di fatto, e ne costituiscono immediatamente una nuova, talvolta mediante un prestanome. Poco dopo la nuova impresa fallirà e una nuova ne prenderà il posto. Dipendenti, fornitori e altri creditori restano alla finestra, con poche possibilità di recuperare i propri crediti. Questo comportamento vizioso ha un effetto deleterio anche sul libero mercato e sulla concorrenza leale. Chi agisce in modo corretto si vede contrapposto a concorrenti disonesti e sleali, i quali si permettono di entrare a gamba tesa sul mercato, proponendo prezzi insostenibili al motto di “tanto semmai si fallisce e poi si riapre”.

Vero è che il diritto fallimentare e il diritto penale prevedono già degli strumenti per punire questi abusi. Tuttavia, come indicato anche dal Dipartimento federale competente, in diversi settori gli ostacoli (sia di natura pratica, sia giuridica) per i creditori e le autorità sono spesso insormontabili e pertanto si rinuncia ad applicare il diritto in modo rigoroso anche in caso di abuso manifesto. 

Nel marzo 2022, il Parlamento ha finalmente approvato la nuova Legge federale sulla lotta contro l’abuso del fallimento. In futuro, così almeno prevedono le nuove disposizioni legali, i debitori non devono potersi sottrarre ai loro obblighi finanziari abusando della procedura fallimentare. Sembra scontato, ma ad oggi non è così e le casistiche di fallimenti, anche a catena, perpetrate da individui in malafede sono purtroppo troppo frequenti. Il modus operandi è piuttosto semplice: chiedono il fallimento di un’impresa, della quale questi ‘personaggi’ sono organi di diritto o di fatto, e ne costituiscono immediatamente una nuova, talvolta mediante un prestanome

Da qui l’esigenza di agire attraverso la nuova Legge federale sulla lotta contro l’abuso del fallimento, che entrerà in vigore il prossimo primo gennaio 2025 e comporterà la modifica di diversi atti normativi correlati. Come ben indicato nel Rapporto esplicativo del 25 ottobre 2023, si prevedono le seguenti modifiche principali:
– per i crediti di diritto pubblico, come ad esempio quelli fiscali, sarà possibile avviare un’esecuzione in via di fallimento e non solo di pignoramento come oggi è il caso (l’obiettivo è quello evitare che le persone e le società che non fanno fronte a questa tipologia di crediti possano continuare a svolgere attività commerciali e causare così ulteriori danni alla collettività e agli altri attori economici);
– le autorità fallimentari saranno tenute a denunciare alle autorità di perseguimento penale gli eventuali reati constatati in materia di fallimento;
– il trasferimento di azioni o quote sociali sarà nullo se la società è oberata di debiti, non esercita più alcuna attività commerciale e non dispone più di attivi realizzabili;
– la rinuncia retroattiva alla revisione limitata (il cosiddetto opting-out retroattivo) sarà vietata;
– viene introdotta la possibilità di ricercare direttamente e gratuitamente le persone fisiche nella totalità del registro di commercio;
– le interdizioni a esercitare un’attività iscritte nel casellario giudiziale (ad es. in seguito a bancarotta fraudolenta o a frodi) saranno in futuro comunicate all’Autorità federale di alta vigilanza sul registro di commercio, al Dipartimento federale di giustizia e polizia e all’Ufficio federale del registro di commercio;
– le amministrazioni fiscali cantonali saranno tenute a comunicare agli Uffici del registro di commercio se una società non ha prodotto il conto annuale previsto dalla legge.

Si tratta di misure puntuali, tangibili e con un buon potenziale di successo, a condizione che gli attori coinvolti siano ligi nell’attuazione di quanto di rispettiva competenza. In particolare, sarà necessario che fra tutti gli Uffici federali e cantonali interessati vi sia la dovuta collaborazione, su più livelli, puntuale e pragmatica, non inutilmente burocratizzata.

Basti pensare che tutta l’implementazione delle nuove normative è già stata rinviata dal primo gennaio 2024 al primo  gennaio 2025, proprio per permettere a chi di dovere di organizzarsi e strutturarsi. I cantoni hanno già annunciato un aumento significativo delle risorse, in particolare per gli Uffici d’esecuzione e fallimenti. La necessaria comunicazione fra le diverse autorità con gli Uffici del registro di commercio presuppone l’esistenza di adeguati strumenti tecnologici per garantire che la stessa sia efficace ed efficiente, rispettivamente le banche dati centrali devono essere aggiornate, già solo per assicurare il buon funzionamento delle comunicazioni relative, ad esempio, alle interdizioni a esercitare una determinata attività. Si è indubbiamente pronti a partire. Fondamentale è però che lo start non colga impreparato nessuno, se non i furbetti dei fallimenti abusivi.

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