Pur essendo un principio cardine della nostra società contemporanea, l’uguaglianza di genere ha radici in un lungo e complesso percorso di lotta e cambiamento. Dalla seconda metà del XX secolo si sono ottenuti progressi significativi nella riduzione delle disuguaglianze tra uomini e donne. Tuttavia persistono numerose sfide, soprattutto nel mondo del lavoro. In molti settori le professioni continuano a essere influenzate da stereotipi di genere che tendono a valorizzare ruoli tradizionalmente maschili, lasciando in secondo piano quelli femminili. Malgrado le donne costituiscano una parte fondamentale della forza lavoro globale, esse continuano a essere sottorappresentate nelle posizioni dirigenziali e nei ruoli che offrono maggior prestigio sociale e retributivo.
I movimenti sociali degli ultimi decenni hanno contribuito a portare alla luce le disparità presenti nel mondo lavorativo, ponendo pressione su governi e aziende affinché adottassero misure concrete per correggere queste ingiustizie. Le statistiche mostrano però una rappresentanza femminile in crescita, ma a un ritmo ancora insoddisfacente.
Molte donne, soprattutto dopo la nascita dei figli, scelgono di interrompere temporaneamente la propria carriera, mentre la maggior parte degli uomini continua senza pause. Questa disparità riflette la diffusa percezione che la cura dei figli e le responsabilità familiari siano principalmente compito delle madri, piuttosto che un impegno condiviso da entrambi i genitori. Di conseguenza, le donne affrontano maggiori difficoltà nel conciliare gli impegni lavorativi e familiari, con un impatto negativo sulle loro opportunità di crescita professionale e retributiva.
La struttura gerarchica di genere si manifesta anche nel diritto del lavoro, con importanti ripercussioni economiche. Nel 2020, il divario salariale era del 18%, di cui il 47,8% non giustificato da fattori oggettivi come il ruolo professionale o il livello di istruzione. Inoltre, le donne che rientrano nel mercato del lavoro dopo una pausa, in particolare le madri, vedono ridotte le opportunità di avanzamento e subiscono un calo del salario del 3,2% per ogni anno di assenza.
L’uguaglianza di genere nel mondo del lavoro non è solo una questione di giustizia sociale, ma anche di progresso collettivo
Per risolvere queste disuguaglianze, sono state adottate diverse misure legali. L’articolo 8 della Costituzione federale ha stabilito il principio di uguaglianza, ma da solo non è riuscito a eliminare completamente il divario salariale tra uomini e donne. Per questo motivo, nel 1995 è stata introdotta la Legge federale sulla parità dei sessi, ulteriormente rafforzata nel 2020 con l’obbligo per le aziende con più di cento dipendenti di condurre analisi periodiche sulla parità salariale. Nonostante ciò, i risultati iniziali delle analisi si sono rivelati limitati, poiché solo l’1% dei datori di lavoro soggetti a questo obbligo rappresenta circa il 45% della forza lavoro svizzera. Nelle piccole aziende, non soggette a tali obblighi, il divario salariale inspiegato è spesso più elevato.
Le quote di genere rappresentano un’altra misura volta a garantire una rappresentanza equa delle donne in diversi settori, tra cui istruzione, lavoro e politica. Sebbene siano state oggetto di critiche per il loro potenziale di favorire la selezione basata sul genere, è fondamentale chiarire che le quote vengono applicate solo in caso di pari qualifiche tra uomini e donne. Non si tratta di discriminare gli uomini, ma di correggere squilibri storici e garantire pari opportunità.
L’uguaglianza di genere nel mondo del lavoro non è solo una questione di giustizia sociale, ma anche di progresso collettivo. Garantire pari opportunità a tutti, indipendentemente dal genere, non significa solo abbattere barriere, ma anche liberare un potenziale umano inespresso, essenziale per affrontare le sfide di un’economia moderna e dinamica. Ogni passo verso la parità non è solo una vittoria per le donne, ma per l’intera società, che si arricchisce di talenti, idee e prospettive diverse. Sebbene il percorso verso una vera uguaglianza sia ancora costellato di ostacoli, è innegabile che il cambiamento è in atto. Le leggi, i movimenti sociali e le nuove generazioni stanno plasmando un futuro in cui la diversità non sarà più vista come un’eccezione, ma come un valore centrale. Tuttavia, è imperativo che il dibattito resti vivo e che la sensibilizzazione prosegua. Solo attraverso un impegno collettivo e continuo potremo davvero superare gli ultimi ostacoli rimasti e costruire una società più equa per tutti. Guardando al domani, possiamo immaginare un mondo del lavoro in cui il talento, la passione e la competenza conteranno più del genere.
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