È importante capire che i mercati, nella maggior parte dei casi, sono soggetti a ciclicità, ovvero salgono e scendono. Il fatto che il mercato sia in ribasso non significa che bisogna farsi prendere dal panico.
I mercati sono ciclici. Nel corso del XX secolo, e anche ora, si è assistito a numerosi crolli del mercato. Alcuni peggiori di altri. Il 1929, la crisi petrolifera, la crisi finanziaria asiatica, le Dotcom, il 2008, il 2011… sono stati tutti periodi in cui i mercati sono precipitati ai minimi. Tuttavia si sono ripresi, nella maggior parte dei Paesi. Sono molti gli esempi del passato.
Quando gli indici salgono, tendono a ‘fare le scale’, ovvero ad aumentare di pochissimo al giorno, in percentuale, ma nel lungo periodo tendono a produrre una traiettoria ascendente. Quando crollano, invece, ‘prendono l’ascensore’, arrivando a cali molto più sostanziosi in un solo giorno di contrattazioni. Da qui il panico.
Il recupero non avviene da un giorno all’altro. A partire dal 2009, si è osservato un trend rialzista. Da allora, gli indici internazionali sono cresciuti in media del 13% annuo in 11 anni. Tuttavia, negli ultimi anni, si sono affrontati due scenari difficili: la pandemia nel 2020, e la guerra in Ucraina nel 2022, che ha segnato l’ingresso in quello che viene definito un mercato ribassista. Si parla di mercato ribassista quando i prezzi azionari seguono un trend al ribasso sul lungo periodo e scendono del 20% o più.
Da allora le cose sono migliorate, e gli indici hanno prodotto risultati interessanti. A fine luglio sembrava che si fosse entrati in un altro momento critico, ma dopo poco tempo i mercati si sono stabilizzati e hanno recuperato. Ma cosa si può fare per proteggere i propri investimenti?
Molte conferme, poche eccezioni… Esaminando gli indici mondiali, si nota questa tendenza. Ad esempio, lo S&P 500 per il periodo 1990-2022. I mercati di norma si riprendono dopo un calo, nel lungo periodo. Seppur con eccezioni: ad oggi, l’indice italiano non si è ancora ripreso del tutto negli ultimi 20 anni.
Se si considerano gli indici complessivamente, a livello globale, questi seguono il trend, ma non è sempre garantito che tutti gli indici recuperino. Per questo è importante prendere alcune precauzioni.
L’emotività. L’aspetto emotivo di un investitore è fondamentale in queste situazioni. Si è scritto molto sulla psicologia degli investimenti nel corso degli anni. La finanza comportamentale evidenzia due concetti chiave: mentalità di gregge e avversione alla perdita.
La mentalità di gregge descrive la tendenza degli investitori a seguire le azioni della maggioranza. Quando i mercati crollano, il panico può diffondersi rapidamente e molti si precipitano a vendere i propri asset perché altri stanno facendo lo stesso. Questa vendita collettiva dettata dal panico può amplificare il crollo.
L’avversione alla perdita si riferisce al fatto che, psicologicamente, le perdite fanno più male di quanto i guadagni diano soddisfazione. Gli investitori spesso reagiscono emotivamente alle perdite a breve termine, anche se sono minori e recuperabili nel lungo periodo. Questa reazione emotiva può portare a vendite irrazionali durante i ribassi.
La chiave per evitare queste trappole emotive è mantenere la disciplina e aderire a un piano finanziario, rispettando alcuni accorgimenti. Come disse Warren Buffett: “Siate timorosi quando gli altri sono avidi, e avidi quando gli altri sono timorosi.” In altre parole, i ribassi possono spesso rappresentare opportunità di acquisto per l’investitore razionale.
La durata dei cicli finanziari. È di particolare interesse notare quanto i cicli di mercato durino nel tempo. Di norma, le situazioni in cui il mercato è rialzista tendono ad avere un periodo di durata maggiore. In media, negli ultimi 100 anni, i rialzisti sono durati tra 5 e 6 anni. Come esempio, il periodo iniziato nel 2009 è durato oltre un decennio, registrando uno dei periodi ‘positive’ più lunghi.
Al contrario, i cicli ribassisti sono generalmente più brevi, tra 18 e 24 mesi. La crisi del 2008 ha visto i mercati perdere terreno in maniera drastica e repentina. Il suo recupero, al contrario, è stato molto più lento. Alcuni cicli hanno vita breve, spinti da eventi temporanei come ad esempio nel 2020; altri, come il 1929 si sono estesi su un periodo di tempo maggiore, richiedendo uno sforzo temporale importante per recuperare. Comprendere queste tendenze ed essere consapevoli può aiutare a non farsi prendere dal panico.
Mantenere la rotta. Ecco alcune misure che si possono adottare per proteggersi:
– Mantenere una prospettiva a lungo termine. Avere una strategia d’investimento a lungo può proteggere l’investimento e far sì che il portafoglio sopravviva alle oscillazioni del mercato;
– Diversificare il portafoglio può aiutare a sopravvivere a un crollo di un settore, specie nel caso di bolle (Dotcom);
– Comprendere l’importanza dell’interesse composto e del value investing:
– Ascoltare il proprio consulente;
– Dominare le emozioni.
Ma soprattutto, ricordare che la maggior parte dei cicli di mercato prima o poi giunge al termine (l’ultimo risale al 2011).
Gli indici premonitori. A titolo informativo, si possono usare due indici che misurano il sentiment del mercato: il Fear&Greed e il Vix. Il primo, molto semplicista, è stato creato da Cnn Money e prova a misurare le emozioni che spingono l’azionario. Attualmente registra un solido ottimismo, con 66.
Il Vix invece è molto più utilizzato, anche come prodotto da inserire nelle strategie per proteggere il portafoglio. Creato dal Chicago Board Options Exchange, misura le attese di volatilità per i prossimi 30 giorni. Si basa sul prezzo delle opzioni dell’S&P 500, e quando presenta degli aumenti previsti nella volatilità, vuol indicare un aumento dei rischi con un probabile ribasso. È un indice aperto, con livelli che spaziano tra 15 e 35. Con l’attuale 15,76 registra una relativa quiete.
Un crollo dei mercati può essere allarmante, ma non è la fine del mondo. Può allarmare vedere il valore dei propri investimenti diminuire, ma è importante ricordare che un crollo del mercato è naturale. Si verifica periodicamente e potrebbe essere visto come un’opportunità.
La storia insegna che il mercato prima o poi si riprenderà, purché si abbia un piano di investimento a lungo termine. E soprattutto, non bisogna farsi prendere dal panico durante un calo. Ma come si è comportata la borsa svizzera in questi scenari? Guardando agli ultimi vent’anni si può notare lo Smi abbia seguito la tendenza globale.
© Riproduzione riservata