
Assemblata a partire dagli anni Cinquanta, la raccolta di opere impressioniste e post-impressioniste di Oscar Ghez testimonia uno spirito collezionistico straordinariamente libero. L’industriale di origine tunisina si interessava alla pittura di fine XIX e inizio XX secolo, e non limitava le sue scelte ai grandi maestri. Acquistò magnifici dipinti di Édouard Manet e Auguste Renoir, ma anche sontuose tele di artisti meno noti come Gustave Caillebotte, Charles Angrand, Maximilien Luce e Louis Valtat, alcune delle quali diventate icone.
Un’altra caratteristica distintiva è la presenza di opere di donne pittrici: lo spirito anticonformista e la convinzione del collezionista che queste artiste non fossero riconosciute per il loro valore lo hanno portato a interessarsi a Marie Bracquemond, Suzanne Valadon, María Blanchard, Nathalie Kraemer, Jeanne Hébuterne e Tamara de Lempicka, le cui carriere artistiche sono state poi gradualmente scoperte.
Allo stesso modo, si avvicina alle principali correnti della pittura figurativa attraverso strade secondarie: accanto ai grandi nomi dell’impressionismo, del neoimpressionismo, del fauvismo, dell’École de Paris e del cubismo, si trovano opere estremamente originali di artisti meno noti della seconda metà del XX secolo. Il più emblematico di questi è Théophile-Alexandre Steinlen, di Losanna (autore del celeberrimo manifesto del cabaret Chat Noir di Montmartre, ma in realtà soprattutto attento alle questioni sociali).
Dal 1968, la collezione di Oscar Ghez è stata esposta al Petit Palais che aveva acquistato nel cuore della città vecchia di Ginevra, dove si era trasferito a metà anni ’40. Poiché dalla chiusura, nel 2000, le opere sono state esposte solo in prestito per mostre temporanee o in tournée fuori dalla Svizzera, questa mostra offre un’occasione unica per (ri)scoprire 136 di questi capolavori e per apprezzare la ricchezza e l’audacia della visione di Oscar Ghez.
Fondation de l’Hermitage
Fino al 1 giugno