TM   Dicembre 2024

Ciak, si gira!

Accomunate da una grande vitalità nell’ambito della produzione cinematografica, Svizzera e Spagna presentano scenari diversi per quanto concerne il sostegno alla cultura. Al sistema rossocrociato delle sovvenzioni si contrappone il sistema spagnolo basato sugli incentivi fiscali, che allettano investimenti anche da privati, magari provenienti da altri settori. Interviene David Mülchi, Avvocato e Socio dello Studio Legale Mülchi & Asociados, Madrid e Lugano.

David Mülchi

di David Mülchi

Avvocato e Socio dello Studio Mülchi & Asociados

Nel periodo natalizio è tradizionale l’uscita di nuove produzioni cinematografiche. È anche un tempo dedicato a bilanci e preventivi, anche di natura finanziaria. Questa cornice mi ha dato lo spunto per questo mio contributo, dedicato ad un aspetto che trovo interessante, ovvero gli incentivi fiscali, alle produzioni cinematografiche, audiovisivi e spettacoli, offerti dall’ordinamento giuridico spagnolo. Ma prima di tutto vale la pena inquadrare la situazione e fare qualche paragone con quello che succede in Svizzera. Nel luglio di quest’anno, il Corriere del Ticino pubblicava un articolo con informazioni sulle produzioni cinematografiche in Svizzera. I dati sono allettanti: nel 2023 sono stati prodotti 680 film elvetici con un aumento del 60% rispetto al 2022. Dal punto di vista finanziario si è evidenziato che: ‘Tale aumento constante del numero di progetti provoca un incremento delle richieste di sostegno. Swiss Films lo scorso anno ha elaborato 310 di queste richieste (+9%). Un record. (…) L’agenzia, in collaborazione con l’Ufficio federale della cultura (Ufc), ha stanziato più di 1,7 milioni di franchi per promuovere la distribuzione internazionale dei film elvetici. Più del doppio rispetto al 2021. Di tale importo, 1,4 milioni sono andati al sostegno alla distribuzione per uscite internazionali mentre 400mila franchi sono stati allocati a sette altre misure di sostegno per la diffusione internazionale del cinema svizzero’.

Il Vallese, secondo quanto riportato da Swissinfo.ch lo scorso mese di ottobre, si sta proponendo come ‘nuovo paradiso dei set cinematografici’, grazie a incentivi finanziari e soluzioni logistiche efficaci. Per quanto riguarda gli incentivi finanziari: ‘Il Cantone offre fino a 100mila franchi di rimborso sui costi di produzione. Questa strategia attira progetti molto variegati, tra cui il film d’animazione Sauvages. In generale, in Svizzera, il sostegno alla cultura è articolato attraverso una norma federale (Legge sulla promozione della cultura, LPCu) e le rispettive norme cantonali (in Ticino: Legge sul sostegno alla cultura) e comunali (a Lugano: Regolamento per l’erogazione di contributi comunali a terzi). Ciò che caratterizza l’attuale sistema vigente in Svizzera in merito agli incentivi alle produzioni cinematografiche in particolare ed alla cultura in generale, è che sotto il profilo finanziario detti incentivi sono configurati sotto forma di sovvenzioni.

Una scena di Sauvages, film d’animazione svizzero
Una scena di “Sauvages”, film d’animazione svizzero, diretto da Claude Barras.

Diversa, sotto molti aspetti, è la situazione in Spagna. Se già dagli anni ’60 la Spagna è stata scelta come ‘set’ per girare grandi capolavori come Il buono, il brutto, il cattivo e Per un pugno di dollari di Sergio Leone, il Cid Campeador con Sofia Loren e Charlton Eston (mio suocero, che ai tempi giocava nel Real Madrid, ancora si ricorda di essersi allenato nella palestra dei giocatori con il grande attore) per poi passare da Star Wars, Indiana Jones e molti altri, ultimamente è stato con l’avvento delle grandi produzioni delle piattaforme digitali ed in particolari con Il Trono di Spade, che è cominciato un vero e proprio ‘boom’ del settore da parte delle produzioni internazionali in Spagna. Ma anche le produzioni nazionali ‘girano’ bene. Secondo il Ministero spagnolo della Cultura e dello Sport, nel 2023, la produzione cinematografica ha continuato a crescere, con film, documentari, film d’animazione e sperimentali. In totale sono stati realizzati 375 lungometraggi.

Di questi, 77 sono stati co-prodotti con altri Paesi. Questo sistema di produzione si sta affermando come mezzo fondamentale per far arrivare i film spagnoli sul mercato estero e per rendere redditizi i grandi investimenti iniziali necessari per produrre un lungometraggio: Francia, Portogallo e Messico sono stati i Paesi con cui è ne stato co-prodotto il maggior numero. Dei 375 lungometraggi prodotti durante l’anno, 173 erano film, 176 documentari, 7 film d’animazione e 19 film sperimentali. Se è vero che il numero dei film in Spagna nel 2023 è stato poco più della metà di quelli prodotti in Svizzera lo stesso anno, dal punto di vista finanziario, le cifre sono altre.

Solo di sovvenzioni concesse (alla produzione, ma anche alla distribuzione, proiezione, eventi, ecc.): 117.161.075 euro dal ‘Fondo De Protección a la Cinematografía’ e 11.380.659 euro dal fondo ‘Recuperación y Resilencia’ a un totale di 1077 aziende del settore. Il ‘Ministerio para la Transformación Digital y de la Función Pública’ ha manifestato l’entusiasmo per lo sviluppo del settore anche dal punto di vista della creazione di posti di lavoro. Sulla base di uno studio relativo al 2023 la generazione di occupazione nelle attività audiovisive è aumentata di oltre il 93% in tre anni.

