Antropocene è un termine proposto per descrivere una nuova epoca geologica in cui l’attività umana è diventata la principale forza di cambiamento del pianeta, influenzando profondamente il clima, gli ecosistemi e i processi geologici. Questa epoca riflette l’impatto significativo che l’umanità ha avuto sulla Terra, portando a trasformazioni senza precedenti rispetto alle ere precedenti. Proverò ora a introdurre un modo diverso per definire questa epoca partendo da quella piccola particella che l’irlandese George Stoney chiamò “elettrone” nel 1981 e che il danese Hans Christian Ørsted inconsapevolmente aveva utilizzato nel 1820. In quell’anno, infatti, Ørsted scoprì l’effetto dell’elettromagnetismo, osservando come un filo conduttore percorso da corrente, e quindi da elettroni, potesse influenzare l’ago di una bussola. Questa scoperta rivoluzionaria rappresentò il primo passo verso la comprensione del legame tra elettricità e magnetismo, aprendo la strada a una nuova era di innovazione tecnologica. Fu l’inizio di un percorso che avrebbe cambiato per sempre la nostra relazione con le forze fondamentali della natura portandoci a sfruttarle per crescere.
Ecco perché il concetto di Antropocene Tecnologico può farsi iniziare partendo proprio da questa intuizione sull’elettromagnetismo che ci ha portato a tutte quelle tecnologie avanzate fino ai recenti semiconduttori. Sono la comprensione e il controllo degli elettroni ad aver plasmato l’epoca moderna e le scoperte di Ørsted e dei suoi contemporanei hanno portato allo sviluppo di generatori elettrici, motori e reti di distribuzione energetica, gettando le basi per la rivoluzione industriale e per la nostra capacità di manipolare l’ambiente che ci circonda.
Un passo cruciale è stata l’invenzione della valvola termoionica da parte di Lee De Forest nel 1907. Questa valvola, o tubo a vuoto, controllando il flusso di elettroni nel vuoto ha consentito di amplificare i segnali elettrici e rese possibile lo sviluppo delle prime apparecchiature elettroniche, come le radio e i primi giganteschi calcolatori. La valvola termoionica è stata il componente fondamentale dell’elettronica fino a metà del XX secolo, quando venne sostituita da una tecnologia ancora più rivoluzionaria, quella dei semiconduttori.

Il vero cambio di passo è avvenuto nel XX secolo, quando il controllo degli elettroni dal vuoto passa a un solido cristallo, il germanio, con l’invenzione del transistor nel 1947. La famiglia dei vari transistor, piccoli e robusti, segna l’inizio dell’era dell’elettronica moderna, gettando le basi per la nascita dell’informatica fino all’intelligenza artificiale. Un altro momento chiave è stata l’invenzione del primo microprocessore nel 1971, con la fondamentale collaborazione dell’italiano Federico Faggin, che ha permesso di integrare tutte le funzioni di una Cpu su un singolo chip di silicio, rivoluzionando l’elettronica e aprendo la strada ai moderni computer, compresi quelli, numerosissimi, che teniamo in una mano, gli smartphone.
Nel corso dei decenni, la miniaturizzazione dei transistor ha permesso di comprimerne in un singolo chip di silicio e, nel 2023, Apple è riuscita a introdurre un microchip contenente ben 100 miliardi di transistor. Questa straordinaria evoluzione tecnologica è il cuore dell’Antropocene Tecnologico: la capacità dell’uomo di creare tecnologie che non solo hanno reso possibile l’elaborazione elettronica, ma che hanno anche trasformato la società intera, dai sistemi di comunicazione globale alle intelligenze artificiali odierne. I chip di ultima generazione rappresentano il culmine di due secoli di progressi scientifici e tecnologici, dove la capacità di controllare e manipolare il flusso degli elettroni ha reso possibile un mondo sempre più interconnesso e dipendente dalla tecnologia.
L’Antropocene Tecnologico non è soltanto una riflessione sull’impatto dell’uomo sull’ambiente, ma anche un tributo al genio umano che ha saputo sfruttare le forze fondamentali della natura. Il passaggio dal magnetismo della corrente elettrica alle sofisticate tecnologie dei semiconduttori odierni dimostra come la conoscenza scientifica, quando combinata con l’innovazione ingegneristica, possa condurre a un’evoluzione senza precedenti delle capacità umane e di cui non possiamo intravederne il futuro.
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