TM   Febbraio 2024

Una pausa ristoratrice

Allo stabilizzarsi dell’obbligazionario nei prossimi mesi dovrebbe affiancarsi un buon andamento di alcune azioni, e in particolare del Giappone. Ma cosa c’è oltre la volatilità? Un’analisi di Norman Villamin, Group Chief Strategist di Union Bancaire Privée (Ubp).

Norman Villamin

di Norman Villamin

Group Chief Strategist di Union Bancaire Privée (Ubp)

I cicli di rialzi dei tassi, e dei relativi ribassi dei mercati obbligazionari, dovrebbero concludersi nel 2024. Se le pressioni inflazionistiche si sono allentate dalla metà/fine del 2022, vale soprattutto la pena di sottolineare che i mercati obbligazionari globali sono tornati a premiare gli investitori. La normalizzazione dell’obbligazionario consente di reintrodurre un’esposizione a più lungo termine ai tassi, con il calo dei rendimenti, verso il 4-4,5% per i Treasury e il 2-2,5% per i Bund tedeschi, è possibile realizzare modesti utili di capitale per la prima volta dal 2020.

Gli investitori che nel 2023 si sono rifugiati nel credito dovrebbero essere più attenti e cercare una maggiore compensazione del rischio di credito nel 2024. Si attende una ripresa, prima in Europa, poi negli Stati Uniti, dei cicli di rifinanziamento che guideranno la prossima fase di fallimenti. Nel frattempo, le obbligazioni investment grade sono beni rifugio.

Per coloro che cercano rendimenti superiori le aspettative di una spiccata volatilità sulle azioni significano anche che le strategie di carry sulla volatilità possono essere affiancate alle obbligazioni high yield con breve duration per ottenere redditi più elevati nel corso dell’anno. Le pressioni sui tassi si allenteranno e l’accelerazione sull’Ia dovrebbe andare di pari passo con la ripresa ciclica del cloud, dell’e-commerce e della pubblicità digitale per favorire una crescita a due cifre dei ricavi e degli utili, a vantaggio delle Big Tech ma anche del settore del software.

Al di fuori dei tecnologici, gli investitori possono considerare le società la cui qualità non si rispecchia nei prezzi delle azioni. Inoltre, il ciclo industriale in fase d’indebolimento accenna una ripresa sotto la spinta della nuova politica industriale degli Stati Uniti, incentrata su infrastrutture, industria di punta ed energia.

Sebbene i mercati non abbiano premiato gli investitori nella transizione energetica, gli investimenti americani nelle costruzioni industriali hanno raggiunto 1,9 trilioni di dollari a fine agosto 2023, con un progresso annuo del 65%, il più sostenuto del secolo. Le risorse di bilancio stanziate a bilancio per questa politica industriale dovrebbero registrare un altro forte incremento nel 2024–2026, quindi creare un terreno fertile per una ripresa degli utili societari. Con la stabilizzazione dei rendimenti obbligazionari il finanziamento di progetti a più lungo termine dovrebbe diventare più pianificabile.

Bene gli utili. Al di fuori dell’America, le azioni sono scambiate sotto 13x gli utili, quindi appena al di sopra dei livelli visti durante la Crisi del 2008, la crisi dell’Eurozona del 2011 e la pandemia. Le azioni non statunitensi sono prossime a questo minimo storico, il che potrebbe ridestare l’interesse degli investitori, guardando agli utili. Il Giappone si distingue sulla scena, da quando nel 2012 ha iniziato le riforme strutturali le società giapponesi hanno registrato un Cagr degli utili pari all’11%, superiore al 7,3% dello S&P 500, e pari all’11% del Nasdaq 100.

Dopo il rally del 22,3%, il trend dovrebbe proseguire nel 2024, sulla scorta di un aumento degli utili del 7%, trainato dalla ripresa industriale globale, dall’aumento dei dividendi e dei buyback. Oltre la volatilità. Nel complesso, se in questa fase di transizione i rischi sono elevati, a non mancare sono le opportunità, ad esempio nell’obbligazionario globale. Inoltre, come negli anni Settanta hanno dovuto affrontare un panorama geopolitico mutevole, gli investitori dovrebbero guardare oltre la volatilità di breve termine e tenere d’occhio i rendimenti derivanti dalla trasformazione a lungo termine dell’economia globale.

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