“In particolare, il lavoro nel settore dei film, dei video e dei programmi televisivi in Spagna è passato da 32mila persone che vi lavoravano nel 2020 a più di 62mila professionisti nel quarto trimestre del 2023. Cifre alimentate sia dall’aumento della produzione nazionale che dal notevole incremento dell’attrazione di riprese cinematografiche internazionali nel nostro Paese. Questa attrazione di riprese, nell’ambito di una strategia trasversale in cui le iniziative sono state coordinate con misure di tredici ministeri, sta facendo della Spagna uno dei principali destinatari di investimenti nella produzione di contenuti originali in Europa, avvicinandosi ai Paesi che tradizionalmente guidano questo investimento, come Francia, Germania e Regno Unito. (…) Nel caso delle produzioni straniere realizzate in Spagna, questo investimento si è tradotto in 10mila contratti di lavoro per un valore di 55,5 milioni di euro, di cui 12 milioni di euro corrispondono all’imposta sul reddito delle persone fisiche, e ha significato un’entrata di quasi 22 milioni di euro per la Previdenza Sociale”.

Ma a differenza della Svizzera, i cui incentivi sono basati fondamentalmente sulle sovvenzioni, in Spagna sono stati introdotti degli importanti incentivi fiscali che allettano gli investimenti nel settore da parte dei privati, anche se provenienti da settori completamente diversi. Tali incentivi si basano su un sistema di deduzioni fiscali applicate a seconda del tipo di produzione e calcolate sui costi totali di produzione. Per esempio, per quelle audiovisive, si applica una deduzione del 30% sul primo milione e del 25% sul rimanente. La base per la deduzione è il costo totale della produzione, aggiungendo le spese per l’ottenimento di copie e le spese di pubblicità e promozione a carico del produttore fino al limite per entrambi del 40% del costo di produzione. Per la produzione e la messa in scena di spettacoli di arti e musica dal vivo, la deduzione è del 20% sulla base della somma dei costi diretti artistici, tecnici e promozionali sostenuti in questi concerti musicali, festival o spettacoli teatrali, danza, …

Di speciale interesse è la deduzione per il produttore straniero che recupera parte del denaro speso in Spagna per la produzione di film o progetti audiovisivi. La deduzione è del 30% sul primo milione e del 25% sull’eccedenza. La base della deduzione è la somma di alcune spese sostenute in territorio spagnolo e direttamente collegate alla produzione. In particolare, le spese del personale creativo, a condizione che sia residente ai fini fiscali in Spagna o in uno Stato membro dello Spazio Economico Europeo, e le spese derivanti dall’utilizzo di industrie tecniche e altri fornitori.

Di speciale interesse è la deduzione per il produttore straniero che recupera parte del denaro speso in Spagna per la produzione di film o progetti audiovisivi. La deduzione è del 30% sul primo milione e del 25% sull’eccedenza. La base è la somma di alcune spese sostenute in territorio spagnolo e direttamente collegate alla produzione, come in particolare, quelle legate al personale creativo.

Queste deduzioni hanno dei limiti: l’importo della deduzione per le produzioni audiovisive non può superare i 20 milioni di euro per ogni film o produzione. Nel caso di serie audiovisive, la deduzione sarà determinata per episodio e il limite è di 10 milioni di euro per ogni episodio prodotto. Per quanto riguarda la deduzione per concerti e spettacoli, il limite massimo è attualmente fissato a 500mila euro per contribuente in ogni periodo fiscale. In ogni caso le deduzioni sono concesse previo adempimento di vari requisiti (sostanzialmente adempibili da ogni produttore serio).

L’incentivo più originale è forse quello denominato ‘Tax Equity Cultural’: consiste nella possibilità, da parte di terzi (di settori completamente differenti), di essere ‘cessionari’ delle deduzioni fiscali derivate dalle produzioni culturali. Attraverso questo sistema un contribuente può finanziare una produzione culturale, senza partecipare nei diritti d’autore, contribuendo ad una parte dei costi della stessa e ricevendo il diritto di applicare nella sua dichiarazione d’imposta una deduzione pari a quanto risulta moltiplicando l’importo finanziato per il coefficiente di 1.2. Per esempio, se uno studio legale (non so se sia il miglior esempio) finanzia una produzione audiovisiva per 100mila euro, potrà applicare nella sua dichiarazione fiscale una deduzione di 120mila euro, ovvero con una redditività fiscale del 20%. Il sistema è ben collaudato e la sicurezza giuridica garantita da disposizioni normative precise e da una serie di interpelli vincolanti dell’amministrazione tributaria. Incentivo che può essere applicato direttamente dai terzi interessati ma anche attraverso strutture societarie come la ‘Agrupación de Intereses Economicos (Aie): quest’ultima è un’entità con personalità giuridica e natura commerciale propria, creata per facilitare lo sviluppo o migliorare i risultati dell’attività dei suoi membri. Questo tipo di associazione consente alle aziende di unire le forze in attività economiche ausiliarie, senza scopo di lucro per sé, il che significa che i profitti generati sono destinati ai soci.

Tutti questi incentivi interessano i contribuenti con una base imponibile positiva ma la norma tributaria permette di applicare il totale della deduzione non solo nell’esercizio fiscale nel quale è stata generata ma anche nei 15 anni seguenti. Penso che questi incentivi fiscali siano molto positivi e, sebbene non possano sostituire il modello delle sovvenzioni statali, sono un’ottima occasione, per favorire la creatività e il settore delle imprese culturali da parte dei privati. Vi immaginate uno studio legale finanziare la produzione di un cartone animato per ottenere un vantaggio fiscale?

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